"SMER. Questa è una cosa che non so capire. Veder una ragazza che si vuol ammazzare, e star lì a guardarla, come se vedeste rappresentare una scena di commedia.
SILV. Pazza che sei! Credi tu ch'ella volesse uccider davvero?
SMER. Non so altro io; so che, se non arrivavo a tempo, la poverina sarebbe ita.
SILV. Vi voleva ancor tato prima che la spada giungesse al petto.
SMER. Sentite che bugiardo! Se stava lì lì per entrare.
SILV. Tutte finzioni di voi altre donne.
SMER. Sì, se fossimo come voi. Dirò, come dice il proverbio: noi abbiam le voci, e voi altri avete le noci. Le donne hanno la fama di essere infedeli, e gli uomini commettono le infedeltà a più non posso. Delle donne si parla, e degli uomini non si dice nulla. Noi siamo criticate, e a voi altri si passa tutto. Sapete perché? Perché le leggi le hanno fatte gli uomini; che se le avessero fatte le donne, si sentirebbe tutto il contrario. S'io comandassi, vorrei che tutti gli uomini infedeli portassero un ramo d'albero in mano, e so che tutte le città diventerebbero boschi."
Carlo Goldoni: Il servitore di due padroni
editrice l'Unità, Roma - 1993
pagg. 43-44
catalogazione: libreria in ingresso
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