sabato 6 dicembre 2008

Nemmeno Cassandra sapeva come sarebbe finita

"Ululavo. Mi voltolavo nella mia sporcizia. Mi graffiavo il viso, non permettevo a nessuno di avvicinarsi. Avevo la forza di tre uomini - inimmaginabile quale forza contraria essa aveva compresso in precedenza. Arrancavo contro le pareti fredde della mia stanza, che, all'infuori di un mucchio di rami secchi, era stata svuotata. Quando mangiavo qualcosa, mandavo giù animalescamente, con le mani. Avevo i capelli arruffati e sozzi. Nessuno, nemmeno io, sapeva come sarebbe finita. Oh, ero ostinata.

Investii con urla anche la figura che entrò un giorno. Si rannicchiò in un angolo e rimase lì, più a lungo di quanto riuscì a resisterle la mia voce. Ero ammutolita da un bel po', quando la sentii dire: non è così che li punisci, questi. Furono le prime parole umane dopo tanto tempo. E ci misi un'eternità prima di capirne il significato. Allora ricominciai a urlare."


Christa Wolf: Cassandra

edizioni e/o, Roma - 2008

traduzione di Anita Raja
pagg. 77-78


catalogazione: nessuna; libro appena regalatomi dalla mia amica Marina mentre eravamo alla fiera "Più libri, più liberi"

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