A prescindere da facili ironie su certe pratiche psicoterapeutiche, Eliza offre lo spunto a riflessioni su che cosa realmente debba intendersi per intelligenza. Ci si limita qui soltanto a far notare alcune sottili provocazioni insite nel lavoro di Weizenbaum.
Eliza sembra capire ma in realtà non capisce affatto. Le sue risposte sono il risultato di un mero automatismo che associa parole chiave a frasi preconfezionate. Ma quante conversazioni tra persone non sono, in fondo, riconducibili a schemi di questo tipo?
I discorsi di Eliza sono formalmente corretti; però, a ben vedere, essa non affronta mai l'argomento, è evasiva, ripropone domande a lei rivolte, divaga. Ma anche qui è fin troppo facile osservare che questa abilità non è peculiare della macchina; quante volte ci è capitato di sentire persone fare lunghi discorsi senza, in realtà, dire nulla?. Infine, il successo di Eliza presso i 'pazienti' non è che la conferma del fatto che abbiamo bisogno di qualcuno che stia ad ascoltare. Fosse anche una macchina..."
Franco Filippazzi: Il computer tra fantasia e realtà
CUEN S.r.l., Napoli - 1996
pagg. 16-17
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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