LIV
"Soltanto per due giorni ebbe egli cari
l'ombra fresca nel mezzo del boschetto,
gli sconfinati campi solitari
e il calmo mormorio del ruscelletto,
ché veder boschi e campi a sé d'intorno
più non lo dilettava il terzo giorno.
Tra boschi e campi il sonno lo riprese
come una volta, fino a che comprese
che in campagna o in città, dovunque sia,
anche lungi dai balli e dai palazzi,
dalle carte, dai versi, dai sollazzi,
l'aspettava la stessa ipocondria,
che mai dalle calcagna non si toglie,
simile all'ombra o alla fedele moglie."
Aleksandr S. Puškin: Evgenij Onegin
Mondadori Editore, Milano - 1976
traduzione dal russo di Ettore Lo Gatto
pag. 32
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