"«L'illuminazione per se stessa - egli scrive - è un elemento dagli effetti illimitati; rimessa in libertà, diviene per noi ciò che per il pittore è la tavolozza: per lui ogni combinazione di colori è possibile; e da parte nostra, per mezzo di proiezioni semplici o composte, fisse o mobili, con l'ostruzione parziale delle fonti luminose, con diversi gradi di trasparenze etc. noi possiamo ottenere un numero infinito di modulazioni. L'illuminazione ci dà così il mezzo per esternare, liberare in qualche modo una gran parte dei colori e delle forme che la pittura fissava sulle sue tele, e di diffonderli vivi nello spazio; l'attore non passeggia più davanti alle ombre e alle luci dipinte, ma è immerso in un'atmosfera che è destinata a lui. Gli artisti capiranno facilmente l'importanza di una simile riforma...»."
Ferruccio Marotti: La scena di Adolphe Appia
casa editrice Licinio Cappelli, Bologna - 1966
pagg. 77-78
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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