domenica 1 febbraio 2009

la grande tributaria del Niente

"Tommaso Campanella temeva da sempre le eclissi di sole, e da sempre sapeva che una di esse, quella prevista per il primo giugno 1639, gli sarebbe stata fatale. Così, quando nell'aprile di quell'anno fu colpito da una grave colica renale, capì che la morte stessa - 'la grande tributaria del Niente', come lui la chiamava - aveva scelto quel travestimento per annunciarsi e per fargli sapere che questa volta, all'appuntamento, non sarebbe mancata. Benché fosse medico e benché si fosse sempre curato da solo, preferì ora lasciare ad altri, ai vecchi dottori chiamati a consulto dai frati, la decisione su pozioni e salassi, che considerava ormai solo degli inutili palliativi, e volle combattere su un altro terreno, sul terreno della magia, la sua ultima guerra: usò i suoi poteri occulti per sfidare le leggi della natura e fece ricorso ai sortilegi e ai riti apotropaici che aveva descritto nel VII libro dell'Astrologia. Volle una cella tutta bianca, perché questo colore - che nasceva come per un prodigio dalla totale assenza di tutti i colori, per il solo effetto della luce - aveva in sé qualcosa di magico, e forse poteva allontanare i cattivi influssi delle stelle, o almeno attenuarne l'azione corruttrice. [...] La morte fu puntuale, ma non puntualissima. Era attesa per il giorno dell'eclissi; venne undici giorni prima, il 21 maggio alle quattro del mattino."

Adriana Flamigni-Rosella Mangaroni: Il caso Campanella
Camunia editore, Milano - 1995
pag. 149


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