"Mentre si dirigevano verso la macchina, che distava trecento metri, Marcia indulse all'istrionismo per divertire i bambini, barcollando sui tacchi, con grida e respiri affannosi, fingendo di evitare una caduta in montagna.
- Perché ridete? - gridò loro. - Smettetela subito. Vostra madre si sta arrampicando sul Matterhorn e tutto quello che voi sapete fare è sghignazzare, piantatela, ho detto. Vi trasformerò in zucche. Chiamerò Belzebù per farvi mettere nell'olio bollente -. I bambini scoppiarono a ridere e si dimenarono, torcendosi dalle risate. - Venite qui, tornate indietro, aiutatemi. Vostra madre è perduta, iene sghignazzanti, babbuini, sciacalli, scarafaggi, sciagurati!
Entrarono in macchina e, durante il tragitto verso casa, mantennero un silenzio festoso, interrotto solo da qualche leggero sospiro e dal singhiozzo di Jacob. - Sei ubriaco, giovanotto, - disse Marcia, tirando fuori dalla macchina il bambino più piccolo.
- È il giorno di papà, il giorno di papà, il giorno di papà, - e tutti e tre si misero a suonare il campanello un centinaio di volte.
- Siete scatenati, - disse il padre. - Stamane date i numeri -. I bambini gli colmarono le braccia di fiori.
- Sono stato su un asinello.
- Ho bevuto una Coca Cola.
- La mamma si è arrampicata sulla montagna."
Arnold Wesker: Sei domeniche di gennaio
Giulio Einaudi editore, Torino - 1974
traduzione di Betty Foà
pagg. 116-117
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Nessun commento:
Posta un commento
benvenuti nella nostra biblioteca. Benvenuti due volte se venite accompagnati da un libro!