venerdì 29 agosto 2008

sperduti sulla Cordigliera

"13 aprile
Questo contatto con un mondo che era stato cancellato dalla memoria ad opera dello straniamento e del sopore in cui ci seppellisce la selva è stato piuttosto riconfortante, nonostante i segnali di pericolo che il Maggiore ha materializzato con le sue parole e i suoi avvertimenti perentori. Ma c'è di più: è proprio il pericolo che mi fa tornare alla routine quotidiana del passato e il riattivare i meccanismi di difesa, l'attenzione necessaria per affrontare le difficoltà facili da prevedere, sono altrettanti stimoli ad uscire dall'apatia, dal limbo impersonale e paralizzante in cui mi ero adagiato con allarmante rassegnazione.
La vegetazione si fa più sottile, meno fitta. Si può vedere il cielo per buona parte del giorno, e, di notte, le stelle, con la vicinanza familiare che le distingue nella zona equatoriale, emanano quell'aura protettiva, vigile, che ci riempie di serenità nel darci la certezza, fugace, se si vuole, ma presente nel protettivo intervallo notturno, che le cose seguano il loro corso con la fatale regolarità che sostiene i figli del tempo, le creature sottomesse al destino, noi uomini."


Àlvaro Mutis: La Neve dell'Ammiraglio
Giulio Einaudi Editore, Torino - 1990
traduzione di Fulvia Bardelli e Ernesto Franco
pag. 37

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