"Quei giorni di quiete campestre opprimevano l'anima di Etsuko come una convalescenza imposta a un malato che non ne sente affatto l'esigenza, inconscio del suo male. Per che cosa avrebbe dovuto vivere? Le giornate si susseguivano troppo lunghe e monotone per poter vivere nel presente e, se avesse rimuginato il passato, ne avrebbe provato una sofferenza tale da mettere a repentaglio tutto. Lo splendore abbacinante di quel riposo che aleggiava nel panorama e nella stagione, Etsuko non poteva che contemplarlo con gli occhi di chi, finiti gli studi, non aveva più vacanze."
Yukio Mishima: Sete d'amore
Ugo Guanda editore, Parma - 1988
traduzione di Lydia Origlia
pag. 70
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