"Il fatto è appunto questo, che la pittura non è in grado di proporre l'oggetto alla ricezione collettiva simultanea, cosa che invece è sempre riuscita all'architettura, che riusciva un tempo all'epopea, che riesce oggi al film. E per quanto, in sé, da questa circostanza non vadano tratte conclusioni riguardanti il ruolo sociale della pittura, nel momento in cui, in seguito a particolari circostanze e in certo modo contro la sua natura, la pittura viene messa a diretto confronto con le masse, precisamente quella circostanza agisce come una grave limitazione." Walter Benjamin: L'opera d'arte nell'era della sua riproducibilità tecnicaGiulio Einaudi editore, Torino - 1966traduzione di Enrico Filippinipag. 39catalogazione: una delle librerie in soggiorno

Letto a suo tempo il libro. Profetico. Ciao.
RispondiEliminaQuesto semplice stralcio non pone a favore della lettura del libro. Volevo postare un commento negativo su questo pensiero assurdo e sconclusionato dell'autore, ma ho tenuto a freno la mia facondia critica.
RispondiEliminaProverò a leggerlo con maggiore attenzione e nella sua interezza.
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