

"Poiché l'io è al tempo stesso attore e giudice delle proprie azioni e il metro con cui le misura è da lui stesso costruito, la probabilità che il giudice-attore sia rigorosamente imparziale è molto modesta. Del resto noi siamo forme che la natura casualmente produce. Una bella canzone che si cantava a Parigi nelle 'caves' frequentate da giovani e da poeti, diceva: 'Je suis comme je suis, je suis faite comme ça'. Non significa assolver tutto. Ma da che cosa poi? Chi non cerca compense ultraterrene aspira soltanto all'innocenza dell'albero della vita. E i frutti di quell'albero, vedi che cosa strana, puoi gustarli soltanto quando sei più prossimo alla morte."
"I nemici interni dell'Italia nata dal Risorgimento, di cui pure si vantavano a parole di volere completare l'opera, furono i fascisti. Ai ragazzi italiani fu insegnato nelle scuole, e agli italiani adulti ripetuto fino alla noia, che 'gli stranieri' - tutti 'gli stranieri' - erano loro nemici; che dovevano essere fieri e sentirsi onorati di avere tanti nemici nel vasto mondo. Poi furono tolti dal mazzo e additati come amici e naturali alleati i soli stranieri nei confronti dei quali molti italiani nutrissero un pregiudizio sfavorevole che risaliva agli anni della guerra mondiale - i tedeschi - (nel senso di abitanti della Germania, non di parlanti il tedesco) - che pure, durante gli anni del Risorgimento, avevamo avuti in qualche occasione dalla nostra parte, ma che, dopo l'Anschluss ('annessione') dell'Austria nel 1939, facevano un tutt'uno con i nostri più diretti avversari di allora e del '15-'18. Gli si riconosceva il merito di averci seguiti sulla strada sbagliata e senza uscita, nella quale ci eravamo incamminati noi nel 1922. Se era per questo, ci avrebbero presto sopravanzati."
"L'originaria e irrimediabile esperienza della nostra finitezza, del limite che ci costituisce come esseri mortali, si dà innanzitutto attraverso la percezione del corpo. Il corpo è l'evidenza che contraddice qualsiasi tentativo di oltrepassamento, lo scomodo testimone che invalida ogni nostra velleità di onnipotenza."

"Forse Margherita ha ragione quando dice che occorre la maniera forte coi bambini: il guaio è che, a poco a poco, usando e abusando della maniera forte, in casa mia si lavora soltanto con le note sopra il rigo.

"Da queste riflessioni [delle donne] emergono due fatti solo apparentemente contraddittori: la maschilità del linguaggio e l'esistenza di 'un parlare da donne' differenziato da quello degli uomini. Accenno solo per inciso al primo punto. Il linguaggio è al maschile. La lingua, anche quella parlata dalle donne, è maschile. Le costruzioni grammaticali e semantiche sono asimmetriche: per alcuni termini il femminile non esiste, ad esempio per i nomi di professioni; per altre, il femminile assume connotazioni peggiorative, dispregiative, ironiche, tanto che il linguaggio riferito alle donne è stato definito da Marina Yaguello 'lingua del disprezzo'. Termini maschili vengono usati per il tutto, il plurale indicativo di collettività di uomini e di donne è al maschile, 'uomo' indica appartenente al genere umano. Il generico, l'ipotetico, l'esempio è al maschile. L'aggettivo e il sostantivo femminile 'si formano', secondo Robin Lakoff, su un maschile 'che esiste'.
"Freud alla sua fidanzata: "Mi fa soffrire l'essere impotente a testimoniarti il mio amore." E Gide: "Tutto, nel suo comportamento pareva dire: dato che non mi ama più, non m'importa più niente. Orbene, io l'amavo ancora, e anzi, non l'avevo mai amata tanto; ma non mi era più possibile dargliene la prova. E questa era la cosa più terribile."
"BEVANDA ALLO ZENZERO-
"La legge è legge, signori miei. E la legge affermava che, finché a Napoli fosse durato il colera, non ci sarebbe stata sepoltura se non nella fossa comune. Morti a carrettate, una cristiana benedizione collegialmente impartita e poi giù calce viva a mangiarsi il contagio. Giù calce per ammazzare le mosche malvagie, appesantire le loro ali avvelenate, impastoiare a dovere antenne e zampe malefiche. Calce viva, questo ci voleva per i morti. E pietra del Vesuvio, nera e spessa, per chiudere la fossa e non pensarci più. Ora, in mezzo a tanto disastro, che differenza volete facesse un cadavere in più o in meno? Per il momento avrebbero fatto conto che il corpo di Giacomo fosse stato preso in consegna dalla pubblica carità per farne ciò che andava fatto: fossa comune, benedizione, calce viva, pietra vesuviana e tutto il resto."
Ovidio - Ars Amatoria – lll, 219- 246
"Al loro primo colloquio lui la ricevette nel salone rivestito di boiserie. «Si rende conto, vero, che sono totalmente cieco? Sono cieco da più di vent'anni.» «Sì. Il dottor James me lo ha detto.» Aveva lavorato per un dottore a Londra.
"È tornata a casa dal bar. Mi ha visto, truccato come lei, con indosso il baby doll bianco che Jackson le ha comprato da Victoria's Secret, in piedi su una sedia pieghevole di metallo rossa, che lavavo le mutandine bianche intonate sporche di sangue. È andata a cercare Jackson e l'ha trovato addormentato sul letto, accanto ad una macchia umida e rossa sul copriletto bitorzoluto che ci siamo presi all'Holiday Inn. Ha strillato così forte che anche Jackson si è svegliato urlando. Gli ha urlato contro per averle messo le corna. Gli ha urlato contro per essersi scopato quella maledetta puttanella [di suo figlio] alle spalle. Gli ha urlato contro per avermi lasciato mettere le cose speciali che aveva comprato per lei da Victoria's Secret e che adesso sono rovinate!
"Soffriva di due mali opposti: il male della tenebra e il male della luce. Quasi ogni sera, quando erano le undici e l'oscurità lambiva le cieche finestre, cominciava ad augurarsi che fossero le undici del giorno dopo. Camminava su e giù per la camera, guardava il letto, guardava nello specchio, spaventata da quella ragazza con gli occhi febbrili, si domandava se la candela le sarebbe bastata fino alla luce, e poi si sedeva fissando il tappeto - così a lungo, che soltanto per caso rialzava gli occhi. Si stendeva tra le coperte, mentre Ida Baker dormiva su un sofà nella stanza per proteggerla dall'orrore del buio; e la mattina le pareva di essere stata sferzata attraverso cento letti senza aver trovato dove acciambellarsi. Se la tenebra era l'orrore, anche la luce poteva esserle nemica. La luce brutale entrava dalle finestre, la feriva, l'accecava, la raggiungeva in ogni angolo, come se in tutto il mondo posseduto dal sole non ci fosse luogo dove nascondersi."
"Di lei è stato detto che cerca di elevare ogni sua nuova passione (per il tennis, per le verdure crude, per Amnesty International) al rango di principio morale valido per la specie, di legge universale, e che questa sua tendenza risulta a volte leggermente seccante."
"Non c'è dubbio che esista un'angoscia come consapevolezza, progresso; e una mancanza d'angoscia come reificazione, stasi. Si fanno belli di questo tutti i simpatizzanti e lodatori dell'angoscia, di solito simpatizzanti e lodatori dell'angoscia altrui, i quali sostenendo che le alienazioni consapevoli sono molto meno gravi di quelle inconsapevoli, si augurano l'angoscia e soprattutto la augurano agli altri."
"Renan apparaît comme un médiateur, car il garde des liens constants avec l'Italie, grâce à ses voyages et à sa correspondance. Les critiques des périodiques romains suivent ses publications avec une attention remarquable. Il fait figure de guide intellectuelle, ou plûtot moral. Les Romains discernent, en effet, chez lui un mode de pensée spécifique, avec le quel ils se sentent en accord. Enrico Panzacchi note combien le philosophe est plein de foi dans l'avenir des Italiens. Il ecrit: 'Ernest Renan fut vraiment toute sa vie un ami de l'Italie...'. Il faut dire que c'est une véritable révélation de la poesie, de la couleur, de la religiosité qu'a eprouvé Renan à Rome, en 1849, comme l'expose Abel Lefranc qui lui consacre un essai. Gaspare Vallette déclare même, plus tard: "Renan a vu ce que Taine n'a pas su voir, car il a senti Rome en poète et non en logicien." L'influence considérable du séjour romain, du 28 octobre 1849 au 23 avril 1850, se lit dans les lettres qu'adresse Renan à sa soeur. Ainsi, en novembre 1849: 'Depuis mon séjour à Rome, ma bien-aimée, un immense changement s'est opéré dans toute ma manière de sentir[...]cette ville est une enchanteresse...'"
"Sono le sette di sera e lui è seduto sul balcone di casa al terzo piano. Guarda il giorno che muore e aspetta: chissà che cosa promette l'ultima luce, che cosa ha in serbo. Ha davanti il cortile deserto con la sua striscia di erba, qualche oleandro, una panchina e un pergolato di buganvillea abbandonato a se stesso. Il cortile finisce con un muro di pietra su cui si delinea il profilo di una porta successivamente murata. Le pietre nel buco della porta sono più chiare, adesso gli sembrano persino un po' meno pesanti delle altre. Oltre il muro si ergono due cipressi. Nella luce della sera, hanno un colore che è nero, non verde. Oltre si dispiegano colline desolate: laggiù c'è il deserto. Laggiù un mulinello grigio s'alza a tratti, freme un istante, si contorce, corre, cala. Torna in qualche altrove."
"Ciò che il narratore scopre nel sud dell'Italia è che questa terra rappresenta oggi la sede della degradazione umana e civile, dove ancora qualcuno e qualcosa riesce a resistere, ma in cui corruzione e delinquenza, assenza dello stato e immondizia sono diventate dimensioni di vita: il rovescio della ricchezza invisibile e che pure c'è. Il rovescio della storia della cosiddetta civiltà occidentale -aggiungo io- che ha sempre mostrato a se stessa e al mondo fede e bellezza, arte e terre fortunate, intraprendenza e rigore, libertà e magnificenza, giuste leggi e saggezza del vivere; occultando lo zoccolo duro di dolore e malvagità, sfruttamento e miseria, pirateria e violenza su cui basava il proprio dominio e la sua supremazia sul mondo. Tutto ciò, ora, qui, nella sua culla e nella sua oasi di rinascenza, è capovolto e ci stiamo dentro, noi."
"Le linguistes ont généralement traité le genre en termes d'ordre grammatical, immotivé et arbitraire, indépendamment de toute forme d'attribution de valeur. Contre cette position mon intention est de soutenir que, au moins dans le cas du genre, la catégorie grammaticale s'appuie sur une base sémantique, ou, en d'autres termes, qu'elle existe parce qu'elle a une signification qui renvoie à un ordre déterminé, motivé et lié aux bases de notre experience corporelle. Le langage, loin d'être un système puremente abstrait, organisé selon la forme logique d'un code, est, dès sa structure grammaticale, conditionné, sujet à des déterminations d'autre nature. Il inscrit en lui-même certaines dimensions essentielles de notre expèrience, comme la difference sexuelle."
"In fatto di cagòdromi, da filobritannico divento filoturco. Il gabinetto all'inglese ha peggiorato il carattere di questi poveri civilizzati. C'è anche un motivo più profondo per preferire quello alla turca: il suo grandissimo uso esorcistico (Nordafrica, arabi, ebrei d'Oriente)."
"Il tempo non passava mai. Qualcuno giocava con gli orologi, e non solo con gli orologi elettrici ma anche con quelli a carica. La seconda lancetta del mio orologio ebbe uno scatto, e passò un anno, e poi ebbe un altro scatto. Non potevo farci nulla. Come abitante della terra dovevo credere a tutto quello che dicevano gli orologi e i calendari."
"Tutta d'un tratto arrivò quell'anno la primavera. Nelle stanze ristagnavano ancora il freddo e l'umida penombra dei giorni d'inverno. Si aprivano le finestre. Le case facevano pensare a sepolcri arieggiati e le persone che si affacciavano alle finestre a gialli, amichevoli cadaveri. Il suono dei risorti organetti che tutt'a un tratto passavano a frotte di cortile in cortile, come se fossero arrivati dal sud assieme agli uccelli migratori, accresceva anche negli scettici la voglia di vivere. Sempre più frequenti si facevano le manifestazioni di piazza dei radicali.




"«Se entri nella prima stanza vedrai in mezzo al pavimento un cassone con sopra seduto un cane: i suoi occhi sono grandi come tazze da tè, ma non dovrai badarci. Ti darò il mio grembiule a quadretti bianchi e turchini da stender sul pavimento. Avanza poi rapidamente verso il cane, afferralo, posalo sul grembiule steso, apri la cassa e prendi tutti i soldi che vuoi. Sono tutti di rame, ma se li preferisci d'argento non hai che da andare nell'altra stanza. Lì c'è un cane dagli occhi grandi come macine da mulino, ma non badarci, posalo sul mio grembiule e prendi fuori quel che vuoi! Se preferisci invece dell'oro, nella terza stanza puoi averne quanto ne puoi portare. Il cane che sta accovacciato sul cassone delle monete d'oro ha due occhi grandi come la Torre Rotonda di Copenaghen: quello sì che è un cane, credi a me! Ma non ci devi badare affatto: posalo pure sul mio grembiule e non ti farà nulla, e tu potrai togliere dal cassone quanto oro vuoi.» 
"Every builder knows how important it is to have a good foundation. In shooting accurately it is important to have a good base of support that allows the upper body to maintain T-alignment. Beginning archers often think that taking a stance is so simple that it is not important to check it carefully. Yet, many deviations from T-alignment can be traced back to the stance."


"Siete tra quelle persone che vogliono sempre fare tutto in modo perfetto? Quelli che si sentono bene solo quando le posate si trovano esattamente perpendicolari al bordo del tavolo? Lasciatevi dire una cosa: non sarà questo il motivo per cui qualcuno vi preferirà agli altri. Al contrario, le persone con l'illusione della perfezione stressano se stesse e chi sta loro intorno. Fate allora una sfida con voi stessi: proponetevi di non fare per una settimana assolutamente niente di perfetto. Vedrete quanto risulterà rilassante questo esercizio."



"Trovò Pietro solo soletto nella camera nuziale, appena preparata dalla pronuba, in un'ala che non aveva uno strato di terra sopra il soffitto di legno (dimodoché gli sposini non andassero a letto come in una tomba). Pietro portava una veste regale destinata ad occasioni di poca importanza. In mano teneva ancora il fazzoletto di seta che gli avevano dato quando era uscito incontro alla pronuba. Il fazzoletto era stato tutto strappato coi denti. Pietro guardò di sfuggita Aleksaska e arrossì:
“Cervelle au Beurre noir. - Escaloper les cervelle, les dresser en turban sur un plan rond et disposer au milieu les amourettes tronçonnées. Assaisonner de sel et de poivre; couvrir avec 150 grammes de Beurre noir additionné de 25 grammes de feuilles de persil jetées dans le beurre au dernier moment; completer par un filet de vinaigre passé dans la poêle brûlante.” Auguste Escoffier: Le Guide culinaire
Flammarion, Paris - 1993
pag. 417
catalogazione: scaffale dietro il computer

"Ha un cesto di rugiada



"«Gli altri animali non si servono della parola, o padre?» «No, figlio, non della parola, ma della voce solamente. La parola differisce completamente dalla voce. La parola infatti è comune a tutti gli uomini, mentre ciascun genere di esseri viventi possiede una propria particolare voce.»"

"Adoperate una grossa melanzana per persona. Tagliare a cubetti, metterla in terrina, cospargerla di sale grosso. Lasciare per un'ora, lavare poi a grand'acqua, fare asciugare e friggere in poco olio. Aggiungere prezzemolo tritato, sale, pepe e gocce di limone e servire. Ottimo condimento per preparazione di varie pietanze."




