"L'uomo che sia preso dal proprio Io e che in esso si irrigidisca resta fisso in tutto ciò che volta per volta prende forma o viene da lui raggiunto, e reagisce contro ogni mutamento temendo che esso renda problematiche le posizioni apparentemente oggettive che gli fanno da sostegno. Egli soffre per contrasti fra la vita e le idee che di essa si è fatte, e non sa difendersi che trincerandosi tenacemente nel proprio punto di vista o agendo secondo certi schemi prestabiliti. Il suo conoscere, il suo agire e il suo creare sono sempre determinati da rappresentazioni rigide di ciò che è o che dovrebbe essere, alle quali, secondo il suo punto di vista, corrisponderebbe l'intelligibile e il perfetto. Così egli è sempre spinto a ordinare e a classificare, a rettificare e a 'fare', nell'idea di migliorare cose e situazioni."
Karlfried von Dürckheim: Hara - Il centro vitale dell'uomo secondo lo Zen
edizioni Mediterranee, Roma - 1987
traduzione di Julius Evola
pag. 66
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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