"Il Medioevo fu fertile di mostri. Uno dei più curiosi è un granchiolino bizzarro rimasto incastonato, come uno di quei fossili che screziano certi minerali, nella famosa Ballade des dames du temps jadis di François Villon. In quel nostalgico elenco di belle donne, tra Flora la bella romana e Taide, si nomina Archipiada, cioè Alcibiade, che si trova così, come Achille tra le figlie di Licomede, a indossar gonnella e a recitare una parte femminile. La colpa dell'abbaglio è dei traduttori e dei commentatori medievali di Boezio. Una versione francese dello scorcio del Dugento rende così un passo del De consolatione philisophiae: 'Quando ne vedessimo le viscere, il corpo di Alcipiades, donna bellissima al di fuori, ci apparirebbe molto brutto.' Il traduttore che, come tutti i traduttori, soffriva occasionalmente di allucinazioni, aggiunse di suo quella femme très belle par dehors."
Mario Praz: Lettrice notturna
Gherardo Casini editore, Roma - 1952
pag. 159
catalogazione: libreria di fianco al divano
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