"Lei gli telefonò verso mezzanotte nel mezzo di un sogno evanescente, ma decisamente brutto (dopo tutto quel formaggio fuso, quelle patate novelle e quel chiaretto nel carnotzet dell'albergo). Mentre con una mano, a tastoni, sollevava la cornetta, con l'altra brancolava in cerca degli occhiali senza i quali, per uno strano capriccio di concomitanti sensi, non riusciva a parlare al telefono come si deve.
«You Person?» chiese la voce di lei in inglese.
Hugh sapeva già, da quando lei gli aveva recitato il contenuto del biglietto da visita che le aveva dato sul treno, che pronunciava il suo nome 'you'.
«Sì, sono io, voglio dire 'You', voglio dire che sbaglia la pronuncia del mio nome in un modo incantevole».
«Non sbaglio mai la pronuncia di nulla. Guardi che non ho mai ricevuto...».
«Invece sì! Lascia cadere le h come... come perle nella coppetta di un mendicante cieco».
Vladimir Nabokov: Cose trasparenti
Adelphi edizioni, Milano - 1995
traduzione di Dmitri Nabokov
pag. 63
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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