"Una bella sera, il non meno bello usciere giudiziario Ivan Dmitric Cervjakov se ne stava seduto in una poltrona di seconda fila e guardava col binocolo Le campane di Corneville. Guardava e si sentiva al colmo della beatitudine. Ma all'improvviso... Nei racconti si trova spesso questo 'all'improvviso'. Gli autori hanno ragione: la vita è così piena di cose inaspettate!"
Anton P. Čechov: Racconti
Garzanti, Milano - 2008
traduzione di autori vari
a cura di Fausto Malcovati
Vol. I, pag. 1
sabato 28 febbraio 2009
venerdì 27 febbraio 2009
dare confidenza al maggiordomo
"- È una signorina, - ribatté la signora Costello, - che dà troppa confidenza al maggiordomo di sua madre.
- Confidenza al maggiordomo? - domandò il giovanotto.
- Oh, la madre è anche peggio. Trattano il maggiordomo come un amico di casa, come un gentiluomo. Non mi stupirei se pranzasse con loro. Molto probabilmente non hanno mai visto un uomo così compito, così ben vestito, così simile a un gentiluomo. Forse corrisponde all'idea che la signorina si è fatta di un conte. Sta con loro la sera in giardino; credo che fumi.
Winterbourne ascoltava con interesse queste rivelazioni che lo aiutavano a capire la signorina Daisy. Evidentemente era una ragazza piuttosto stravagante."
Henry James: Daisy Miller
Giulio Einaudi editore, Torino - 1971
traduzione di Francesco Mei
pag. 22
catalogazione: libreria di fianco al divano
- Confidenza al maggiordomo? - domandò il giovanotto.
- Oh, la madre è anche peggio. Trattano il maggiordomo come un amico di casa, come un gentiluomo. Non mi stupirei se pranzasse con loro. Molto probabilmente non hanno mai visto un uomo così compito, così ben vestito, così simile a un gentiluomo. Forse corrisponde all'idea che la signorina si è fatta di un conte. Sta con loro la sera in giardino; credo che fumi.
Winterbourne ascoltava con interesse queste rivelazioni che lo aiutavano a capire la signorina Daisy. Evidentemente era una ragazza piuttosto stravagante."
Henry James: Daisy Miller
Giulio Einaudi editore, Torino - 1971
traduzione di Francesco Mei
pag. 22
catalogazione: libreria di fianco al divano
giovedì 26 febbraio 2009
abbellire il vuoto della vita
"Così, nel più amabile dei modi, tutto intorno a Lužin si era prodigato per abbellire il vuoto della sua vita. Si lasciò cullare, viziare e titillare e, con l'anima raggomitolata, accettava la carezzevole vita che da ogni lato lo avviluppava. Il futuro gli si presentava confusamente come un abbraccio silenzioso, destinato a protrarsi senza fine in una beata penombra, transito agli svariati balocchi di questo mondo, i quali capitano dentro un raggio di luce per poi sparire di nuovo, ridendo e beccheggiando. Ma negli inevitabili momenti di solitudine durante il fidanzamento, la sera tardi o presto al mattino, provava una sensazione di strana vacuità, come se il colorito puzzle composto sulla tovaglia avesse rivelato all'interno qualche spazio vuoto dai contorni bizzarri."
Vladimir Nabokov: La difesa di Lužin
Adelphi edizioni, Milano - 2001
traduzione di Gianroberto Scarcia e Ugo Tessitore
pagg. 159-160
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Vladimir Nabokov: La difesa di Lužin
Adelphi edizioni, Milano - 2001
traduzione di Gianroberto Scarcia e Ugo Tessitore
pagg. 159-160
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
mercoledì 25 febbraio 2009
roba da matti!
martedì 24 febbraio 2009
la scuola è antigeniale!
"La scuola non insegna precisamente quello di cui si ha più bisogno: appena passati gli esami e ottenuti i diplomi bisogna rivomitare tutto quel che s’è ingozzato in quei forzati banchetti e ricominciare da capo.
Vorrei che i nostri dottori della legge, per i quali la scuola è il tempio delle nuove generazioni e i manuali approvati sono i sacri testamenti della religion pedantesca, leggessero almeno una volta il saggio di Hazlitt sull’Ignoranza delle persone istruite, che comincia così: «La razza di gente che ha meno idee è formata da quelli che non son altro che autori o lettori. È meglio non saper né leggere né scrivere che saper leggere e scrivere, e non esser capaci d’altro». E più giù: «Chiunque è passato per tutti i gradi regolari d’una educazione classica e non è diventato stupido, può vantarsi d’averla scappata bella».
Credo che pochissimi potrebbero – se sapessero giudicarsi da sé – vantarsi di una tal resistenza. E basta guardarsi un momento attorno e vedere quale sia la media intelligenza de’ nostri impiegati, dirigenti, maestri, professionisti e governanti per convincersi che Hazlitt ha centomila ragioni. Se c’è ancora un po’ d’intelligenza nel mondo bisogna cercarla fra gli autodidatti o fra gli analfabeti.
La scuola è così essenzialmente antigeniale che non ristupidisce solamente gli scolari ma anche i maestri. Ripeti e ripeti anni dopo anni le medesime cose, diventano assai più imbecilli e immalleabili di quel che fossero al principio – e non è dir poco.
Poveri aguzzini acidi, annoiati, anchilosati, vuotati, seccati, angariati, scoraggiati che muovon le loro membra ufficiali e governative soltanto quando si tratta di aver qualche lira di più tutti i mesi!
Giovanni Papini: Chiudiamo le scuole
Millelire Stampa Alternativa - 1992
pagg. 9-11
catalogazione: libreria in soggiorno sotto la finestra
Vorrei che i nostri dottori della legge, per i quali la scuola è il tempio delle nuove generazioni e i manuali approvati sono i sacri testamenti della religion pedantesca, leggessero almeno una volta il saggio di Hazlitt sull’Ignoranza delle persone istruite, che comincia così: «La razza di gente che ha meno idee è formata da quelli che non son altro che autori o lettori. È meglio non saper né leggere né scrivere che saper leggere e scrivere, e non esser capaci d’altro». E più giù: «Chiunque è passato per tutti i gradi regolari d’una educazione classica e non è diventato stupido, può vantarsi d’averla scappata bella».
Credo che pochissimi potrebbero – se sapessero giudicarsi da sé – vantarsi di una tal resistenza. E basta guardarsi un momento attorno e vedere quale sia la media intelligenza de’ nostri impiegati, dirigenti, maestri, professionisti e governanti per convincersi che Hazlitt ha centomila ragioni. Se c’è ancora un po’ d’intelligenza nel mondo bisogna cercarla fra gli autodidatti o fra gli analfabeti.
La scuola è così essenzialmente antigeniale che non ristupidisce solamente gli scolari ma anche i maestri. Ripeti e ripeti anni dopo anni le medesime cose, diventano assai più imbecilli e immalleabili di quel che fossero al principio – e non è dir poco.
Poveri aguzzini acidi, annoiati, anchilosati, vuotati, seccati, angariati, scoraggiati che muovon le loro membra ufficiali e governative soltanto quando si tratta di aver qualche lira di più tutti i mesi!
Giovanni Papini: Chiudiamo le scuole
Millelire Stampa Alternativa - 1992
pagg. 9-11
catalogazione: libreria in soggiorno sotto la finestra
lunedì 23 febbraio 2009
equilibrio & orientamento
"Important psychophysiologic mechanisms are involved in the maintenance of equilibrium and the orientation of our bodies to the external world. Early in life we come to coordinate parts of our bodies in relation to one another and to perceive that portion of space occupied by our bodies. We construct from these integrated sensory data a general concept that has been designated by Russell Brain as the body schema. The space around our body is represented by another set of data, the environmental schema. These two schemata are neither static nor independent; they are constantly being modified and adapted to one another; their interdependence is ascribed to the fact that the various sense organs which supply the information on which the two schemata are based are usually activated simultaneously by any body movement."
Raymond D. Adams & Maurice Victor: Principles of Neurology
McGraw-Hill Intl. editions, Columbus, OH - 1989
pag. 238
catalogazione: libreria in soggiorno sotto la finestra
Raymond D. Adams & Maurice Victor: Principles of Neurology
McGraw-Hill Intl. editions, Columbus, OH - 1989
pag. 238
catalogazione: libreria in soggiorno sotto la finestra
domenica 22 febbraio 2009
proprio uno di quegli anni là...
L'asino sul campanile
(racconto morale)
Si racconta che tanti anni fa nelle campagne del milanese c'era una gran carestia, non che fosse una cosa strana, anzi. Bastava che piovesse più del solito e l'uva ammuffiva sui tralci o non piovesse e nei campi polverosi sembrava che il grano facesse fatica ad uscire dalla terra. Poi ci si mettevano le tempestate improvvise e violente di maggio e... insomma era proprio uno di quegli anni là.
I contadini erano tristi e scrutavano il cielo aspettando chissacché, attenti ad ogni piccolo segno della natura che potesse dare uno spiraglio di speranza.
Niente, il cielo era implacabilmente vuoto, il sole picchiava feroce sulla terra trasformata sempre più in un'immensa pietraia.
Persino gli animali della stalla, quei pochi che erano rimasti, arrivata sera, cominciavano a lamentarsi: chi a ragliare, chi a muggire o a belare. Avevano fame anche loro e non si sapeva più cosa dare loro da mangiare.
Da un po' di tempo in qua i contadini si fermavano a capannelli nella piazza e guardavano là su in alto sul campanile che svettava sottile sopra le misere case del paese. In cima, proprio in cima, stava crescendo un bel ciuffetto d'erba che spiccava ardito sul cornicione più alto.
Una grande idea venne ai contadini: portar su un animale per fargli assaporare almeno quell’ultimo filo d'erba saporita.
Fu subito battaglia sul sagrato della chiesa per stabilire quale animale dovesse avere l'onore di fare questo prelibato spuntino. Chi perorava la causa del proprio asino (animale abituato ad ogni genere di fatiche), chi quella del bue (costretto a tirare l'erpice nei campi sassosi), chi quella di una capretta (così esile ed affamata da non dare più nemmeno il latte).
Alla fine, giacché le grida si sentivano fin dentro alla sagrestia, intervenne persino il Curato per vedere cosa stesse succedendo. Il risultato fu di rinfocolare il tumulto. Voleva metterci il becco anche lui su chi doveva salire sul "suo" campanile.
Si decise alla fine, dopo un'estenuante ed animata discussione, di estrarre a sorte, con la buschetta, quale animale dovesse essere il prescelto. Così fu estratto l'asino.
Ora bisognava farlo salire fin lassù.
I contadini quando ci si mettono trovano sempre una soluzione: tirarono una corda sulla trave di sostegno della campana e l'attaccarono alla cavezza dell'asino e... Tira, tira... La gente si affollava sotto, sembrava quasi che assaporasse il momento in cui l'asino sarebbe arrivato a prendere quel ciuffo d'erba.
Vedevano in quell’asino se stessi bastonati dalla vita, affamati e stanchi di stenti. Incitava gli uomini sempre più forte e quelli facevano una gran fatica a tirar su l'asino... o issa, o issaaa...
In tutto quel trambusto sembrava che quello che stesse meglio fosse proprio l'asino: in un primo momento scalciava, ragliava forte. Poi, man mano che saliva, sembrava quasi che ridesse, faceva di quei versi.
Ecco un ultimo sforzo, l'asino era giunto all'altezza delle campane, il ciuffetto d'erba svettava invitante sul cornicione.
Ma, che succede? L'asino aveva raggiunto il ciuffetto d'erba e non lo addentava? Come mai? La gente sotto rumoreggiava incredula.
Uno dei contadini salì sul campanile per verificare cosa stesse succedendo. Si affacciò dalla torre e gridò: - L'asino è morto strangolato, ecco perché rideva storto -.
Morale: quando si pensa di fare una cosa buona per gli altri (di asini si è parlato, ma è solo una metafora) occorre sempre usare mezzi altrettanto buoni.
Guglielmo Gaviani: Traversagnetta
Il mio libro - 2009
(racconto morale)
Si racconta che tanti anni fa nelle campagne del milanese c'era una gran carestia, non che fosse una cosa strana, anzi. Bastava che piovesse più del solito e l'uva ammuffiva sui tralci o non piovesse e nei campi polverosi sembrava che il grano facesse fatica ad uscire dalla terra. Poi ci si mettevano le tempestate improvvise e violente di maggio e... insomma era proprio uno di quegli anni là.
I contadini erano tristi e scrutavano il cielo aspettando chissacché, attenti ad ogni piccolo segno della natura che potesse dare uno spiraglio di speranza.
Niente, il cielo era implacabilmente vuoto, il sole picchiava feroce sulla terra trasformata sempre più in un'immensa pietraia.
Persino gli animali della stalla, quei pochi che erano rimasti, arrivata sera, cominciavano a lamentarsi: chi a ragliare, chi a muggire o a belare. Avevano fame anche loro e non si sapeva più cosa dare loro da mangiare.
Da un po' di tempo in qua i contadini si fermavano a capannelli nella piazza e guardavano là su in alto sul campanile che svettava sottile sopra le misere case del paese. In cima, proprio in cima, stava crescendo un bel ciuffetto d'erba che spiccava ardito sul cornicione più alto.
Una grande idea venne ai contadini: portar su un animale per fargli assaporare almeno quell’ultimo filo d'erba saporita.
Fu subito battaglia sul sagrato della chiesa per stabilire quale animale dovesse avere l'onore di fare questo prelibato spuntino. Chi perorava la causa del proprio asino (animale abituato ad ogni genere di fatiche), chi quella del bue (costretto a tirare l'erpice nei campi sassosi), chi quella di una capretta (così esile ed affamata da non dare più nemmeno il latte).
Alla fine, giacché le grida si sentivano fin dentro alla sagrestia, intervenne persino il Curato per vedere cosa stesse succedendo. Il risultato fu di rinfocolare il tumulto. Voleva metterci il becco anche lui su chi doveva salire sul "suo" campanile.
Si decise alla fine, dopo un'estenuante ed animata discussione, di estrarre a sorte, con la buschetta, quale animale dovesse essere il prescelto. Così fu estratto l'asino.
Ora bisognava farlo salire fin lassù.
I contadini quando ci si mettono trovano sempre una soluzione: tirarono una corda sulla trave di sostegno della campana e l'attaccarono alla cavezza dell'asino e... Tira, tira... La gente si affollava sotto, sembrava quasi che assaporasse il momento in cui l'asino sarebbe arrivato a prendere quel ciuffo d'erba.
Vedevano in quell’asino se stessi bastonati dalla vita, affamati e stanchi di stenti. Incitava gli uomini sempre più forte e quelli facevano una gran fatica a tirar su l'asino... o issa, o issaaa...
In tutto quel trambusto sembrava che quello che stesse meglio fosse proprio l'asino: in un primo momento scalciava, ragliava forte. Poi, man mano che saliva, sembrava quasi che ridesse, faceva di quei versi.
Ecco un ultimo sforzo, l'asino era giunto all'altezza delle campane, il ciuffetto d'erba svettava invitante sul cornicione.
Ma, che succede? L'asino aveva raggiunto il ciuffetto d'erba e non lo addentava? Come mai? La gente sotto rumoreggiava incredula.
Uno dei contadini salì sul campanile per verificare cosa stesse succedendo. Si affacciò dalla torre e gridò: - L'asino è morto strangolato, ecco perché rideva storto -.
Morale: quando si pensa di fare una cosa buona per gli altri (di asini si è parlato, ma è solo una metafora) occorre sempre usare mezzi altrettanto buoni.
Guglielmo Gaviani: Traversagnetta
Il mio libro - 2009
sabato 21 febbraio 2009
semi straordinari
"Affido le mie prime parole a questo taccuino che mi accompagnerà per tutta la mia avventura.
È tanto tempo che penso all'organizzazione del viaggio. Per l'esattezza dal momento in cui ho sentito parlare di questi famosi semi. SEMI DI CASE, APPUNTO. Basta piantarli e innaffiarli per veder spuntare una casetta. Se ne trovano ai piedi delle abitazioni in ogni parte del mondo. Ho preparato da tempo i bagagli. Ho consultato per l'ultima volta le mappe, ho controllato i biglietti, ho verificato di non aver dimenticato nulla. Sono pronto. Pronto a scoprire le abitazioni del mondo, a raccogliere i semi più straordinari."
Philippe Lechermeier: Chicchi di case. Il favoloso viaggio di Alfonso Sgabuzzino
Leonardo Publishing, Milano - 2008
traduzione di G. Pepe
introduzione
catalogazione: la libreria di Davide
È tanto tempo che penso all'organizzazione del viaggio. Per l'esattezza dal momento in cui ho sentito parlare di questi famosi semi. SEMI DI CASE, APPUNTO. Basta piantarli e innaffiarli per veder spuntare una casetta. Se ne trovano ai piedi delle abitazioni in ogni parte del mondo. Ho preparato da tempo i bagagli. Ho consultato per l'ultima volta le mappe, ho controllato i biglietti, ho verificato di non aver dimenticato nulla. Sono pronto. Pronto a scoprire le abitazioni del mondo, a raccogliere i semi più straordinari."
Philippe Lechermeier: Chicchi di case. Il favoloso viaggio di Alfonso Sgabuzzino
Leonardo Publishing, Milano - 2008
traduzione di G. Pepe
introduzione
catalogazione: la libreria di Davide
categorie
libri degli ospiti,
narrativa del resto del mondo
io sono il tricheco!
"I am he as you are he
as you are me
and we are all together
See how they run like pigs from a gun
see how they fly
I'm crying
Sitting on a cornflake
Waiting for the van to come
Corporation teashirt, stupid bloody tuesday
man you been a naughty boy
you let your face grow long
I am the eggman, they are the eggmen
I am the walrus
Goo goo goo joob
Mister city policeman sitting
pretty little policeman in a row
See how they fly like Lucy in the sky
see how they run
I'm crying - I'm crying, I'm crying - I'm crying
Yellow matter custard
dripping from a dead dogs eye
Crabalocker fishwife pornographic priestess
boy you been a naughty girl
you let your knickers down
I am the eggman, they are the eggmen
I am the walrus
Goo goo goo joob
Sitting in an English garden waiting for the sun,
if the sun don't come you get a tan from
standing in the English rain
I am the eggman, they are the eggmen
I am the walrus
Goo goo goo joob goo goo goo goo joob
Expert texpert choking smokers
don't you think the joker laughs at you?
Ho ho ho hi hi hi ha ha ha!
See how they smile like pigs in a sty
see how they snied
I'm crying
Semolina pilchard
climbing up the Eiffel tower
Elementry penguin singing Hare Krishna
Man you should have seen them
kicking Edgar Allen Poe
I am the eggman, they are the eggmen
I am the walrus
Goo goo goo joob goo goo goo goo joob
Goo goo goo joob goo goo goo goo joob"
Alan Aldridge: Il libro delle canzoni dei Beatles
Oscar Mondadori, Milano - 1972
traduzione di Umberto Santucci
pag. 84
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
as you are me
and we are all together
See how they run like pigs from a gun
see how they fly
I'm crying
Sitting on a cornflake
Waiting for the van to come
Corporation teashirt, stupid bloody tuesday
man you been a naughty boy
you let your face grow long
I am the eggman, they are the eggmen
I am the walrus
Goo goo goo joob
Mister city policeman sitting
pretty little policeman in a row
See how they fly like Lucy in the sky
see how they run
I'm crying - I'm crying, I'm crying - I'm crying
Yellow matter custard
dripping from a dead dogs eye
Crabalocker fishwife pornographic priestess
boy you been a naughty girl
you let your knickers down
I am the eggman, they are the eggmen
I am the walrus
Goo goo goo joob
Sitting in an English garden waiting for the sun,
if the sun don't come you get a tan from
standing in the English rain
I am the eggman, they are the eggmen
I am the walrus
Goo goo goo joob goo goo goo goo joob
Expert texpert choking smokers
don't you think the joker laughs at you?
Ho ho ho hi hi hi ha ha ha!
See how they smile like pigs in a sty
see how they snied
I'm crying
Semolina pilchard
climbing up the Eiffel tower
Elementry penguin singing Hare Krishna
Man you should have seen them
kicking Edgar Allen Poe
I am the eggman, they are the eggmen
I am the walrus
Goo goo goo joob goo goo goo goo joob
Goo goo goo joob goo goo goo goo joob"
Alan Aldridge: Il libro delle canzoni dei Beatles
Oscar Mondadori, Milano - 1972
traduzione di Umberto Santucci
pag. 84
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
venerdì 20 febbraio 2009
bytes anziché banconote
"Il rapinatore digitale del futuro dovrà essere intelligente e la violenza non gli servirà a nulla. Dovrà essere furbo, studiare i meccanismi che regolano i circuiti finanziari della nuova economia di rete, riuscire a individuarne i punti deboli e saperli sfruttare senza dare nell'occhio. E naturalmente dovrà riuscire a sfruttare al meglio le 'smagliature' della tecnica, fare un vero e proprio lavoro da specialista. Il nuovo rapinatore informatico non opera in solitario: ha bisogno di complici per recuperare informazioni e conoscenze tecniche. La violenza scompare completamente dal suo repertorio. Per questo i giuristi non parlano di 'rapina' ma di 'furto'. Il rapinatore online si differenzia dal rapinatore classico non solo per la modalità ma anche per la provenienza. Non sono le difficoltà economiche a spingerlo a rischiare la propria libertà, ma l'avidità, il piacere della sfida, il senso di essere superiore perché possiede le conoscenze tecniche."
Klaus Schönberger (a cura di): La rapina in banca - Storia. Teoria. Pratica.
DeriveApprodi, Roma - 2003
traduzione di Federica Matteoni
pag. 169
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Klaus Schönberger (a cura di): La rapina in banca - Storia. Teoria. Pratica.
DeriveApprodi, Roma - 2003
traduzione di Federica Matteoni
pag. 169
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
giovedì 19 febbraio 2009
preliminari
L’unità emotiva del racconto si ottiene tramite l’ossessione di ciò che deve sopraggiungere.
Il finale deve avere la virtù di rendere simultanee per lo spirito le immagini che furono successive.
La presenza del finale deve essere ben coperta, ma pulsare con forte risonanza in tutti gli angoli del racconto.
Il finale è un’immagine che fa esplodere il racconto nelle ultime parole, dopo averlo gonfiato poderosamente.
Il racconto è una pelle sotto la quale si sente il battito di un’immagine contenuta.
Il racconto è il mulinello che fanno attorno a una lampada molte farfalle, tutte immerse nella stessa luce.
Rafael Dieste: Preliminari
da: Racconti galeghi
a cura di Danilo Manera
Millelire Stampa Alternativa - 1992
pag. 9
catalogazione: libreria in soggiorno sotto la finestra
Il finale deve avere la virtù di rendere simultanee per lo spirito le immagini che furono successive.
La presenza del finale deve essere ben coperta, ma pulsare con forte risonanza in tutti gli angoli del racconto.
Il finale è un’immagine che fa esplodere il racconto nelle ultime parole, dopo averlo gonfiato poderosamente.
Il racconto è una pelle sotto la quale si sente il battito di un’immagine contenuta.
Il racconto è il mulinello che fanno attorno a una lampada molte farfalle, tutte immerse nella stessa luce.
Rafael Dieste: Preliminari
da: Racconti galeghi
a cura di Danilo Manera
Millelire Stampa Alternativa - 1992
pag. 9
catalogazione: libreria in soggiorno sotto la finestra
mercoledì 18 febbraio 2009
Associazione Nazionale Suicidi Irremovibili
"- No. Stanislao voleva suicidarsi, verso i cinquant'anni; non ne poteva più, della vita, della miseria, di un'esistenza senza scopo... Decise quindi di uccidersi, come le dicevo. Ma avvenne un fatto increscioso, anche se abbastanza comune: il suicidio non gli riuscì, fu salvato in extremis dall'annegamento... Allora capì.
- Capì che cosa?
- Che non era per niente facile suicidarsi... e che bisognava aiutare i suicidi a mettere in pratica il suicidio, appunto.
- Ah... ecco l'origine dell'A.N.S.I.
- Precisamente. Ma lei non si rende conto di quante difficoltà ha dovuto superare Stanislao Valleri, di quante responsabilità si è dovuto far carico, del numero di porte a cui ha dovuto bussare... Lei capisce, senza soldi, non si dà vita a nessuna nuova struttura, a niente..."
Stefano Martinelli: Può restare un momento in linea, per favore?
Millelire Stampa Alternativa - 1992
pag. 21
catalogazione: libreria sotto la finestra in soggiorno
- Capì che cosa?
- Che non era per niente facile suicidarsi... e che bisognava aiutare i suicidi a mettere in pratica il suicidio, appunto.
- Ah... ecco l'origine dell'A.N.S.I.
- Precisamente. Ma lei non si rende conto di quante difficoltà ha dovuto superare Stanislao Valleri, di quante responsabilità si è dovuto far carico, del numero di porte a cui ha dovuto bussare... Lei capisce, senza soldi, non si dà vita a nessuna nuova struttura, a niente..."
Stefano Martinelli: Può restare un momento in linea, per favore?
Millelire Stampa Alternativa - 1992
pag. 21
catalogazione: libreria sotto la finestra in soggiorno
martedì 17 febbraio 2009
liberi pensatori
"Sapete che cos'è un umanista?
I miei genitori e i miei nonni erano umanisti, ossia quelli che un tempo venivano definiti liberi pensatori. Perciò, in quanto umanista, sto onorando i miei antenati, come la Bibbia sostiene che è giusto fare. Noi umanisti cerchiamo di comportarci nella maniera più dignitosa, leale e onesta possibile senza aspettarci nessuna ricompensa o punizione in una vita dopo la morte. Mio fratello e mia sorella non credevano nell'aldilà, così come non ci credevano i miei genitori e i miei nonni. Gli bastava sapere che erano vivi. Noi umanisti facciamo del nostro meglio per servire l'unico ente astratto che ci risulta davvero familiare, ossia la nostro comunità"
Kurt Vonnegut: Un uomo senza patria
Minimum Fax, Roma - 2006
traduzione di Martina Test
pag. 69
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
lunedì 16 febbraio 2009
dalie in giugno... pesca al salmone in ottobre!
"Uno dei più probi romanzieri che siano mai esistiti, il vittoriano Anthony Trollope, ha scritto: «Il povero romanziere scopre di frequente di aver commesso errori nella sua descrizione delle cose in genere, e ciò gli viene rimproverato aspramente dai critici e amorevolmente dai suoi amici intimi. Gli vien fatto di parlare di cose di cui tralascia di apprendere la natura prima di parlarne, come dovrebbe fare un romanziere scrupoloso. Pesca salmone d'ottobre, o di marzo dà la caccia alle pernici. Le sue dalie fioriscono in giugno, e i suoi uccelli cantano d'autunno. Apre i teatri dell'opera prima di Pasqua, e fa sedere il Parlamento un mercoledì sera. E poi quelle terribili maglie della legge! Un benevolo pilota di tanto in tanto offrirà il suo aiuto al povero romanziere che non sempre ne sa fare un uso discreto»."
Mario Praz: Lettrice notturna
Gherardo Casini editore, Roma - 1952
pag. 226
catalogazione: libreria di fianco al divano
Mario Praz: Lettrice notturna
Gherardo Casini editore, Roma - 1952
pag. 226
catalogazione: libreria di fianco al divano
categorie
memorie,
saggistica,
scienze umane
domenica 15 febbraio 2009
affetto reciproco, costante e operoso
"amicizia (a-mi-cì-zia) s.f. 1. reciproco affetto, costante e operoso, tra persona e persona, nato da una scelta che tiene conto della conformità dei voleri o dei caratteri e da una prolungata consuetudine: fare, stringere a. con qualcuno; rompere, guastare l'a. 2. euf. Relazione amorosa; a. particolare, relazione trasgressiva. 3. concr. Persona con la quale si sia in rapporto di amicizia: è una buona a.; è un uomo di poche a. - Dal lat. amicitia, der. di amicus 'amico' - sec. XIII"
Giacomo Devoto, Gian Carlo Oli: il Devoto-Oli 2007 - Vocabolario della lingua italiana
a cura di Luca Serianni & Maurizio Trifone
Felice Le Monnier, Firenze - 2006
pag. 105
catalogazione: libreria di fianco al computer
Giacomo Devoto, Gian Carlo Oli: il Devoto-Oli 2007 - Vocabolario della lingua italiana
a cura di Luca Serianni & Maurizio Trifone
Felice Le Monnier, Firenze - 2006
pag. 105
catalogazione: libreria di fianco al computer
sabato 14 febbraio 2009
l'andatura? un tratto distintivo...
"La marche est une dynamique de déplacement bipède qui s'est stylisée, un peu comme les mouvements de la main pour l'écriture. Nous pouvons reconnaître de loin un individu, par sa seule façon de marcher. Autrement dit, la marche de l'homme présente des caractères individuels, elle illustre sa manière d'être au monde. La marche est un mouvement humain, le plus usuel. On étudie habituellement la marche dite en extension sur un terrain plat, à l'allure de cinq kilomètres à l'heure. Cette marche est dite économique. La caractéristique de la marche est de conserver un appui permanent au sol. C'est un mouvement de locomotion procédant par succession d'appuis alternés d'un pied et des deux pieds. C'est la succession des pas."
Boris J. Dolto: Le corps entre le mains
Hermann editeurs, Paris - 1988
pagg. 351-352
catalogazione: libreria sotto la finestra in soggiorno
Boris J. Dolto: Le corps entre le mains
Hermann editeurs, Paris - 1988
pagg. 351-352
catalogazione: libreria sotto la finestra in soggiorno
venerdì 13 febbraio 2009
vado a giocare due o tre briscole perché non ne posso fare a meno!
"Anche Giulio allora si rifece animo; e disse cose strampalate:
«Ci penserò tutto il giorno; così, la cambiale doventerà viva come se nel suo posto ci fossi io e potrà parlare da sé!».
Enrico chiese:
«O, allora perché dianzi ci siamo tanto rannuvolati? Se viene il Corsali, quando io non ci sono, ditegli a nome mio che non lo volevo offendere sul serio!».
Giulio gli chiese:
«E dove hai da andare?».
«Vado a giocare due o tre briscole; perché non ne posso fare a meno! Mi parrebbe di non essere più io!».
Niccolò era così nervosamente allegro che cominciò a canticchiare sguaiataggini. Giulio lo ascoltava; ma ad un tratto, senza osare di dirlo a lui, sentì come un fendente dal capo ai piedi. Per salvarsi, nascose il viso tra le mani."
Federigo Tozzi: Tra croci
editrice l'Unità, Roma - 1993
pag. 83
catalogazione: libreria in ingresso
«Ci penserò tutto il giorno; così, la cambiale doventerà viva come se nel suo posto ci fossi io e potrà parlare da sé!».
Enrico chiese:
«O, allora perché dianzi ci siamo tanto rannuvolati? Se viene il Corsali, quando io non ci sono, ditegli a nome mio che non lo volevo offendere sul serio!».
Giulio gli chiese:
«E dove hai da andare?».
«Vado a giocare due o tre briscole; perché non ne posso fare a meno! Mi parrebbe di non essere più io!».
Niccolò era così nervosamente allegro che cominciò a canticchiare sguaiataggini. Giulio lo ascoltava; ma ad un tratto, senza osare di dirlo a lui, sentì come un fendente dal capo ai piedi. Per salvarsi, nascose il viso tra le mani."
Federigo Tozzi: Tra croci
editrice l'Unità, Roma - 1993
pag. 83
catalogazione: libreria in ingresso
giovedì 12 febbraio 2009
Penelope e il caso Spoonish
“Penelope non era propriamente una persona mattiniera. Amava far tardi la sera, intenta a lavorare. Oppure a guardare qualche telefilm poliziesco alla TV. O al Tannish, la birreria irlandese del suo amico Mack, a bere un buon whiskey al miele, unica sua concessione al mondo degli alcolici. In ogni caso raramente andava a dormire prima della mezzanotte. E raramente la mattina si alzava prima delle nove. Amava poltrire sul letto, nel dormiveglia. Fino a quando il proprio senso di responsabilità o qualche altro fattore esterno non le imponeva, a malincuore, di alzarsi.
Quella mattina però aveva fatto un’eccezione. E di ciò doveva ringraziare il pauroso incubo dal quale si era svegliata di soprassalto, terrorizzando il povero Felix.
Erano quindi appena le otto quando un’insonnolita Penelope portava alla bocca un altro cucchiaio dei suoi cereali preferiti. Era veramente comica a vedersi, appollaiata sullo sgabello di cucina, con il suo pigiama rosa fucsia, la faccia ancora assonnata ed i lunghi capelli neri completamente scompigliati. Passata la paura per l’incubo si era rapidamente rilassata ed aveva avuto la fortissima tentazione di tornare sotto le calde coperte. Aveva però deciso di rimanere in piedi, resistendo stoicamente a quella dolce tentazione. In questa decisione un po’ era stata spinta dalla consapevolezza che doveva tornare presto al lavoro. Quello infatti era l’ultimo giorno che aveva a disposizione per risolvere il caso Spoonish. Ma un po’, confessava a se stessa, era stata motivata dal timore che assieme al sonno tornasse anche quel pauroso incubo.”
Eliott Parker: Penelope Guzman - Il colpevole
Seneca edizioni, Torino - 2009
pag. 120
Quella mattina però aveva fatto un’eccezione. E di ciò doveva ringraziare il pauroso incubo dal quale si era svegliata di soprassalto, terrorizzando il povero Felix.
Erano quindi appena le otto quando un’insonnolita Penelope portava alla bocca un altro cucchiaio dei suoi cereali preferiti. Era veramente comica a vedersi, appollaiata sullo sgabello di cucina, con il suo pigiama rosa fucsia, la faccia ancora assonnata ed i lunghi capelli neri completamente scompigliati. Passata la paura per l’incubo si era rapidamente rilassata ed aveva avuto la fortissima tentazione di tornare sotto le calde coperte. Aveva però deciso di rimanere in piedi, resistendo stoicamente a quella dolce tentazione. In questa decisione un po’ era stata spinta dalla consapevolezza che doveva tornare presto al lavoro. Quello infatti era l’ultimo giorno che aveva a disposizione per risolvere il caso Spoonish. Ma un po’, confessava a se stessa, era stata motivata dal timore che assieme al sonno tornasse anche quel pauroso incubo.”
Eliott Parker: Penelope Guzman - Il colpevole
Seneca edizioni, Torino - 2009
pag. 120
categorie
libri degli ospiti,
narrativa italiana
mercoledì 11 febbraio 2009
sono dell'Ariete
"MARCO Buongiorno.
ILARIA Buongiorno. Lei chi è?
MARCO Sono Marco Rozzi. Sono dell'Ariete.
ILARIA Io della Bilancia.
MARCO L'Ariete è un settimanale. È un settimanale che facciamo io e un mio amico.. Non è il mio segno zodiacale, l'Ariete. Il mio segno è un altro.
ILARIA Cerca qualcuno?
MARCO Cerco Gianni Tiraboschi. Gli ho parlato al telefono ieri. Mi ha detto di venire stamattina. Devo fargli un'intervista.
ILARIA Non c'è.
MARCO Non c'è?
ILARIA È partito.
MARCO No. È partito? Io sono venuto da Roma apposta. Ho fatto tre ore di macchina.
ILARIA Che macchina ha?
MARCO Una centoventisette. Ma cosa importa che macchina ho?
ILARIA Niente. Domandavo."
Natalia Ginzburg: L'intervista
Giulio Einaudi editore, Torino - 1989
pag. 5
catalogazione: libreria dietro il computer
ILARIA Buongiorno. Lei chi è?
MARCO Sono Marco Rozzi. Sono dell'Ariete.
ILARIA Io della Bilancia.
MARCO L'Ariete è un settimanale. È un settimanale che facciamo io e un mio amico.. Non è il mio segno zodiacale, l'Ariete. Il mio segno è un altro.
ILARIA Cerca qualcuno?
MARCO Cerco Gianni Tiraboschi. Gli ho parlato al telefono ieri. Mi ha detto di venire stamattina. Devo fargli un'intervista.
ILARIA Non c'è.
MARCO Non c'è?
ILARIA È partito.
MARCO No. È partito? Io sono venuto da Roma apposta. Ho fatto tre ore di macchina.
ILARIA Che macchina ha?
MARCO Una centoventisette. Ma cosa importa che macchina ho?
ILARIA Niente. Domandavo."
Natalia Ginzburg: L'intervista
Giulio Einaudi editore, Torino - 1989
pag. 5
catalogazione: libreria dietro il computer
martedì 10 febbraio 2009
sonnet en langue inconnue
"Cerdis zerom deronty toulpinye
Purois harlins linor orifieux,
Tictic falo mien estolieux
Leulfiditous lafar relonglotye.
Gerefeluz tourdom redassinye;
Ervidion tecar doludrieux,
Arlas destolosart lurafirie.
Tast deportui tast fal minadian
Tast deportui tast fal minadian
Tast tast causus renula dulpissoistre,
Ladmirail reladra furvioux
C'est mon secret ma mignonne aux yeux doux
Qu'autre que toy ne sçaurait reconnoistre."
Marc Papillon de Lasphrise (1599).
Pier Paolo Rinaldi: Il piccolo libro del NONSENSE
prefazione di Stefano Bartezzaghi
Antonio Vallardi editore, Milano - 1997
pagg. 95-96
catalogazione: libreria sotto la finestra
Purois harlins linor orifieux,
Tictic falo mien estolieux
Leulfiditous lafar relonglotye.
Gerefeluz tourdom redassinye;
Ervidion tecar doludrieux,
Arlas destolosart lurafirie.
Tast deportui tast fal minadian
Tast deportui tast fal minadian
Tast tast causus renula dulpissoistre,
Ladmirail reladra furvioux
C'est mon secret ma mignonne aux yeux doux
Qu'autre que toy ne sçaurait reconnoistre."
Marc Papillon de Lasphrise (1599).
Pier Paolo Rinaldi: Il piccolo libro del NONSENSE
prefazione di Stefano Bartezzaghi
Antonio Vallardi editore, Milano - 1997
pagg. 95-96
catalogazione: libreria sotto la finestra
spioni
"La stanza è immersa nel buio. Ma poco a poco i nostri occhi si abituano all'oscurità. C'è una donna sdraiata sul letto. Una donna giovane e bella: è Eri, la sorella di Mari. Asai Eri. Nessuno ce l'ha detto, ma chissà perché lo sappiamo. I suoi capelli neri sono sparsi sul cuscino come un lago scuro. Diventati un punto di osservazione, noi la guardiamo. O forse sarebbe più giusto dire che la spiamo. Siamo una telecamera sospesa nell'aria, in grado di spostarsi liberamente dentro la stanza. Una telecamera che in questo momento è proprio al di sopra del letto e riprende il viso addormentato di lei."
Murakami Haruki: After dark
Einaudi, Torino - 2008
traduzione di Antonietta Pastore
pag. 23
lunedì 9 febbraio 2009
liberare i colori con la luce
"«L'illuminazione per se stessa - egli scrive - è un elemento dagli effetti illimitati; rimessa in libertà, diviene per noi ciò che per il pittore è la tavolozza: per lui ogni combinazione di colori è possibile; e da parte nostra, per mezzo di proiezioni semplici o composte, fisse o mobili, con l'ostruzione parziale delle fonti luminose, con diversi gradi di trasparenze etc. noi possiamo ottenere un numero infinito di modulazioni. L'illuminazione ci dà così il mezzo per esternare, liberare in qualche modo una gran parte dei colori e delle forme che la pittura fissava sulle sue tele, e di diffonderli vivi nello spazio; l'attore non passeggia più davanti alle ombre e alle luci dipinte, ma è immerso in un'atmosfera che è destinata a lui. Gli artisti capiranno facilmente l'importanza di una simile riforma...»."
Ferruccio Marotti: La scena di Adolphe Appia
casa editrice Licinio Cappelli, Bologna - 1966
pagg. 77-78
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Ferruccio Marotti: La scena di Adolphe Appia
casa editrice Licinio Cappelli, Bologna - 1966
pagg. 77-78
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
vivere dimezzato
"Quando stavamo assieme, all'inizio, mi hai detto qualche volta che ti sentivi felice, ricordi? A me faceva piacere che lo dicessi, ma quel tuo entusiasmo mi suonava come un po' prematuro: la felicità non si racconta, ma si vive. Però adesso comprendo che parlavi a vuoto. Io credo che la vera felicità la si abbia solo in due, stando assieme, e che la solitudine renda l'uomo un essere dimezzato. Forse la tua vera aspirazione, anche se non la conosci ancora, è quella di essere un uomo dimezzato...Hai mai pensato veramente a queste cose? Che senso ha stare soli? Vivere come una metà?"
Giuseppe Barreca: Le parole alla fine
Libero di scrivere edizioni, Genova - 2008
pag. 33
domenica 8 febbraio 2009
la rete
"...e finalmente la via del tonno è una sola, anche se talvolta mena alla rete. È una sola! Basterebbe il fatto - concluse il padre con grande autorità - che egli non sa farne altre.
-C'è la rete dunque?- chiese il giovane tonno.
-È inutile parlarne fuori - disse il padre - e dentro è tardi.
-Ma che c'è nella rete? - insistette il figlio.
-Nessuno torna - replicò il padre - a raccontarcelo. Io una volta vi incappai, ma un pescesega ruppe le maglie e uscimmo tutti. Io ti raccomando di non dar retta ai lusingatori che seguono il branco, come pescicani ed altri prepotenti. Costoro cercano di tenere a bada con le baie qualcuno dei più inesperti o dei più sicuri e sufficienti tonni, per mangiarselo poi sul serio. Guardati dai pesci promettitori, dai troppo piacevoli da ascoltare, da chi ti fa degli elogi, da chi ti vuol indurre in vie nuove, più facili, più spicce o più lusinghevoli. Stai sulle tue, bada a te; la via la sai, se la perdi non ne ritrovi più. Ricordati che le cose troppo allettanti non son mai salutari e che la verità non è mai così bella come la si dipinge. Rispondi sempre, a tutti: Lo sa il tonno."
Riccardo Bacchelli: Lo sa il tonno
Rizzoli, Milano - 1953
pag. 19
il vero guerriero
Virabhadrasana II
Warrior II
Here there is nothing to fight
except wilfulness.
Some lean too far
into the past.
Others stretch way out
into the future.
The true warrior
stays in the
moment,
burning deeper
into whatever comes,
or sometimes with
even more difficulty,
what doesn’t.
Leza Lowitz: Yoga poems - Lines to unfold by
Stone Bridge Press, Berkley (CA) - 2000
illustrazioni di Anja Borgstrom
pag. 24
catalogazione: search inside di www.amazon.com
Warrior II
Here there is nothing to fight
except wilfulness.
Some lean too far
into the past.
Others stretch way out
into the future.
The true warrior
stays in the
moment,
burning deeper
into whatever comes,
or sometimes with
even more difficulty,
what doesn’t.
Leza Lowitz: Yoga poems - Lines to unfold by
Stone Bridge Press, Berkley (CA) - 2000
illustrazioni di Anja Borgstrom
pag. 24
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sabato 7 febbraio 2009
cretini e svogliati
"Voi dite d'aver bocciato i cretini e gli svogliati.
Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. È più facile che i dispettosi siate voi.
Alla Costituente chi sostenne la teoria delle differenze di nascita fu un fascista: 'L'On. Mastroianni riferendosi alla parola obbligatorio osserva che ci sono alunni che dimostrano una insufficienza di carattere organico a frequentare le scuole'."
Scuola di Barbiana: Lettera a una professoressa
Libreria Editrice Fiorentina, Firenze - 1967
pag. 60
catalogazione: libreria dietro il computer
Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. È più facile che i dispettosi siate voi.
Alla Costituente chi sostenne la teoria delle differenze di nascita fu un fascista: 'L'On. Mastroianni riferendosi alla parola obbligatorio osserva che ci sono alunni che dimostrano una insufficienza di carattere organico a frequentare le scuole'."
Scuola di Barbiana: Lettera a una professoressa
Libreria Editrice Fiorentina, Firenze - 1967
pag. 60
catalogazione: libreria dietro il computer
la lezione della storia
"Cesare non ebbe mai, quantomeno a partire dal suo consolato, alcuna sensibilità per le istituzioni politiche e per il loro complesso funzionamento. Bisogna aggiungere che questo funzionamento era allora per molti aspetti, distorto e poco efficiente. Coloro che lo difendevano non potevano sperare di avere rispetto da Cesare. Per lui esistevano innanzitutto persone e problemi oggettivi. Considerò la fedeltà e la responsabilità rapporti essenzialmente personali che coltivò con abnegazione. Al contrario, non credette mai che i suoi avversari si prodigassero per la res publica e per la forma tradizionale di regime senatorio alla quale si erano vincolati. Vide solo la loro ostilità nei suoi confronti e i loro motivi egoistici, che peraltro esistevano certamente. ...Nella soluzione di problemi oggettivi, le complicazioni istituzionali gli avevano sempre dato fastidio. Dove poteva, si era messo su un piano superiore. Dopo la vittoria nulla poteva più ostacolarlo: affrontò tutti i problemi, quelli più vicini e quelli remoti. Era convinto così facendo di essere nel giusto e di realizzare una grande impresa. Poco gli importava quindi il terzo elemento, che si poneva tra le persone e i problemi concreti, vale a dire l'ordine nel quale i Romani vivevano, ciò che loro ritenevano oggettivo e che era ancora oggettivo in quanto universalmente riconosciuto, ma che parallelamente, non era oggettivo in quanto non funzionava e né godeva di vita e di rispetto: l'insieme insomma dell'ordine politico, che che non si esauriva nella somma delle sue parti. Il peso specifico, la forza delle istituzioni che garantivano il diritto e la sicurezza, le forme della consultazione, la libertà della vita repubblicana, che si trovava certo in difficoltà ma che non pareva ancora del tutto perduta gli davano innanzitutto fastidio."
Christian Meier: Cesare - impotenza e onnipotenza di un dittatore
Einaudi, Torino - 1995
traduzione di Edoardo Tortarolo
pag. 76
venerdì 6 febbraio 2009
i prezzi sono alle stelle
"Ottobre si avvia alla fine. Il cielo è basso su Pietrogrado, città dai cento canali. La notte rapisce le ore più belle, cadendo presto e resistendo al giorno fino a metà mattinata. L'umidità è calata e si è formata da un mese, ghiacciata dal vento del golfo di Finlandia. Le strade recano i solchi fangosi dei carri e delle vetture.
Le razioni di pane sono state ridotte a 250 e poi a 125 grammi al giorno, quelle dello zucchero a un chilogrammo al mese. I prezzi sono alle stelle. Davanti ai negozi le massaie fanno la fila fin dalle prime ore dell'alba. Il governo Kerenskij non è riuscito a vincere la miseria meglio di quanto avesse fatto quello di Lvov. La moneta buona è scomparsa, cacciata dalle banconote nuove soprannominate, non senza disprezzo, kerenskij. Nuovi mercanti sono spuntati agli angoli delle vie: vendono a caro prezzo un alimento d'emergenza che va di moda masticare in pubblico per ostentare idee socialiste: i grani di girasole."
Jean-Paul Ollivier: Quando farà giorno, compagno? Storia della Rivoluzione d'Ottobre
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1967
traduzione di Raffaele Petrillo
pag. 251
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Le razioni di pane sono state ridotte a 250 e poi a 125 grammi al giorno, quelle dello zucchero a un chilogrammo al mese. I prezzi sono alle stelle. Davanti ai negozi le massaie fanno la fila fin dalle prime ore dell'alba. Il governo Kerenskij non è riuscito a vincere la miseria meglio di quanto avesse fatto quello di Lvov. La moneta buona è scomparsa, cacciata dalle banconote nuove soprannominate, non senza disprezzo, kerenskij. Nuovi mercanti sono spuntati agli angoli delle vie: vendono a caro prezzo un alimento d'emergenza che va di moda masticare in pubblico per ostentare idee socialiste: i grani di girasole."
Jean-Paul Ollivier: Quando farà giorno, compagno? Storia della Rivoluzione d'Ottobre
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1967
traduzione di Raffaele Petrillo
pag. 251
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
svecchiare
"Ci sono momenti nella Storia che sono caratterizzati da una voglia di trasformazione, di cambiamento, di svecchiamento, una voglia che ha origine nel nostro intimo, come qualcosa che deve, per forza di cose, prendere forma. In tal modo, oltre a venire alla luce nuove idee e nuovi principi di vita partoriti dalle precedenti conoscenze, i vecchi concetti hanno la possibilità di rigenerarsi per seguire il loro cammino."
Gaspare Armato: La storia nell'arte
Il Papyrus miniedizioni, Pistoia - 2008
pag. 77
giovedì 5 febbraio 2009
pensando a Beppino Englaro
39. L'Impedimento
"... Mentre di solito è meglio aggirare l'impedimento e tentare di superarlo lungo la linea della minima resistenza, vi è pure un caso nel quale bisogna affrontare la difficoltà, anche se difficoltà si aggiunge a difficoltà: ciò avviene quando la via del dovere ci porta a non poter agire per libera decisione, ma ci obbliga a ricercare il pericolo al servizio di una causa superiore. Allora lo si ricerchi e intanto si rimanga del tutto tranquilli interiormente, poiché non ci si è messi per propria colpa in questa difficile situazione."
"... Mentre di solito è meglio aggirare l'impedimento e tentare di superarlo lungo la linea della minima resistenza, vi è pure un caso nel quale bisogna affrontare la difficoltà, anche se difficoltà si aggiunge a difficoltà: ciò avviene quando la via del dovere ci porta a non poter agire per libera decisione, ma ci obbliga a ricercare il pericolo al servizio di una causa superiore. Allora lo si ricerchi e intanto si rimanga del tutto tranquilli interiormente, poiché non ci si è messi per propria colpa in questa difficile situazione."
I Ching -Il Libro dei Mutamenti
Adelphi, Milano - 1991
traduzione di Bruno Veneziani e A.G. Ferrara
pag. 191
chi è più inimmaginabile?
"Che ne è allora dell'evento reale, se dappertutto l'immagine, la finzione, il virtuale entrano per perfusione nella realtà? Nel caso che ci interessa, si è creduto di vedere (con un certo sollievo, forse) una risorgenza del reale e della violenza del reale in un universo che si spacciava per virtuale. 'Finite le vostre storie di virtuale - qui siamo nel reale!' Analogamente, si è potuto vedere in ciò una resurrezione della storia, al di là della sua fine annunciata. Ma la realtà supera veramente la finzione? Se sembra farlo, è perché ne ha assorbito l'energia, divenendo essa stessa finzione. Si potrebbe quasi dire che la realtà sia gelosa della finzione, che il reale sia geloso dell'immagine... È una specie di duello tra loro, a chi sarà il più inimmaginabile."
Jean Baudrillard: Lo spirito del terrorismo
Raffaello Cortina editore, Milano - 2002
traduzione di Alessandro Serra
pag. 37
catalogazione: libreria dietro al computer
Jean Baudrillard: Lo spirito del terrorismo
Raffaello Cortina editore, Milano - 2002
traduzione di Alessandro Serra
pag. 37
catalogazione: libreria dietro al computer
mercoledì 4 febbraio 2009
the long and the short of it
"It is extremely rare to come across a patient who does not have one leg shorter than the other. Just as we rarely have two feet or hands of the same size or two breasts of the same size, so the human frame has differences in leg length. It is when the compensation for this leg length difference breaks down that we have problems."
Stephen Sandler: A guide to osteopathy
Hamlyn Publishing Group Ltd., London - 1989
pag. 91
catalogazione: libreria dietro il computer
Stephen Sandler: A guide to osteopathy
Hamlyn Publishing Group Ltd., London - 1989
pag. 91
catalogazione: libreria dietro il computer
martedì 3 febbraio 2009
un magnifico lago
"Più piccolo e spettacolare del vicino Lago Albano, il Lago di Nemi si apre tra Genzano e Nemi, e offre varie passeggiate. La strada circumlacuale e le due che scendono da Genzano sono aperte alle auto, quella che scende da Nemi è stata chiusa da una frana. Consigliamo di percorrerla a piedi in salita, dopo essere scesi per un ripido viottolo. Circondato da boschi, campi e coltivazioni di fragole, il lago offre un magnifico colpo d'occhio. Da vedere il Museo delle Navi Romane (le due imbarcazioni di Caligola sono però state date alle fiamme nel 1944) e le rovine del Tempio di Diana, uno dei luoghi di culto più importanti degli antichi Latini."
Stefano Ardito: A piedi nel Lazio
Iter edizioni, Subiaco (RM) - 2002
pag. 185
catalogazione: libreria in camera da letto
Iter edizioni, Subiaco (RM) - 2002
pag. 185
catalogazione: libreria in camera da letto
lunedì 2 febbraio 2009
la spessezza tangibile degli oggetti
"Agli agguati e ai clichés della morte, Deržavin oppone l'opulenza e la gioia dei colori. Finché non giungono i geli e le intemperie a stroncarci come alberi, è d'uopo allegrarsi, godere la balenante bellezza, il fervore fugace dell'esistenza. Ed ecco un gaio colorismo, una vitalità rubensiana scacciano a sprazzi dalla poesia di Deržavin l'ossuta tetraggine dei simboli funebri, gli spettri fumosi, le falci.
Abbaglia la succulenta pienezza di certi suoi quadri. Ed è strano accostarsi a così rutilanti pitture dagli ingranaggi glaciali del nostro tempo. Deržavin allinea nei versi liste di frutti, di prelibati bocconi, di forti bevande; dipinge con esuberanza fastosa tavole imbandite d'ogni delizia.
Intere strofe assomigliano a deschi o scansie traboccanti di vettovaglie e di arnesi conviviali. Attratto, come oggi diremmo, dalla 'texture des choses', egli sa esprimere a meraviglia la spessezza tangibile degli oggetti."
Angelo Maria Ripellino: Letteratura come itinerario nel meraviglioso
Giulio Einaudi editore, Torino - 1968
pag. 29
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Abbaglia la succulenta pienezza di certi suoi quadri. Ed è strano accostarsi a così rutilanti pitture dagli ingranaggi glaciali del nostro tempo. Deržavin allinea nei versi liste di frutti, di prelibati bocconi, di forti bevande; dipinge con esuberanza fastosa tavole imbandite d'ogni delizia.
Intere strofe assomigliano a deschi o scansie traboccanti di vettovaglie e di arnesi conviviali. Attratto, come oggi diremmo, dalla 'texture des choses', egli sa esprimere a meraviglia la spessezza tangibile degli oggetti."
Angelo Maria Ripellino: Letteratura come itinerario nel meraviglioso
Giulio Einaudi editore, Torino - 1968
pag. 29
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
25 febbraio 1980
"Tra i primi dettagli che si seppero dell'investimento del 25 febbraio all'incrocio tra rue des Ecoles e rue Saint Jacques ci fu quello che Roland Barthes era rimasto sfigurato, tanto che nessuno, lì a due passi dal Collège de France, aveva potuto riconoscerlo e l'ambulanza che l'aveva raccolto l'aveva portato all'ospedale della Salpêtrière come un ferito senza nome (non aveva documenti su di sé) e così restò per ore non identificato in corsia... Il 28 marzo, nella bara, invece, il suo volto non era affatto sfigurato: era lui come tante volte lo avevo incontrato per quelle vie del Quartiere, con la sigaretta pendente a un angolo della bocca, al modo di chi è stato giovane prima della guerra, (la storicità dell'immagine, uno dei tanti temi della Chambre claire, s'estende all'immagine che ognuno dà di sé nella vita), ma era lì fissato per sempre, e le stesse pagine di quel capitolo 5 che andai a rileggermi subito dopo, adesso parlavano di quello, solo di quello, di come la fissità dell'immagine sia la morte, e di qui la resistenza interna a lasciarsi fotografare, e anche la rassegnazione. 'Si direbbe che, terrificato, il Fotografo debba lottare enormemente perché la Fotografia non sia la Morte. Ma io, già oggetto, io non lotto'. "
Italo Calvino: Collezioni di sabbia
Garzanti editore, Milano - 1984
pag. 77
domenica 1 febbraio 2009
uno spirito critico meno autocompiaciuto
"Non se ne può più. Dei delitti efferati e di stragi, di vicende politiche di cui vergognarsi, di antisemitismo e razzismo. Ma non se ne può più anche del discorso che 'non se ne può più' e che 'tutto va male'. Ci sono anche tracce di qualcosa che è friendly, o che promette un vivere un poco più friendly, o che mostra che si potrebbe - se certe cose cambiassero - cavarsela in modi più friendly.
Ci vogliono gli onesti. Anche di questo non se ne può più: non degli onesti, ovviamente, né di chi chiede giustizia, ma di questo discorso. La morale, l'indignazione, il giusto apprezzamento per le virtù pubbliche e private non possono surrogare il tentativo di capire quel che succede - né di costruire modi di vita sociale un poco friendly.
Non ci si può fidare di niente e di nessuno. È vero, anche della dimensione friendly non ci si può fidare a occhi chiusi: se enorme è la fame di attenzione personale, non mancheranno servizi, prodotti, messaggi 'personalizzati' - equivoci, interessati, e anche apertamente fasulli.
Ma anche di questo discorso non se ne può più. Cominciamo a riconoscere che i tentativi di manipolazione, le false promesse sono risposte a domande forti. E proviamo a mettere in azione uno spirito critico meno autocompiaciuto e, in fondo, meno rinunciatario: strappiamola qualche promessa di friendliness, ed esigiamo che venga mantenuta."
Friendly / 93 - Almanacco della società italiana
progetto a cura di Laura Balbo
edizioni Anabasi, Milano - 1993
pag. 9
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Ci vogliono gli onesti. Anche di questo non se ne può più: non degli onesti, ovviamente, né di chi chiede giustizia, ma di questo discorso. La morale, l'indignazione, il giusto apprezzamento per le virtù pubbliche e private non possono surrogare il tentativo di capire quel che succede - né di costruire modi di vita sociale un poco friendly.
Non ci si può fidare di niente e di nessuno. È vero, anche della dimensione friendly non ci si può fidare a occhi chiusi: se enorme è la fame di attenzione personale, non mancheranno servizi, prodotti, messaggi 'personalizzati' - equivoci, interessati, e anche apertamente fasulli.
Ma anche di questo discorso non se ne può più. Cominciamo a riconoscere che i tentativi di manipolazione, le false promesse sono risposte a domande forti. E proviamo a mettere in azione uno spirito critico meno autocompiaciuto e, in fondo, meno rinunciatario: strappiamola qualche promessa di friendliness, ed esigiamo che venga mantenuta."
Friendly / 93 - Almanacco della società italiana
progetto a cura di Laura Balbo
edizioni Anabasi, Milano - 1993
pag. 9
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
la grande tributaria del Niente
"Tommaso Campanella temeva da sempre le eclissi di sole, e da sempre sapeva che una di esse, quella prevista per il primo giugno 1639, gli sarebbe stata fatale. Così, quando nell'aprile di quell'anno fu colpito da una grave colica renale, capì che la morte stessa - 'la grande tributaria del Niente', come lui la chiamava - aveva scelto quel travestimento per annunciarsi e per fargli sapere che questa volta, all'appuntamento, non sarebbe mancata. Benché fosse medico e benché si fosse sempre curato da solo, preferì ora lasciare ad altri, ai vecchi dottori chiamati a consulto dai frati, la decisione su pozioni e salassi, che considerava ormai solo degli inutili palliativi, e volle combattere su un altro terreno, sul terreno della magia, la sua ultima guerra: usò i suoi poteri occulti per sfidare le leggi della natura e fece ricorso ai sortilegi e ai riti apotropaici che aveva descritto nel VII libro dell'Astrologia. Volle una cella tutta bianca, perché questo colore - che nasceva come per un prodigio dalla totale assenza di tutti i colori, per il solo effetto della luce - aveva in sé qualcosa di magico, e forse poteva allontanare i cattivi influssi delle stelle, o almeno attenuarne l'azione corruttrice. [...] La morte fu puntuale, ma non puntualissima. Era attesa per il giorno dell'eclissi; venne undici giorni prima, il 21 maggio alle quattro del mattino."
Adriana Flamigni-Rosella Mangaroni: Il caso Campanella
Camunia editore, Milano - 1995
pag. 149
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