"La rivoluzione messicana è la prima rivoluzione sociale che annuncia quella russa e segna l'inizio dei tempi moderni. È un movimento spontaneo, che percorre l'intero paese, di cui i contadini sono i veri attori. Nel Messico del 1910 il paesaggio è come l'hanno lasciato i coloni spagnoli: un'immensa massa rurale frantumata dai grandi proprietari, alienata da un pugno di signori e dalle loro milizie. Quindici hacendados
si dividono proprietà gigantesche, come la hacienda
di San Blas a Sinaloa, o quella di Progreso nello Yucatàn, che coprono più di un milione di ettari. Su di esse i proprietari regnano come signori assoluti, possiedono corsi d'acqua e villaggi indios. I loro territori sono così vasti che debbono spostarvisi con ferrovie private. La loro fortuna è inimmaginabile. Reclutano i precettori in Inghilterra, mandano la biancheria nelle tintorie di Parigi e fanno venire dall'Austria le loro gigantesche casseforti."
Jean-Marie Le Clézio: Diego e Frida
il Saggiatore, Milano - 2008
traduzione di Armando Marchi
pag. 14
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