"...l'ascoltatore emotivo. [...] Qualche volta costoro utilizzano la musica come recipiente in cui riversare le proprie emozioni angosciose, quelle che 'fluttuano liberamente', per dirla coi termini della teoria psicanalitica, ovvero, identificandosi con la musica, possono trarre solo da questa le emozioni di cui sentono la mancanza in se stessi... Il tipo emotivo resiste violentemente ai tentativi di condurlo a un ascolto strutturale, in maniera forse più violenta del consumatore di cultura che infine per amor di questa vi sarebbe anche disposto. In realtà anche un ascolto adeguato è impensabile senza un investimento affettivo: solo che in questo caso viene investita affettivamente la cosa stessa e l'energia psichica è assorbita dalla concentrazione su di essa, mentre per l'ascoltatore emotivo la musica serve da mezzo per raggiungere scopi della sua personale economia istintuale. Egli non si aliena alla cosa che sarebbe in grado di ripagarlo con sensazioni interiori, ma ne rovescia le funzioni facendone un medium di mera proiezione."
Theodor W. Adorno: Introduzione alla sociologia della musica
Einaudi, Torino - 1971
traduzione di Giacomo Manzoni
pag. 13
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