venerdì 5 febbraio 2010

la scienza in stile Kammerspiel

"Ciascuno di noi anche se non lo sa, trattiene nel proprio intimo biologico un handicap originario che si chiama genotipo. Da dove venga bene non si sa: gli esperti genotipologi dicono che le origini risalgono a decine di miliardi di anni fa, anno più anno meno, e soltanto una parte trascurabile dipende dall' ominazione, che sarebbe, per chi non fosse pratico, la comparsa dell'Homo sapiens sulla scena terrestre. Dentro questo genotipo ci sono i cosiddetti caratteri dell'ereditarietà che, secondo gli scienziati Watson e Crick, si trasmettono attraverso l'acido desossiribonucleico, che per comodità, dicono sempre Watson e Crick, chiameremo DNA. Watson e Crick hanno vinto tutti e due il premio Nobel per la medicina. Watson era americano e Crick era britannico. Uno era un zoologo, l'altro un fisico delle particelle. Le mutazioni del DNA, spiega un altro scienziato questa volta francese che si chiama Jaques Monod, avvengono per puro caso, e siccome rappresentano l'unica fonte possibile di modificazione del testo genetico, che a sua volta è il solo depositario delle strutture ereditarie dell'organismo, ne consegue che soltanto il caso è all'origine di ogni novità, di ogni creazione nella biosfera, cioè di quello che per semplicità, dice Monod, chiameremo avvenimento singolare. Però, dice sempre Monod, una volta inscritto nella struttura del DNA, l'avvenimento singolare, che è per sua natura imprevedibile, verrà fedelmente replicato e tradotto: in questo modo quello che abbiamo chiamato l'avvenimento singolare esce dal mondo casuale del caso per entrare in quello deterministico della necessità. Anche Jaques Monod ha vinto il premio Nobel per la medicina, e ci ha tirato a rimorchio altri due suoi amici sempre francesi che si chiamavano André Lwoff e Francois Jacob e che erano d'accordo con la sua teoria e così han vinto anche loro il Nobel. Eran tutti dei biologi tranne sempre Watson che era uno zoologo e Crick che era un fisico delle particelle.

Tradotto in parole povere, ciascuno di noi si porta addosso dei caratteri principali ereditari raccolti prima di nascere e poi continua a raccoglierne degli altri per strada, che si attaccano al suo DNA per diventare a loro volta dei nuovi caratteri ereditari che si replicano e si traducono.

Questa gravissima tara biologica già dà una prima idea dell'inutilità delle cosiddette ambizioni terrene, che sono pulsioni adulte originate dall'illusione deterministica e quindi indirizzate costitutivamente al fallimento."

Paolo Colagrande: Kammerspiel
Alet edizioni, Roma - 2008
pag. 23

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