"In genere si pensa che la gente, quando viene accoltellata, caschi semplicemente a terra morta. Be', non è così. La mattina che Lennie viene ritrovata nel parcheggio di Pier Avenue, dallo schifo che c'è per terra, si capisce che prima di mollare ha cercato di trascinarsi carponi per un po'. Per un bel po', a dire il vero. Forse addirittura un quarto d'ora. Si è trascinata come un bambino, sulle mani e sulle ginocchia, afferrando e strattonando i paraurti e le maniglie delle auto, con le dita impiastricciate del suo stesso sangue. Finché, a un certo punto, è scivolata e ha perso conoscenza tra le ortiche vicino al parchimetro. [...] A me importa una cosa soltanto, che abbiano ragione a dire che è stata questione di un attimo. A me importa soltanto sapere che quando l'assassino è tornato indietro per strapparglielo, il suo cuore non batteva più."
Julie Myerson: Può sempre succedere
Einaudi, Torino - 2005
traduzione di Angela Tranfo
pag. 4
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