"Come possono i gatti provare questo misterioso appagamento, questa emozione che assomiglia alla nostra ma che in qualche modo sembra più profonda, stabile e perfino più autentica? I gatti non pensano al futuro, neppure a quello immediato. È come se percepire la piena forza emotiva del momento assorbisse tutta la loro energia psichica. Vivono all'erta per prevenire i pericoli, ma non si aspettano una catastrofe o la morte. E non guardano neppure al passato con rimorso o con il senso di colpa per quello che avrebbero potuto fare, se solo fossero stati diversi. In un certo senso si sentono esseri perfetti. Può essere per questo che i monasteri zen spesso ospitano un gatto. Sembrerebbe esistere una filosofia zen dei gatti: una condizione di totale immersione in se stessi che non è autodeificazione, ma solo l'accettazione di un ordine naturale in cui tutto corrisponde al migliore degli universi possibili, una miscela di pace, tranquillità, sicurezza, pigrizia al sole e gioia di sapere che la vita è bella."
Jeffrey Moussaieff Masson: La vita emotiva dei gatti
Il Saggiatore, Milano - 2006
traduzione di Giuditta Ghio
pag. 93
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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