"Io sono stata messa in manicomio perché ero colpevole di adulterio: amavo l'arte più della mia famiglia, ma non potevo dire che ero un'adultera sacrificale.
Il manicomio mi liberò da questo tormento. Diciamo che il manicomio è stata una grande educazione sentimentale, ho imparato ad amare i miei simili ma non desiderarli.
Imparai ad educarli, salvai molte vite dalla disperazione, nessuno in manicomio sapeva che io ero poeta e mi guardavano come una donna che soffriva e basta.
Avevo un numero, il 47, il numero della casa dove abito."
Alda Merini: Antenate bestie da manicomio
Manni editori, S. Cesario di Lecce - 2008
pag. 48
catalogazione: la libreria di Guccia/Sara
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