"Quando Baladine si diede di nuovo a Luc Pascal, ma questa volta nella libertà di sé e della propria vita, era d'agosto, nella casa di Conches. In una sera strana in cui il cielo era di un azzurro come la ceramica, la casa stava allineata lungo la strada ancora rossiccia, e i grandi alberi dirigevano verso l'alto le loro schegge nere.
Lontano brontolavano i temporali. Nel riquadro buio della finestra aperta si sentivano i grilli che fanno il loro tranquillo rumore fin oltre mezzanotte.
Baladine non aveva voluto svestirsi: come una che è in viaggio, che poi partirà per sempre. Una volta conquistata si disse: perché dovrei nascondermi? Si tolse tutti i vestiti.
Questa statua che muove pesantemente i seni rilevati. Luc che chiude gli occhi per amore aspettava il miracolo che deve arrecare la più alta malinconica giornata. Tutti e tre uniti, allacciati e riconciliati. Nella malinconia della bella giornata eterna."
Pierre Jean Jouve: Il mondo deserto
Franco Maria Ricci editore, Parma - 1974
traduzione di Ettore Zelioli
pag. 178
catalogazione: libreria di fianco al divano
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