"Agli agguati e ai clichés della morte, Deržavin oppone l'opulenza e la gioia dei colori. Finché non giungono i geli e le intemperie a stroncarci come alberi, è d'uopo allegrarsi, godere la balenante bellezza, il fervore fugace dell'esistenza. Ed ecco un gaio colorismo, una vitalità rubensiana scacciano a sprazzi dalla poesia di Deržavin l'ossuta tetraggine dei simboli funebri, gli spettri fumosi, le falci.
Abbaglia la succulenta pienezza di certi suoi quadri. Ed è strano accostarsi a così rutilanti pitture dagli ingranaggi glaciali del nostro tempo. Deržavin allinea nei versi liste di frutti, di prelibati bocconi, di forti bevande; dipinge con esuberanza fastosa tavole imbandite d'ogni delizia.
Intere strofe assomigliano a deschi o scansie traboccanti di vettovaglie e di arnesi conviviali. Attratto, come oggi diremmo, dalla 'texture des choses', egli sa esprimere a meraviglia la spessezza tangibile degli oggetti."
Angelo Maria Ripellino: Letteratura come itinerario nel meraviglioso
Giulio Einaudi editore, Torino - 1968
pag. 29
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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