André e Dorina
mercoledì 31 marzo 2010
la persistenza dell'amore
André e Dorina
martedì 30 marzo 2010
il ruolo nuovo del disco!!!
Bernardino Fantini: Come farsi una discoteca
Editori Riuniti, Roma - 1982
incipit
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
lunedì 29 marzo 2010
l'Io irrigidito
Karlfried von Dürckheim: Hara - Il centro vitale dell'uomo secondo lo Zen
edizioni Mediterranee, Roma - 1987
traduzione di Julius Evola
pag. 66
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
domenica 28 marzo 2010
opporsi al fluire del tempo
sabato 27 marzo 2010
i marziani di Zort e Campo Imperatore
Aldo Frezza, Alberto Osti Guerrazzi: Bambini in Appennino
edizioni Il Lupo, Sulmona (AQ) - 2008
pag. 122
catalogazione: il comodino del Bip
venerdì 26 marzo 2010
Leggere, leggere, leggere!
Vi ricordate? Oggi è il giorno dedicato a regalare un libro a uno sconosciuto. Io farò omaggio de "L'Ascoltatrice" di Marina Pierani a un tizio che vedo sempre al bar dove mangio prima di andare al lavoro. Se ne avessi cento copie le regalerei tutte e cento, perché Marina è l'amica mia e scrive da dio!
Mariateresa
giovedì 25 marzo 2010
bisogno di contemplazione
Appollaiato davanti al bancone beve un caffè corretto e intanto parla con la titolare. Si lamenta perché si fanno poche corse e i taxi aspettano in fila mezzore intere senza che si avvicini un cliente. Colpa dell'ex sindaco che ha distribuito tutte quelle licenze nuove. Non crede alla crisi, secondo lui è stato Prodi a portare il paese alla rovina e 'ora i comunisti dicono che c’è la crisi'. E l’ America allora? gli oppone la donna, lì mica ha governato Prodi. 'No, però se non c’era l’euro...' Mi chiedo dove sia finita la logica aristotelica. Ma il fatto è che alcuni di noi sentono il bisogno di un responsabile unico per tutte le nefandezze che ci infligge la vita. Così scatta il principio 'ad unicum reducendum', la scorciatoia accusatoria, che evita domande difficili e distribuzioni di responsabilità, e offre il vantaggio della semplificazione. L’euro si presta magnificamente allo scopo. In bocca ad uno scontento diviene quasi una persona, ha un volto, ghignante, una corporatura, massiccia e un’espressione, quella del pirata all’arrembaggio, con il coltello tra i denti. 'Sai che ti dico? continua, che mi vendo la licenza e me ne vado a pesca'. Diventa improvvisamente nostalgico. 'La pesca è la cosa più bella che c’è; anche in questa stagione, ti copri bene, e te ne stai lì un paio d’ore senza parlare, senza sentire nessuno e guardi solo l’acqua. Tu non immagini quanto fa bene guardare l’acqua!' Scopro così di avere qualche cosa in comune con un 'tassinaro' corporativo, che sicuramente ha votato AN e che rimpiange i tempi in cui ero io ad aspettare mezzore intere prima di trovare un taxi: a entrambi piace guardare l’acqua. Così ho anche conferma del fatto che per quanto diversi siamo — e ognuno è diverso da ogni altro e persino da se stesso — sempre almeno uno dei nostri nervi se sollecitato suona allo stesso modo. Così glielo dico: 'anche a me piace guardare l’acqua.' Da nostalgico il suo sguardo si fa ispirato. 'Io quando guardo l’acqua non penso a niente, mi confida. Cioè, non è che non penso a niente, penso molto, ma mica lo so quello che penso. È come quando tengo il motore in folle.' 'È un altro modo di pensare', azzardo io. 'Ecco, è un altro modo di pensare. E mi fa bene, mi riposa. Lo sa che faccio, dopo? I pesci, li ributto in mare. Me li lascio per un’altra volta che ormai, pure i pesci so’ pochi.' Sarà colpa dell’euro, gli dico sorridendo. Ride anche lui. Ci salutiamo contenti, lui con ancora nello sguardo l’acqua che lo riposa. Io penso che sotto, a scavare, c’è tanto di quel bisogno di contemplazione in ognuno di noi, che potremmo essere, tutti, filosofi.
Marina Pierani: L'Ascoltatrice
Ilmiolibro.it - Gruppo Editoriale L'Espresso - 2010
pagg. 47-48
catalogazione: il desktop del mio computer
martedì 23 marzo 2010
Jean-Jacques Rousseau
La povera madame Léotard con le lacrime agli occhi, piena di turbamento, cominciò a spiegargli tutta la faccenda, disse che si era dimenticata di me, che era arrivata la figlia, ma che la punizione in sé era buona, se non durava a lungo, e che perfino Jean-Jacques Rousseau diceva qualcosa di simile.
— Jean-Jacques Rousseau, signora mia! Ma Jean-Jacques non poteva dir questo. Jean-Jacques non è un'autorità. Jean-Jacques Rousseau non osava parlare di educazione, non ne aveva il diritto: Jean-Jacques Rousseau rinnegò i propri figli, signora mia! Jean-Jacques fu un cattivo soggetto, signora mia!
— Jean-Jacques Rousseau, Jean-Jacques Rousseau un cattivo soggetto! Principe, principe! Che dite mai?"
Fëdor M. Dostoevskij: Racconti
edizioni Raduga, Mosca - 1989
traduttore: ?
pagg. 231-232
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
lunedì 22 marzo 2010
gentiluomo maomettano
domenica 21 marzo 2010
impenetrabile Baudelaire
Roberto Calasso: La folie Baudelaire
Adelphi, Milano - 2008
pag. 94
sabato 20 marzo 2010
c'era una volta...
venerdì 19 marzo 2010
un solo tetto!
Il y a des baobabs, du chêne vif, des sapins noirs, du noyer blanc;
je veux qu'ils poussent tous, bien fermes et drus,
différents de bois, de port, de couleur,
mais pareillement pleins de sève et sans que l'un empiète sur l'autre, différents à leur base mais oh! que leurs têtes se rejoignent oui très haut dans l'éther égal à ne former pour tous qu'un seul toit
je dis l'unique toit tutélaire..."
Aimé Césaire: Et les chiens se taisent
Présence Africaine éditions, Paris - 1997
pag. ??
catalogazione: nessuna
stigma surely kills!
Writing this is a bloodletting. My pen pierces an hematoma of shame that swelled until holding it in became too painful. This is how it had to happen: the pain of not telling became greater than the fear of what would happen if I told. When too much vital life force collects in an unnatural place it can’t be contained. It turns fetid and festers – infecting the person who holds it with a vicious disease. Eventually it explodes outwards.
The flood of relief following the sting when the secret is lanced is replaced by the awkwardness of staring at the mess the release has created. Will you look at that? Now what have you done? Who is going to clean it up? But ultimately you are healed. The virus threatens death but stigma surely kills. Other people’s fear and ignorance about what is nothing more than a retrovirus deny my dignity. And there is not point in living without that.”
Regan Hofmann: I have something to tell you
Atria Books, New York - 2009
pag. ??
catalogazione: nessuna, brano tratto da: http://hivpolicyspeakup.wordpress.com
giovedì 18 marzo 2010
il canto dell'usignolo
Vi var de? Voj,oj, oj, oj, oj, oj, oj!
Titta, lullan, lull-lull-lull-lull-lull - var de vi?
Ihih! Titta! lullan; den girar, arrrrrrrrr-itz!
Lull-lull-lull-lull-lull lul! Var de di? Titta!
Si'u, sir'u, sir'u, sir'u?
Dadda! - Dadda! sjätt, sjätt, sjätt, sjätt, sjätt, sir'u sir'u?
Nappen; napp, app, app, app, app, app!
Vit, vit, vit, vit, vit,sir'u lillan!
Tut, tut, tut, tut, tut, tut, sat'n, sat'n, sat'n si!
Lip, lip, lip, lip, lip, lip, ih!
Så, så, så, nä, nä, nä, sa, sa, sa, nå!
Ij, jih, guh, guh, guh, gu'hjälp, dadda aitsch!"
August Strindberg: Notti di sonnambulo ad occhi aperti
Giulio Einaudi editore, Torino - 1974
traduzione di Giacomo Oreglia
pag. 97
catalogazione: libreria in ingresso
mercoledì 17 marzo 2010
ti sogno cocaina
martedì 16 marzo 2010
una sorta di maneggio in testa
Tahar Ben Jelloun: Giorno di silenzio a Tangeri
Giulio Einaudi editore, Torino - 1989
traduzione di Egi Volterrani
pag. 84
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
lunedì 15 marzo 2010
Alessandro alle Olimpiadi
domenica 14 marzo 2010
considerate la vostra semenza
Inferno - Canto XXVI - vv. 76-142
Poi che la fiamma fu venuta quivi
dove parve al mio duca tempo e loco,
in questa forma lui parlare audivi:
"O voi che siete due dentro ad un foco,
s’io meritai di voi mentre ch’io vissi,
s’io meritai di voi assai o poco
quando nel mondo li alti versi scrissi,
non vi movete; ma l’un di voi dica
dove, per lui, perduto a morir gissi".
Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando,
pur come quella cui vento affatica;
indi la cima qua e là menando,
come fosse la lingua che parlasse,
gittò voce di fuori, e disse: "Quando
mi diparti’ da Circe, che sottrasse
me più d’un anno là presso a Gaeta,
prima che sì Enëa la nomasse,
né dolcezza di figlio, né la pieta
del vecchio padre, né ’l debito amore
lo qual dovea Penelopè far lieta,
vincer potero dentro a me l’ardore
ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto
e de li vizi umani e del valore;
ma misi me per l’alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto.
L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna,
fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi,
e l’altre che quel mare intorno bagna.
Io e ’ compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta
dov’Ercule segnò li suoi riguardi
acciò che l’uom più oltre non si metta;
da la man destra mi lasciai Sibilia,
da l’altra già m’avea lasciata Setta.
"O frati", dissi, "che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia
d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza".
Li miei compagni fec’io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;
e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.
Tutte le stelle già de l’altro polo
vedea la notte, e ’l nostro tanto basso,
che non surgëa fuor del marin suolo.
Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che ’ntrati eravam ne l’alto passo,
quando n’apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avëa alcuna.
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
ché de la nova terra un turbo nacque
e percosse del legno il primo canto.
Tre volte il fé girar con tutte l’acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com’altrui piacque,
infin che ’l mar fu sovra noi richiuso".
sabato 13 marzo 2010
all'origine del pregiudizio c'è il bisogno di confini
venerdì 12 marzo 2010
non si tratta mica di fare il festival di Sanremo!
«Ma cosa c'entra il coraggio? Quello uno se lo compra in farmacia...»
«L'organizzazione però ci vuole: insomma, bisogna essere del mestiere, farci la mano...»
«Basta cominciare. Ci vuole iniziativa, questo sì...»
«Ma anche l'organizzazione...»
«Lei ce l'ha su con l'organizzazione, non si tratta mica di fare il festival di Sanremo. È sufficiente essere in due: uno con la moto veloce, l'altro deciso. Il resto viene da sé. Un gioco da ragazzi, come fare un bagno all'Idroscalo o una corsa...»"
Beppe Viola: Quelli che...
editrice l'Unità, Roma - 1994
pag. 65
catalogazione: libreria in ingresso
giovedì 11 marzo 2010
Cappuccetti Rossi
Giampaolo Pansa: I bugiardi (1 e 2)
editrice l'Unità, Roma - 1994
pagg. 204-205
catalogazione: libreria in ingresso
mercoledì 10 marzo 2010
una scelta difficile
Cancro.
Non si era mai sentito così da quando la Fireball di John Zinewski aveva scuffiato, qualche anno prima, e lui si era trovato in trappola sott'acqua, con la caviglia annodata nel cappio di una cima. Però lì era durato al massimo tre o quattro secondi. E stavolta non c'era nessuno ad aiutarlo a raddrizzare la barca.
Avrebbe dovuto suicidarsi.
Non era un pensiero confortante, ma era una cosa che poteva fare, e questo gli dava l'idea di un minimo controllo sulla situazione.
L'unico problema era il come.
Saltare da un edificio alto era una prospettiva spaventosa: spostare il proprio baricentro in fuori, sopra il bordo del parapetto, con la possibilità di cambiare idea a metà caduta. E l'ultima cosa di cui aveva bisogno ora era altra paura.
Per impiccarsi ci voleva un equipaggiamento, e una pistola non la possedeva.
Se avesse bevuto abbastanza whisky sarebbe riuscito a raccogliere il coraggio necessario per andare a schiantarsi in automobile.
Sulla A 16, da questa parte di Stamford, c'era un grosso muro di pietra. Poteva andargli contro a centocinquanta all'ora senza nessun problema. Ma se i nervi lo avessero tradito? Se fosse stato troppo sbronzo per controllare l'auto? E se qualcuno fosse sbucato dal viale? Se avesse ucciso altre persone, e lui fosse rimasto paralizzato e fosse morto di cancro in prigione sulla sedia a rotelle?"
Mark Haddon: Una cosa da nulla
Einaudi, Torino - 2006
traduzione di Massimo Bocchiola
pag. 4
martedì 9 marzo 2010
mai deridere Eros
'Febo,' gli rispose il fanciullo 'le tue saette trafiggono uomini e animali, ma le mie trafiggono te', e battendo le ali volò sul Parnaso architettando una vendetta. Cavò dal turcasso due dardi, l'uno d'oro e dalla punta acuminata che accendeva la passione amorosa, l'altro di piombo e spuntato, che la impediva. Con il primo ferì Apollo trapassandolo fin nelle midolla, con il secondo trafisse la ninfa Dafne, figlia di Peneo, un fiume della Tessaglia, figlio a sua volta di Oceano e Teti. La fanciulla, seguendo l'esempio della casta Diana, rifiutava tutti i pretendenti che la chiedevano in sposa perché preferiva vivere libera correndo per i boschi. Spesso il padre le diceva:'Figlia, un genero mi devi, mi devi dei nipoti'. Ma lei si aggrappava al collo del genitore e lo supplicava. 'Concedimi, ti prego, di godere di una perpetua verginità. A Diana, suo padre l'ha concesso'.
Ferito dal dardo d'oro, Apollo si gettò, ardendo di passione, all'inseguimento della ninfa che, raggiunta da quello di piombo, fuggiva per i boschi temendo di perdere la verginità."
Alfredo Cattabiani: Florario - Miti, leggende e simboli di fiori e piante
Mondadori, Milano - 1998
pag. 161
lunedì 8 marzo 2010
la mediazione dell'insegnamento
Graziella Ballanti: Il comportamento insegnante
Armando Armando editore, Roma - 1975
pag. 153
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
domenica 7 marzo 2010
Mnemosyne si è interiorizzata!
Giovanni Filoramo: Il risveglio della gnosi ovvero diventare Dio
editori Laterza, Roma-Bari - 1990
pagg. 89-90
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
sabato 6 marzo 2010
venerdì 5 marzo 2010
Silvan Berlusconi
Nino Manfredi von Richtofen - Più lo mandi su e più ne tira giù;
Eduardo de Filippide - Filumena Maratona
Fred Asterix - De ballo gallico;
Gustave Flobert - Salamboom!;
Man R.A.I. - Dada umpa;
Muzio Evola - Alla ricerca di una nuova destra;
Pearl Arbore - Ma la flotta no.
Dico che, se il nome è nuovo, il concetto non lo è, perché in fondo si tratta di applicare la tecnica del pun, o calembour, o mot-valise (tipica dell'ultimo Joyce) ai nomi propri e dire esplicitamente quel che potrebbero suggerire al lettore.
Si può fare un ircocervo visivo? Orazio (nell'Ad Pisones) già rispondeva positivamente, dato che attribuiva ai poeti la capacità di porre cervici equine su corpi umani, che era poi la procedura giusta per generare centauri - e d'altra parte proprio da questa antichissima tradizione io avevo tratto il termine 'ircocervo', che designa appunto un mostro mitologico, metà caprone e metà cervo. E dunque si può, lo hanno fatto greci e egizi (si pensi alle due diverse immagini della Sfinge), lo ha fatto Bosch, lo hanno fatto molti surrealisti.
Mancava l'ultimo passo (almeno per quanto ne so, a meno che qualcuno sia capace di individuare procedimenti abbastanza simili in certi giochi dell'emblematica barocca): inventare l'ircocervo verbale e interpretarlo visivamente (o viceversa).
Questo passo in avanti, fondamentale per l'evoluzione della specie, lo ha fatto Massimo Bucchi.
Ora devo porre molta attenzione a non cedere alla più ovvia delle tentazioni: mettermi ad analizzare e a commentare criticamente quello che Bucchi ha fatto. Sarebbe come spiegare le barzellette.
Credo che in questi giochi il piacere della lettura, e quello visivo (e quello della decifrazione incrociata) sia immediato, e non vada disturbato. Al massimo posso dire che, rispetto alle vignette in bianco e nero su la Repubblica, qui Bucchi dà una prova grafica più completa e complessa. Non solo perché usa, con gusto, il colore, ma perché il collage sa più di incastonatura, il risultato mostra in filigrana un lavoro certosino e la fusione tra queste due metà di "animali" diversi non sembra mai occasionale. Al di là del piacere del gioco siamo invitati a cercare un nesso, una allusione. Magari non c'è, ma il sospetto rimane, e l'ircocervo si ravviva ad ogni sguardo alla luce della nostra curiosità sospettosa."
Massimo Bucchi: '900
prefazione di Umberto Eco
edizioni la Repubblica, Roma - 1998
prefazione
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
giovedì 4 marzo 2010
occhio alle pulci!
mercoledì 3 marzo 2010
nell'agone del peccato
Devi sapere che l'inclinazione al peccato è sempre di grande profitto e utilità per l'uomo retto.
Ascolta bene: ecco due uomini. Il primo non è mai sopraffatto da alcuna debolezza, o lo è assai poco; il secondo, al contrario, è per natura soggetto a forti tentazioni. Dalla presenza delle cose esteriori, l'uomo esteriore in lui è portato alla collera, alla vanità, forse alla sensualità, secondo gli incontri che fa, ma nelle sue potenze superiori egli permane costantemente fermo, impassibile; non vuole errare, né cedere alla collera o ad altro peccato; così egli lotta senza tregua contro la sua debolezza, forse per lui naturale - molti uomini sono infatti portati per natura alla collera, all'orgoglio o ad altri difetti -, e non vuole commettere il peccato. Questo secondo uomo deve essere molto più lodato, la sua ricompensa è assai più grande, e la sua virtù più nobile di quella del primo. Infatti la perfezione della virtù si manifesta nell'agone, come dice San Paolo: 'La virtù si compie nella debolezza'."
martedì 2 marzo 2010
c'è chi ha le voci e chi le noci...
SILV. Pazza che sei! Credi tu ch'ella volesse uccider davvero?
SMER. Non so altro io; so che, se non arrivavo a tempo, la poverina sarebbe ita.
SILV. Vi voleva ancor tato prima che la spada giungesse al petto.
SMER. Sentite che bugiardo! Se stava lì lì per entrare.
SILV. Tutte finzioni di voi altre donne.
SMER. Sì, se fossimo come voi. Dirò, come dice il proverbio: noi abbiam le voci, e voi altri avete le noci. Le donne hanno la fama di essere infedeli, e gli uomini commettono le infedeltà a più non posso. Delle donne si parla, e degli uomini non si dice nulla. Noi siamo criticate, e a voi altri si passa tutto. Sapete perché? Perché le leggi le hanno fatte gli uomini; che se le avessero fatte le donne, si sentirebbe tutto il contrario. S'io comandassi, vorrei che tutti gli uomini infedeli portassero un ramo d'albero in mano, e so che tutte le città diventerebbero boschi."
Carlo Goldoni: Il servitore di due padroni
editrice l'Unità, Roma - 1993
pagg. 43-44
catalogazione: libreria in ingresso
lunedì 1 marzo 2010
fare da tappezzeria alle feste!
Annie Sprinkle - Post Porn Modernist
Art Unlimited, Amsterdam - 1991
pag. 45
catalogazione: una delle librerie in soggiorno