domenica 28 febbraio 2010

eredità sgradite

"Mia madre era un'artritica: le sue mani nervose, dalle nocche e dalle vene rilevate, si andavano deformando; i piedi, che nascondeva pudicamente, erano sempre doloranti. L'avevo sorpresa un giorno, dopo che s'era fatta il bagno, a togliere le callosità da sotto la pianta con una lametta da rasoio; mi aveva colpito la quantità di pelle coriacea che costellava il pavimento e qualche goccia di sangue che vedevo apparire qua e là.
'Sei matta? Potresti provocare un'infezione! Non sai che esistono i pedicure?'
Lei si era adombrata: 'Figurati se faccio vedere i miei piedi a un estraneo! Mi vergognerei!'
Sospirando aveva aggiunto: 'Dai genitori si ereditano sempre i difetti, mai le cose migliori: mio padre aveva piedi e mani bellissimi, ma ho preso quelli della mamma che però aveva una schiena bella diritta e naturalmente ho ereditato l'unico difetto di mio padre, la schiene curva. Mah!'".

Carla Cerati: La cattiva figlia
Frassinelli, Milano - 1996
pag. 54

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sabato 27 febbraio 2010

cioè non moriva

"25 aprile 1974

È passato oggi a miglior vita Daniele Muscat, mio compagno di leva. Alto e grosso, la barba rossa gli dava riflessi d'oro. Era tenuto per l'uomo più forte della parrocchia. Oltre quarant'anni fa aveva portato la propria bambina con sé nel campo e l'aveva fatta sedere sulla cavedagna. Una biscia sentendo l'odore del latte guizzò sulla creatura e incominciò a leccarle le labbra. Daniele se ne accorse in tempo e, preso dalla rabbia, afferrò il rettile per la testa e per la coda e lo spezzò a metà. Di lui si diceva che el gaveva roto la bissa.
Mi raccontano che da ultimo il figlio e la nuora lo battessero perché mangiava, beveva, si sporcava addosso e cioè non moriva."

Fulvio Tomizza: La miglior vita
Editore Rizzoli, Milano - 1977
pag. 275

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venerdì 26 febbraio 2010

il messaggio è: allargate l'area della coscienza!

"UN SUPERMARKET IN CALIFORNIA

Come ti penso stasera, Walt Whitman, perché camminavo per piccole strade sotto gli alberi col mal di testa guardando consapevole la luna piena.

Nella mia fatica affamata, e per comprare immagini, entrai nel supermarket di frutta al neon, sognando le tue enumerazioni!

Che pesche e che penombre! Intere famiglie a far provviste la sera! Corridoi pieni di mariti! Mogli negli avocados, bambini nei pomodori! -- e tu, Garcia Lorca, che cosa stavi facendo giù fra i meloni?"

Allen Ginsberg: Jukebox all'idrogeno
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1965
curato e tradotto da Fernanda Pivano
pag. 139

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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giovedì 25 febbraio 2010

l'integrazione della protesta

"Oggi, infatti, il capellonismo e la moda capricciosa dei giovani hanno perduto via via buona parte di quelle caratteristiche affascinanti che possedevano di fronte agli occhi, almeno, di chi voleva capire (e cioè il prepotente desiderio di mostrare di essere diversi, e di rifiutare il mondo degli anziani) e sono stati divorati da quella stessa società dei consumi contro cui si erano messi in moto: interessi di miliardi ruotano ora intorno al modo di vestire dei giovani, attraverso industrie di bottoni, stemmi, ciondoli, cappelli, camicette e altre diavolerie. Un'implacabile catena di vendita, una lunga parabola che parte dalla contestazione e arriva all'atelier: uno stupefacente esempio di integrazione della protesta."

Cesare Lanza: Il Mercabul
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1977
pag. 88

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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mercoledì 24 febbraio 2010

The Circle

"We sit in a circle. This has great significance for in a circle, all points are equal.

The circle is the form of nature. In nature, all things move in cycles. There are the seasons, day and night, life and death. Light moves into darkness, returning to light.

The American Indian spoke of the Great Hoop, in which all people were protected. When the hoop was broken, people no longer lived within the cyclical nature of who they were, and they lost their "knowingness," their contact with the flow. The Indian nations were scattered and nearly destroyed.

Energy seems to move in circles: the orbiting of the planets, the cycling of the electrons around the nucleus of the atom. When we come into the circle, when we try to think "circle", or think "flow," we make it linear with a beginning and an end, we distort it.
Each moment is a perfect circle. When we penetrate into the totality of the moment, we see that no point on that circle has any better vantage for seeing the rest of the circle than any other point. We see that each moment is the perfect outcome of all that has come before, the perfect predecessor of all that will follow.

Our sitting becomes like entering a perfect circle in which there is room for everything. We never become lost because there's nowhere to go. We are constantly arriving home in the present moment.

Surrender is perfect participation in the circle. Letting go allows us to flow, to become the whole circle. To hold to any point in the circle is to lose our original nature because there is no place we begin and nowhere we end."

Stephen Levine: A Gradual Awakening
Century Hutchinson Ltd., Londra - 1980

pagg. 159-160

catalogazione: libreria vicino al computer

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martedì 23 febbraio 2010

a colloquio con Eliza

"Egli rimase colpito da come persone non sprovvedute si lasciassero coinvolgere dalle conversazioni con Eliza fino al punto di scordare la sua vera natura e attribuirle una vera e propria personalità. Weizenbaum racconta, per esempio, come la sua segretaria, pur sapendo che si trattava solo di un programma, cominciò ad avere con esso un rapporto emotivo, fino a voler essere lasciata sola nella stanza del computer per parlare con Eliza di argomenti strettamente personali. Weizenbaum scoprì inoltre che Eliza veniva consultata nottetempo da molte persone usando i terminali presenti nel campus. Egli ricevette anche delle telefonate di gente che si lamentava delle lunghe attese per accedere al programma, avendo urgenti questioni personali da sottoporre. Un fatto che lo lasciò particolarmente sconcertato fu che alcuni docenti di psichiatria attribuissero al programma un effettivo valore terapeutico, al punto da proporre che una versione estesa e perfezionata fosse messa a disposizione dei pazienti nelle cliniche per malattie mentali.

A prescindere da facili ironie su certe pratiche psicoterapeutiche, Eliza offre lo spunto a riflessioni su che cosa realmente debba intendersi per intelligenza. Ci si limita qui soltanto a far notare alcune sottili provocazioni insite nel lavoro di Weizenbaum.

Eliza sembra capire ma in realtà non capisce affatto. Le sue risposte sono il risultato di un mero automatismo che associa parole chiave a frasi preconfezionate. Ma quante conversazioni tra persone non sono, in fondo, riconducibili a schemi di questo tipo?

I discorsi di Eliza sono formalmente corretti; però, a ben vedere, essa non affronta mai l'argomento, è evasiva, ripropone domande a lei rivolte, divaga. Ma anche qui è fin troppo facile osservare che questa abilità non è peculiare della macchina; quante volte ci è capitato di sentire persone fare lunghi discorsi senza, in realtà, dire nulla?. Infine, il successo di Eliza presso i 'pazienti' non è che la conferma del fatto che abbiamo bisogno di qualcuno che stia ad ascoltare. Fosse anche una macchina..."

Franco Filippazzi: Il computer tra fantasia e realtà
CUEN S.r.l., Napoli - 1996
pagg. 16-17

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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lunedì 22 febbraio 2010

il rosso La Mattana

"L'azienda di Emanuele Trevia si è affermata ormai tra le migliori realtà della Liguria. Il vino che vi segnaliamo, il rosso La Mattana, da uve syrah e grenache in parti uguali, ci ha conquistato con profumi freschi e avvolgenti, toni di legno ben dosati, e per le complesse note floreali e fruttate (si riconoscono la lavanda, la mora e il ribes) e le nuances speziate. Al palato si espande ricco, elegante, morbido, e rivela bella trama tannica, struttura e ottimo equilibrio."

I vini intelligenti del Gambero Rosso 2004
Gambero Rosso S.p.A., Roma - 2004
pag. 40

catalogazione: libreria di fronte al computer
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domenica 21 febbraio 2010

credere nel soprannaturale con naturalezza

"- Be', a Berlino ci sono forse più usignoli di quanto credessi, - seguitò A2. - Pensavo che non potessero vivere, fra quelle montagne di pietra, e che questo fosse venuto di lontano, volando verso di me. Verso di me! Lo sentivo e mi tirai su sorridendo. 'Un uccello del cielo! Ce ne sono dunque davvero!' In simili momenti, vedi, si è disposti a credere nel soprannaturale con la massima naturalezza; come se si fosse passata l'infanzia in un racconto di fate."

Robert Musil: Pagine postume pubblicate in vita
Giulio Einaudi editore, Torino - 1970
traduzione di Anita Rho
pag. 161

catalogazione: libreria sotto la finestra
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sabato 20 febbraio 2010

maledetta primavera!

"«Maledizione alla primavera!» ha detto in quel suo stile aggressivo. «È e resta la stagione più orribile! Può lei, Kröger, concepire un pensiero ragionevole, può elaborare tranquillo un pensiero d'effetto se il sangue le formicola in un modo indecente e la turbano innumerevoli sensazioni estranee che, non appena si esaminano, si rilevano roba notoriamente triviale e del tutto inutile? Per quanto mi riguarda, ora me ne vado al caffè. Quello è territorio neutrale, inviolato da cambiamenti di stagione, e rappresenta, vede, per così dire, la sfera estatica e sublime della letteratura, nella quale si è capaci solo di idee distinte...»"

Thomas Mann: Tonio Kröger - La morte a Venezia - Cane e padrone
Garzanti editore, Milano - 1965
traduzione di Salvatore Tito Villari
pagg. 38-39

catalogazione: libreria bianca in soggiorno
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venerdì 19 febbraio 2010

amore di testa e amore "anima-e-corpo"

"¿Por qué no había de hacer, él, y mejor, lo que cualquier mentecato, enclenque y apocado hace? Heríale en su amor propio; habría querido que su mujer hubiese dado a luz a los nueve meses justos y cabales de haberse ellos casado. Además, eso de tener hijos o no tenerlos debía depender--decíase entonces--de la mayor o menor fuerza de cariño que los casados se tengan, aunque los hay enamoradísimos uno de otro y que non dan fruto, y otros, ayuntados por conveniencias de fortuna y ventura, que se cargan de críos. Pero--y esto sí que lo recordaba bien ahora--para explicárselo había fraguado su teoría, y era que hay un amor aparente y consciente, de cabeza, que puede mostrarse muy grande y ser, sin embargo, infecundo, y otro sustancial y oculto, recatado aun al propio conocimiento de los mismos que lo alimentan, un amor del alma y el cuerpo enteros y juntos, amor fecundo siempre."


Miguel de Unamuno: La tia Tula
Editorial Espasa-Calpe, Madrid - 1981
pag. 51

catalogazione: libreria di fronte al divano

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giovedì 18 febbraio 2010

pago domani!

"«Uno yogurt e un caffellatte. Tre più uno e cinquanta fanno quattro e cinquanta».
«Aspetti... Mi porti qualche tartina al caviale».
La voce era calma. Nello specchio il commissario poteva vedere gli occhi socchiusi dell'uomo. E quegli occhi ridevano.
Il barman andò ad aprire il passavivande.
«Una tartina al caviale!...».
«Tre!» corresse lo straniero.
«Tre caviali!...».
Il barman guardava il cliente con sospetto; e gli domandò, ironico:
«Vuole anche una vodka?...».
«Ottima idea...».
Maigret si sforzava di capire. L'uomo aveva cambiato contegno. Aveva perso la sua sconcertante immobilità.
«E un pacchetto di sigarette!» aggiunse.
«Maryland?».
«Abdullah...».
Ne fumò una mentre aspettava le tartine, scarabocchiando distrattamente sulla scatola. Poi mangiò così in fretta che quando si alzò il cameriere era appena tornato al suo posto.
«Trenta franchi le tartine. Sei la vodka. Ventidue franchi le Abdullah, più il conto di prima...».
«Passerò a pagare domani...».
Maigret aveva aggrottato la fronte
."


Gorges Simenon: Una testa in gioco
Adelphi edizioni, Milano - 1995
traduzione di Graziella Cillario
pagg. 67-68

catalogazione: libreria di fronte al divano
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mercoledì 17 febbraio 2010

non solo deduttivi

"Alcuni atti richiedono che entrambe le mani cooperino simmetricamente, l'una con l'altra, per integrare i rispettivi movimenti.
In alcuni casi sarebbe insensato procedere con una semplice successione di elementi separati: date, ad esempio, due carte da gioco ad un bambino e chiedetegli se sa farle stare in piedi. Un bambino può prendere una carta e inclinarla di circa 30° gradi rispetto alla verticale, un'azione che risulta sensata soltanto in relazione all'idea della struttura ultimata: farlo con una carta sola, senza vedere che cosa si farà con l'altra, è insensato. Vi sono dei soggetti che sono stati educati in modo tale da essere ostacolati nel loro pensiero dall'abitudine di procedere solo in successione, passaggio per passaggio. Ma non si dovrebbe supporre di dover sempre fare una cosa dopo l'altra, con l'idea 'mi occuperò dopo delle altre cose'. Quello che fate, cercate anzitutto di vederlo nel suo contesto; trattatelo come parte di tale contesto. L'abitudine alla successione (e così pure la teoria diffusa che il pensiero proceda in questo modo per natura) è dovuta alla sua adeguatezza in situazioni sommative in cui un'operazione è unita ad altre in maniera puramente aggettiva. È dovuta inoltre al fatto che non possiamo dire due frasi alla volta, che non possiamo scrivere simultaneamente due proposizioni, che nelle relazioni siamo costretti a esporre una cosa dopo l'altra. È questa una delle ragioni che rende spesso utili i diagrammi. In più, l'abitudine a procedere semplicemente per successione è spesso causata dall'esigenza di esattezza, di correttezza in ogni passaggio: cose davvero necessarie, naturalmente, ma che non bastano. E ancor più è dovuta al fatto che l'espressione esatta, o logica, l'espressione formale sembrava possibile soltanto in una somma di elementi giustapposti: per ripetere, tutto questo in connessione con l'assunzione assiomatica che il pensiero è, deve essere, per natura, verbale, che la logica è questione di linguaggio: assunzioni queste che sono entrambe null'altro che generalizzazioni alla cieca. Avere una visione dell'insieme sembrava escludere la possibilità di giungere a esatte formulazioni."

Max Wertheimer: Il pensiero produttivo
Giunti-Barbera, Firenze - 1975
traduzione di Masimo Giacometti e Rosetta Bolletti
pag. 119

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martedì 16 febbraio 2010

a fiuto!

"«Ebbene?» aveva detto il dottore. «Che c'è? Che le succede?» per quanto gli paresse di sapere già prima che l'altro parlasse ciò che la voce avrebbe detto:

«Credo ci sia qualcosa che per la signora Martha sarà più dura da mandar giù che non quella faccenda dei calzoni. Non credo siano sposati. Oh, lui dice di sì, naturalmente, e non credo che menta per quel che riguarda lei, e forse nemmeno per quel che riguarda lui. Il guaio è che non sono sposati tra loro, che lei non è sposata con lui. Perché lo fiuto subito, io, un marito. Fatemi vedere una donna che non ho mai vista, per la strada, a Mobile, o a New Orleans, e io fiuto subito se...»"

William Faulkner: Le palme selvagge
Adelphi edizioni, Milano - 1999
traduzione di Bruno Fonzi
pag. 15

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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lunedì 15 febbraio 2010

Zompo lo Schioppo e il Monte Crepacuore

"La cascata più spettacolare d'Abruzzo scroscia nel versante orientale dei Monti Ernici, tra le magnifiche faggete che rivestono le pendici del Monte Viglio, del Monte Crepacuore e del Monte Pozzotello, a pochi chilometri da Morino e dal Liri. Alta un'ottantina di metri, la cascata di Zompo lo Schioppo sgorga da un foro al sommo di un'alta parete di roccia calcarea, ed è il cuore dell'omonima Riserva Naturale Regionale istituita nel 1987."


Stefano Ardito: La via dei lupi. Sentieri nei parchi tra Lazio e Abruzzo

Iter edizioni, Roma - 2009
pag. 97

catalogazione: "scaffale della montagna" del Bip
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domenica 14 febbraio 2010

una prova concreta!

"ALEX
Oh, Edward! I've prepared you such a treat! I really think that of all my triumphs this is the greatest. To make something out of nothing! Never, even when travelling in Albania, have I made such a supper out of so few materials as I found in your refrigerator. But of course I was lucky to find half-a-dozen eggs.

EDWARD
What! You used all those eggs! Lavinia's aunt has just sent them from the country.

ALEX
Ah, so the aunt really exists. A substantial proof.

EDWARD
No, no... I mean, this is another aunt."

Thomas Stearns Eliot: The Cocktail Party
Faber & Faber Ltd., London - 1969
pag. 50

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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sabato 13 febbraio 2010

non esistono corpi completamente rigidi

"La sottigliezza del concetto di spazio fu accresciuta dalla scoperta che non esistono corpi completamente rigidi. Tutti i corpi sono elasticamente deformabili, e alterano il loro volume col variare della temperatura. Le strutture, le cui possibili congruenze debbono venir descritte mediante la geometria euclidea, non possono perciò essere presentate prescindendo dai concetti fisici."

Albert Einstein: Relatività
editore Boringhieri, Torino - 1964
traduzione di Virginia Geymonat
pagg. 168-169

catalogazione: libreria di fronte al divano
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venerdì 12 febbraio 2010

anche ai russi i dolci piacciono molto!

"Dato per scontato che di caviale, salmone e storione non se ne parla, resta, in campo commestibile, aperto il discorso sui konfety (grossi cioccolatini ripieni, incartati come le nostre caramelle, dolcissimi, buoni e variopinti). Li troverete in ogni pasticceria (konditerskaja) o negozio di generi alimentari (gastronom), a costo di una discreta coda: anche ai russi i dolci piacciono molto. Consiglio di munirsi alla cassa di uno scontrino forfait e chiedere alla commessa (anche a gesti) che sia lei ad operare la scelta fra le diverse qualità (per 5 rubli ne otterrete ameno mezzo chilo). Il gastronom più bello che esista a Mosca è il N° 1, il cui direttore venne fucilato per corruzione nell'84. Viene ancora chiamato con il vecchio nome prerivoluzionario: Eliseev. Si trova sulla via Gorkij al n° 14, sul lato destro poco prima di arrivare alla piazza Puškin; apparteneva ai mercanti, fratelli Eliseev, che lo avevano realizzato in stile art nouveau: vetri a cattedrale, lampade floreali, decorazioni e specchi ovunque. Le code sono sempre lunghissime, non è affatto più fornito di altri ma la sua posizione centrale ne fa uno dei più frequentati della capitale. Non vi consiglio di farvi acquisti ma di visitarlo come un museo, tra l'architettonico e l'etnografico.

Gian Piero Piretto: Mosca Leningrado
prefazione di Cesare Musatti
cooperativa libraria universitaria del politecnico (clup), Milano - 1989
pag. 197

catalogazione: libreria di fronte al divano Елисеевский
foto di Adam Baker

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giovedì 11 febbraio 2010

da un mare all'altro

"LIV.

Da Brandimarte senza farle motto
lasciata fu ne la città di Carlo,
dov'ella l'aspettò sei mesi od otto;
e quando al fin non vide ritornarlo,
da un mare all'altro si mise, fin sotto
Pirene e l'Alpe, e per tutto a cercarlo:
l'andò cercando in ogni parte, fuore
ch'al palazzo d'Atlante incantatore."


Ludovico Ariosto: Orlando Furioso
scelta e commento a cura di Natalino Sapegno
edizioni Principato, Milano-Messina - 1943
pag. 261

catalogazione: libreria accanto al divano
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mercoledì 10 febbraio 2010

canto di vita!!!

"POETA

Le canzoni hanno grande potere -
Vita c'è vicino e lontano."







Hugo von Hofmannsthal: Canto di vita
Giulio Einaudi editore, Torino - 1971
traduzione di Elena Croce
pag. 77

catalogazione: libreria accanto al divano
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martedì 9 febbraio 2010

cavalieri scoglionati

"Avant que Gide fit avec Paludes (1895) la satire du milieu symboliste, il écrivait à La Roque dès l'été 1892 Le Voyage d'Urien qu'un jeu de mots intentionnel nous incite à comprendre Voyage du Rien. Cette nouvelle quête du Graal, volontairement dérisoire, se présente comme 'une moralité légendaire' sous la forme d'une odyssé fabuleuse. Il s'agit toujours de se conquérir soi-même, de découvrir le secret. Pour cela il faut subir travaux et épreuves. Pèlerinage à Montségur, découverte de la Toison d'or, course au trésor caché, offrande au Dieu inconnu, oui, mais les chevaliers d'André Gide sont énervés par le spleen, pervertis par les astuces de l'intelligence, blasés par les 'prodiges de la science et de la technique'. Urien et ses compagnons Patride, Mélian, Morgain, Nathanaël, Éric, Clarion, Agloval traversent les mers orientales, symbole des séductions de la chair et des sens, la mer des Sargasses, symbole de l'ennui intellectuel, de la lassitude des recherches hégéliennes, enfin la mer glaciale qui symbolise sans doute la hauteur de la pensée religieuse ou l'aridité pure de la vertu."

Marcel Schneider: La littérature fantastique en France
Librairie Arthème Fayard, Paris - 1964
pag. 289

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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lunedì 8 febbraio 2010

come un pugno di superstiti...

"Non ho mai più veduto Bly dal giorno in cui ne sono partita, e certo ora apparirebbe molto diverso ai miei occhi invecchiati e delusi: ma mentre la mia piccola guida dai capelli d'oro e dalla vestina azzurra saltava dinanzi a me da un angolo all'altro e sgambettava lungo i corridoi, mi sembrava di visitare un castello da romanzo abitato da un roseo folletto, un luogo che per il trastullo di una mente infantile avesse tratto il suo singolare carattere dai libri di racconti e di fiabe. E non era forse una fiaba, quella su cui sognavo e fantasticavo? No, si trattava di una casa vecchia, vasta e non certo bella, ma comoda, che aveva conservato alcune parti di una costruzione ancora più antica, mezzo distrutta e mezzo utilizzata, dove quasi mi sembrava che tutti noi fossimo smarriti come un pugno di superstiti su un grande bastimento alla deriva. E, cosa strana, ero io a tenere il timone!"

Henry James: Il giro di vite
Rizzoli editore, Milano - 1959
traduzione di Bruno Tasso
pag. 28

catalogazione: libreria in ingresso
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domenica 7 febbraio 2010

l'uomo è più forte di tutti gli altri animali

"Affamato e inferocito, sapevo che nulla al mondo mi avrebbe costretto al suicidio. Proprio in quel periodo avevo cominciato a capire l'essenza del grande istinto di conservazione, la qualità di cui l'uomo è in sommo grado dotato. Vedevo i nostri cavalli sfiancarsi e morire -non posso esprimermi in altro modo, utilizzare altre parole. I cavalli non si distinguevano in nulla dagli uomini. Morivano a causa del Nord, del lavoro troppo gravoso, del cibo cattivo, delle botte - e anche se subivano tutto ciò in misura mille volte inferiore rispetto agli esseri umani, i cavalli morivano prima. E capii la cosa più importante: che l'uomo è diventato uomo non perché è una creatura di Dio, né perché nelle mani ha quella cosa straordinaria che è il pollice. Ma perché è fisicamente più forte, più resistente di tutti gli altri animali, e poi perché in seguito ha saputo costringere il proprio spirito a seguire con successo il corpo."

Varlam Tichonovič Šalamov: I racconti della Kolyma
Adelphi edizioni, Milano - 2009
traduzione di Marco Binni
pag. 37

catalogazione: la libreria di Paola
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sabato 6 febbraio 2010

venerdì 5 febbraio 2010

la scienza in stile Kammerspiel

"Ciascuno di noi anche se non lo sa, trattiene nel proprio intimo biologico un handicap originario che si chiama genotipo. Da dove venga bene non si sa: gli esperti genotipologi dicono che le origini risalgono a decine di miliardi di anni fa, anno più anno meno, e soltanto una parte trascurabile dipende dall' ominazione, che sarebbe, per chi non fosse pratico, la comparsa dell'Homo sapiens sulla scena terrestre. Dentro questo genotipo ci sono i cosiddetti caratteri dell'ereditarietà che, secondo gli scienziati Watson e Crick, si trasmettono attraverso l'acido desossiribonucleico, che per comodità, dicono sempre Watson e Crick, chiameremo DNA. Watson e Crick hanno vinto tutti e due il premio Nobel per la medicina. Watson era americano e Crick era britannico. Uno era un zoologo, l'altro un fisico delle particelle. Le mutazioni del DNA, spiega un altro scienziato questa volta francese che si chiama Jaques Monod, avvengono per puro caso, e siccome rappresentano l'unica fonte possibile di modificazione del testo genetico, che a sua volta è il solo depositario delle strutture ereditarie dell'organismo, ne consegue che soltanto il caso è all'origine di ogni novità, di ogni creazione nella biosfera, cioè di quello che per semplicità, dice Monod, chiameremo avvenimento singolare. Però, dice sempre Monod, una volta inscritto nella struttura del DNA, l'avvenimento singolare, che è per sua natura imprevedibile, verrà fedelmente replicato e tradotto: in questo modo quello che abbiamo chiamato l'avvenimento singolare esce dal mondo casuale del caso per entrare in quello deterministico della necessità. Anche Jaques Monod ha vinto il premio Nobel per la medicina, e ci ha tirato a rimorchio altri due suoi amici sempre francesi che si chiamavano André Lwoff e Francois Jacob e che erano d'accordo con la sua teoria e così han vinto anche loro il Nobel. Eran tutti dei biologi tranne sempre Watson che era uno zoologo e Crick che era un fisico delle particelle.

Tradotto in parole povere, ciascuno di noi si porta addosso dei caratteri principali ereditari raccolti prima di nascere e poi continua a raccoglierne degli altri per strada, che si attaccano al suo DNA per diventare a loro volta dei nuovi caratteri ereditari che si replicano e si traducono.

Questa gravissima tara biologica già dà una prima idea dell'inutilità delle cosiddette ambizioni terrene, che sono pulsioni adulte originate dall'illusione deterministica e quindi indirizzate costitutivamente al fallimento."

Paolo Colagrande: Kammerspiel
Alet edizioni, Roma - 2008
pag. 23

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giovedì 4 febbraio 2010

parola di imam

"Quando a Teheràn il traffico cominciò ad essere impossibile e ogni giorno c'erano decine di incidenti stradali, ci si rivolse all'imam perché dicesse cosa fare. E Khomeini decretò: passare con il rosso è peccato."



Vanna Vannuccini: Rosa è il colore della Persia
Feltrinelli, Milano - 2006
pag. 32

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mercoledì 3 febbraio 2010

un riposo abbacinante

"Quei giorni di quiete campestre opprimevano l'anima di Etsuko come una convalescenza imposta a un malato che non ne sente affatto l'esigenza, inconscio del suo male. Per che cosa avrebbe dovuto vivere? Le giornate si susseguivano troppo lunghe e monotone per poter vivere nel presente e, se avesse rimuginato il passato, ne avrebbe provato una sofferenza tale da mettere a repentaglio tutto. Lo splendore abbacinante di quel riposo che aleggiava nel panorama e nella stagione, Etsuko non poteva che contemplarlo con gli occhi di chi, finiti gli studi, non aveva più vacanze."

Yukio Mishima: Sete d'amore
Ugo Guanda editore, Parma - 1988
traduzione di Lydia Origlia
pag. 70

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martedì 2 febbraio 2010

le tintorie parigine

"La rivoluzione messicana è la prima rivoluzione sociale che annuncia quella russa e segna l'inizio dei tempi moderni. È un movimento spontaneo, che percorre l'intero paese, di cui i contadini sono i veri attori. Nel Messico del 1910 il paesaggio è come l'hanno lasciato i coloni spagnoli: un'immensa massa rurale frantumata dai grandi proprietari, alienata da un pugno di signori e dalle loro milizie. Quindici hacendados si dividono proprietà gigantesche, come la hacienda di San Blas a Sinaloa, o quella di Progreso nello Yucatàn, che coprono più di un milione di ettari. Su di esse i proprietari regnano come signori assoluti, possiedono corsi d'acqua e villaggi indios. I loro territori sono così vasti che debbono spostarvisi con ferrovie private. La loro fortuna è inimmaginabile. Reclutano i precettori in Inghilterra, mandano la biancheria nelle tintorie di Parigi e fanno venire dall'Austria le loro gigantesche casseforti."

Jean-Marie Le Clézio: Diego e Frida
il Saggiatore, Milano - 2008
traduzione di Armando Marchi
pag. 14

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lunedì 1 febbraio 2010

Mildred e le altre

"Ci sono moltissime ragazze come Mildred. Vagabonde, riescono sempre ad avere un tetto sopra la testa: per la maggior parte del tempo il soffitto di una camera d'albergo, a volte quello di un pied-à-terre da scapolo, della cabina di uno yacht se sono fortunate, di una tenda o di una roulotte nel peggiore dei casi. Ragazze del genere sono accessori da letto, il tipo di oggetto che si acquista, come una borsa dell'acqua calda, un ferro da stiro portatile, un rasoio elettrico, un qualunque piccolo lusso dell'esistenza. Sono avvantaggiate se sanno cucinare un po', ma di certo non c'è bisogno che sappiano parlare, in nessuna lingua. Sono anche intercambiabili, come la moneta contante o gli assegni circolari. Il loro valore può salire o scendere, a seconda dell'età e dell'uomo che le possiede al momento."


Patricia Highsmith: Piccoli racconti di misoginia
La Tartaruga, Roma - 1984
traduzione di Marisa Caramella
pag. 49

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