Anche Mariateresa e Marina si prendono una vacanza.
Il blog riaprirà a settembre. Buon mese di agosto a tutti i nostri lettori!
venerdì 31 luglio 2009
giovedì 30 luglio 2009
cavalcare è un atto di fusione
"Animale da fuga, intuitivo, emotivo, alogico, il cavallo simboleggia nell'immaginario collettivo la rappresentazione stessa dell'energia vitale e istintuale nella sua più genuina totalità. Privo della logica del predatore (a noi senz'altro più congeniale) egli rivela in modo fisicamente visibile la potenza salvifica e alle volte potenzialmente distruttiva dell'istinto.
Ma non ci cammina a fianco come un cane, non ci attrae in soffusi mondi dorati con la sognante imperturbabilità di un gatto. La nostra relazione con lui si caratterizza attraverso la costruzione di un binomio che lega, seppur in modo provvisorio, due individualità polari allo stesso destino.
È più dell'essere insieme. Cavalcare è un atto di fusione, qualcosa che evoca la necessità tutta umana di integrare i vissuti dell'inconscio con la struttura della personalità cosciente."
Maria Lucia Galli: Il cavallo e l'uomo
Equitare, Iesa Lama (SI) - 2001
pag. 110
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Ma non ci cammina a fianco come un cane, non ci attrae in soffusi mondi dorati con la sognante imperturbabilità di un gatto. La nostra relazione con lui si caratterizza attraverso la costruzione di un binomio che lega, seppur in modo provvisorio, due individualità polari allo stesso destino.
È più dell'essere insieme. Cavalcare è un atto di fusione, qualcosa che evoca la necessità tutta umana di integrare i vissuti dell'inconscio con la struttura della personalità cosciente."
Maria Lucia Galli: Il cavallo e l'uomo
Equitare, Iesa Lama (SI) - 2001
pag. 110
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
mercoledì 29 luglio 2009
parla un napoletano verace
"Il napoletano che vive nella psicologia del miracolo, sempre nell'attesa di un fatto straordinario tale da mutare di punto in bianco la sua situazione. L'aspetto ambiguo dell'umanità del napoletano con la sua antitesi di miseria e commedia, di vita e teatro. Le due Napoli, una la montatura e l'altra, quella vera. La Napoli bagnata dal mare e quella dove il mare non arriva, il Vesuvio e il contro-Vesuvio. Eccetera eccetera. Noo, non gli riusciva. Passano il tempo a coccolare e calcolare mistificazioni del genere, a venderle al maggior offerente, a chiedere comprensione e ammirazione come se esigessero un credito, con un'aria imbarazzata ed altezzosa... Che noia però questa Napoli, usata come allegoria morale, come categoria dello spirito! Miti da intellettuale medio."
Raffaele La Capria: Ferito a morte
Bompiani, Milano - 1962
pag. 163
Raffaele La Capria: Ferito a morte
Bompiani, Milano - 1962
pag. 163
martedì 28 luglio 2009
il bacillo comunista
"«È ora che la chiesa pensi allo sviluppo di partiti democratici cristiani in tutti i paesi cattolici,» spiega Dalla Torre. «Nei paesi agricoli essi dovrebbero rappresentare gli interessi delle masse operaie. La DC in Italia dovrebbe puntare a un radicale miglioramento del tenore di vita, creando una classe di piccoli proprietari, in modo da stimolare quello spirito di conservazione e di salda moralità che contraddistingue dovunque il contadino. Per ottenere questo scopo è necessario rompere le grandi aggregazioni di proprietà terriera e di capitale che dovunque nascono per sfruttare le masse. È questo, infatti, che provoca le tensioni sociali e permette la diffusione del bacillo comunista. Una riforma agraria radicale è quindi decisiva per il futuro della Democrazia Cristiana in Italia e altrove, ma essa deve essere fatta con la collaborazione delle sinistre, vincendo la loro ritrosia di fronte all'aspetto conservatore che viene ad assumere il piccolo proprietario beneficiario della riforma.»"
Roberto Faenza e Marco Fini: Gli americani in Italia
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1976
pagg. 116-117
catalogazione: libreria in ingresso
Roberto Faenza e Marco Fini: Gli americani in Italia
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1976
pagg. 116-117
catalogazione: libreria in ingresso
lunedì 27 luglio 2009
la forma dell'addio
"Forse non ci rivedremo mai più, aggiunse. La baciò sulla guancia e si diresse alla porta. Prima di partire disse ancora, se devi dimenticarmi fallo in modo che possa sopportarlo.
Cioè? domandò lei.
Avvolgimi in qualcosa di morbido, disse, non lasciarmi avvizzire e scolorire in liquidi acidi e non imbalsamarmi o ridurmi a una mummia informe.
Non succederà, promise lei."
Cioè? domandò lei.
Avvolgimi in qualcosa di morbido, disse, non lasciarmi avvizzire e scolorire in liquidi acidi e non imbalsamarmi o ridurmi a una mummia informe.
Non succederà, promise lei."
Sunetra Gupta: La casa dei giorni dorati
Piemme edizioni, Casale Monferrato - 2000
traduzione dall'inglese di Maria Clara Pasetti
pag. 107
Piemme edizioni, Casale Monferrato - 2000
traduzione dall'inglese di Maria Clara Pasetti
pag. 107
domenica 26 luglio 2009
intimità
"The subject of intimacy often comes up in terms of relationship, of course, and has become a contemporary obsession. People are sometimes desperate to experience intimacy. But it is extremely difficult to be intimate with someone else until you've been intimate with yourself, and the same kind of thought processes interfere with relationships that interfere with everything else in your life. We build up images of ourselves and of the other, and in a typical interaction, the real people don't meet at all. Practice breaks through all that, breaks through these images to what is really happening in the moment. Real intimacy does not look for some particular experience but sees things as they are."
Larry Rosenberg: Breath by Breath - The liberating practice of insight meditation
Shambhala Publications Inc, Boston - 1998
pag. 18
catalogazione: in lettura
Larry Rosenberg: Breath by Breath - The liberating practice of insight meditation
Shambhala Publications Inc, Boston - 1998
pag. 18
catalogazione: in lettura
categorie
libri degli ospiti,
scienze umane
sabato 25 luglio 2009
fare le cose in grande
"Il colonnello si mise anche lui a far progetti: 'Il suicidio di massa si potrebbe farlo passare per una grande catastrofe...un treno che deraglia, cento morti!' Rellonen pensò che un incidente così devastante sarebbe stato un magnifico esempio di azione collettiva, avrebbe dimostrato che i finlandesi non sono capaci soltanto di tirarsi il collo maldestramente in qualche fienile fatiscente, ma sono in grado, quando lo vogliono, di realizzare disastri giganteschi, incidenti tragici e sublimi."
Arto Paasilinna: Piccoli suicidi tra amici
Iperborea, Milano - 2006
traduzione di Maria Antonietta Iannella e Nicola Rainò
pag. 29
Arto Paasilinna: Piccoli suicidi tra amici
Iperborea, Milano - 2006
traduzione di Maria Antonietta Iannella e Nicola Rainò
pag. 29
venerdì 24 luglio 2009
sapore di sale: la chimica delle emozioni
"Qualcuno, dopo la proiezione di Love Story, ha detto che bisognerebbe avere un cuore di pietra per non scoppiare a ridere di fronte ai casi di Oliver e Jenny. La battuta, come tutti i paradossi di tono wildiano, è superba. Purtroppo non rispecchia la verità. Infatti, qualunque sia la disposizione critica con cui si va a vedere Love Story bisognerebbe avere un cuore di pietra per non commuoversi e piangere. E anche avendo un cuore di pietra non ci si sottrarrebbe probabilmente al tributo emotivo che il il film richiede. E questo per una ragione semplicissima: che i film di questo genere sono concepiti per fare piangere. E quindi fanno piangere. Non si può mangiare un confetto pretendendo di sentire--solo perché si ha una vasta cultura e un forte controllo delle proprie sensazioni--sapore di sale. La chimica non sbaglia mai. Siccome esiste anche una chimica delle emozioni, e uno dei composti che per antica tradiuzione suscitano emozioni è un intreccio ben congegnato, se un intreccio è ben congegnato suscita le emozioni che si era prefisso quale effetto."
Umberto Eco: Il superuomo di massa
Cooperativa Scrittori, Milano - 1976
pag. 13
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Umberto Eco: Il superuomo di massa
Cooperativa Scrittori, Milano - 1976
pag. 13
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
giovedì 23 luglio 2009
via Fani
"Gli italiani -
Così Eleonora Moro descrive alla commissione parlamentare il suo arrivo in via Fani, poco dopo l'attentato: 'Tutto immobile e preciso. Io ho constatato che ognuno di loro fosse morto perché conosco gli italiani e temevo che se uno era ancora vivo magari potevano lasciarlo lì.'"
Adriano Sofri: L'ombra di Moro
Adriano Sofri: L'ombra di Moro
Sellerio editore, Palermo - 1991
pag. 110
pag. 110
mercoledì 22 luglio 2009
cycling is cool!
"Over the past fifty years cycling has had a bad press: it was the forgotten mode of transport, the car was king, everybody who didn't have a car was perceived to be poor, and people felt defined by the car they drove. But things are changing; these days mobile phones, Blackberries and iPods are the most important accessories for the image-conscious, and cycling is becoming part of this new fashion. Cycling, and the healthy, environmentally-friendly lifestyle it represents, is now used to advertise mobile phones, laptops, cameras and, ironically, cars."
Rory McMullan: Cycling to Work
Green Books Guides, Devon - 2007
pag. 11
catalogazione: nessuna, libro appena acquistato
Rory McMullan: Cycling to Work
Green Books Guides, Devon - 2007
pag. 11
catalogazione: nessuna, libro appena acquistato
martedì 21 luglio 2009
passioni
"Quando la conobbi, Conchi si era appena separata da un ecuadoriano che si chiamava Dos-a-Dos Gonzàlez, il cui nome di battesimo, a quanto pareva, gliel'aveva messo il padre in ricordo di una partita di calcio finita 2 a 2, grazie alla quale la squadra del cuore aveva vinto il campionato del suo paese."
Javier Cercas: Soldati di Salamina
Guanda, Parma - 2001
traduzione di Pino Cacucci
pag. 42
Javier Cercas: Soldati di Salamina
Guanda, Parma - 2001
traduzione di Pino Cacucci
pag. 42
lunedì 20 luglio 2009
gli sconquassi della pubertà
"Stavo dicendo... Ma l'immaginazione mi fa sempre perdere la strada di un discorso coerente, articolato, strutturato come la cartella di uno psi del Centro medicosociale, la mia cartella su cui uno stronzo sconosciuto, chi? chi, allora? aveva aggiunto, scarabocchiato a mano, in grosso, molto in grosso, molto molto in grosso!, quando la cartella era già dotata di un'etichetta autoadesiva di buone dimensioni compilata come si deve con un programma di videoscrittura dell'azienda--un software Word 6 o 7, mi pare, caratteri Helvetica, corpo 14, in bold, ho notato, e quindi assolutamente decifrabile, l'etichetta, ne converrete--, con nome, età e indirizzo completo del giovane paziente, minorenne, affetto da disturbi vagali vaghi e da ancora più vaghe turbe caratteriali, minori quanto lui, e passeggere: vedrà, con un quarto di lexomil al giorno, alla sera, la cosa dovrebbe aggiustarsi! sono gli sconquassi della pubertà, ha in sangue caldo questo ragazzino dalla pelle scura che riesce così bene a scuola (e anche tu, lettore, sei paziente se, arrivato qui, non hai girato pagina o lasciato cadere il libro... Mah, vediamo se magari l'ultimo Pennacouly non è un po' più avvincente!"
Paul Smaïl: Ali il Magnifico
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 2002
traduzione di Yasmina Melaouah
pag. 236
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Paul Smaïl: Ali il Magnifico
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 2002
traduzione di Yasmina Melaouah
pag. 236
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
domenica 19 luglio 2009
passer mieux
"Il y a des femmes qui jettent. Je jette beaucoup. Pendant quinze ans, j'ai jeté mes manuscrits aussitôt que le livre était paru. Si je cherche pourquoi, je crois que c'était pour effacer le crime, le dévaloriser à mes propres yeux, pour que je 'passe mieux' dans mon propre milieu, pour atténuer l'indécence d'ecrire quand on était une femme, il y a de cela à peine quarante ans. Je gardais les restes des tissues de couture, des restes des aliments, mais pas ça. Pendant dix ans, j'ai brûlé mes manuscrits. Puis un jour on m'a dit: 'Garde-les pour ton enfant plus tard, on ne sait jamais.'"
Marguerite Duras: Vie Materielle
P.O.L., Paris - 1987
pag. 63
Marguerite Duras: Vie Materielle
P.O.L., Paris - 1987
pag. 63
sabato 18 luglio 2009
a transparent bridge hears every frame...
"When a bridge or switch receives a frame, it uses the data link information to process the frame. In a transparent bridge environment, the bridge processes the frame by determining whether it needs to be copied to other connected segments. A transparent bridge hears every frame that crosses a segment and views each frame and source address filed to determine on what segment the work station resides. The transparent bridge store this information in memory in what is know as a forwarding table."
Steve McQuerry: Interconnecting Cisco Network Devices
Cisco Press, Indianapolis (USA) - 2000
pag. 22
catalogazione: la scrivania del Bip
Steve McQuerry: Interconnecting Cisco Network Devices
Cisco Press, Indianapolis (USA) - 2000
pag. 22
catalogazione: la scrivania del Bip
venerdì 17 luglio 2009
abuso di sinonimi
"Parvez era abituato alla censura. Al tempo dello scià, fino a quattro anni prima della rivoluzione, c'era sempre un agente della Savak, la polizia segreta del governo, negli uffici del 'Teheran Journal', come si chiamava allora il quotidiano di Parvez. L'uomo della Savak arrivava alle tre del mattino, con una squadra di interpreti, e passava tutto in rassegna, perfino le inserzioni pubblicitarie. Negli articoli sulle dimostrazioni o sulle marce antigovernative, al 'Teheran Journal' non era consentito adoperare termini come 'studenti' o 'giovani'. La parola da usare era 'teppisti'."
Vidiadhar Surajprasad Naipaul: Fedeli a oltranza
Adelphi editore, Milano - 2001
traduzione di Navid Carucci
pag. 198
Vidiadhar Surajprasad Naipaul: Fedeli a oltranza
Adelphi editore, Milano - 2001
traduzione di Navid Carucci
pag. 198
giovedì 16 luglio 2009
gli uomini spiritosi sono i più pericolosi
"LADRO A dir la verità, anch'io preferirei prenderla come amante, la signora, invece che per moglie... sempreché suo marito non avesse niente in contrario... del resto è lui che deve decidere... è lui che ci ha sposati!
ANNA (scoppiando a ridere divertita) Ah, ah... spiritoso, spiritoso davvero; adesso capisco perché sua moglie ha paura delle altre donne... Gli uomini spiritosi sono i più pericolosi... soprattutto se hanno gusti volgari!
LADRO (alla Donna) Mi ha detto volgare un'altra volta!
DONNA (con affettuoso traporto, accarezzandolo) Ah sì, è davvero pericoloso... lei non immagina quanto!
UOMO (seccato) Be', adesso non esageriamo... (correggendosi) Tutti gli uomini, chi più chi meno, sono pericolosi!"
Dario Fo: Teatro comico
Aldo Garzanti editore, Milano - 1962
pag. 122
catalogazione: libreria in ingresso
ANNA (scoppiando a ridere divertita) Ah, ah... spiritoso, spiritoso davvero; adesso capisco perché sua moglie ha paura delle altre donne... Gli uomini spiritosi sono i più pericolosi... soprattutto se hanno gusti volgari!
LADRO (alla Donna) Mi ha detto volgare un'altra volta!
DONNA (con affettuoso traporto, accarezzandolo) Ah sì, è davvero pericoloso... lei non immagina quanto!
UOMO (seccato) Be', adesso non esageriamo... (correggendosi) Tutti gli uomini, chi più chi meno, sono pericolosi!"
Dario Fo: Teatro comico
Aldo Garzanti editore, Milano - 1962
pag. 122
catalogazione: libreria in ingresso
mercoledì 15 luglio 2009
ipocondrìa, resta con me
LIV
"Soltanto per due giorni ebbe egli cari
l'ombra fresca nel mezzo del boschetto,
gli sconfinati campi solitari
e il calmo mormorio del ruscelletto,
ché veder boschi e campi a sé d'intorno
più non lo dilettava il terzo giorno.
Tra boschi e campi il sonno lo riprese
come una volta, fino a che comprese
che in campagna o in città, dovunque sia,
anche lungi dai balli e dai palazzi,
dalle carte, dai versi, dai sollazzi,
l'aspettava la stessa ipocondria,
che mai dalle calcagna non si toglie,
simile all'ombra o alla fedele moglie."
Aleksandr S. Puškin: Evgenij Onegin
Mondadori Editore, Milano - 1976
traduzione dal russo di Ettore Lo Gatto
pag. 32
"Soltanto per due giorni ebbe egli cari
l'ombra fresca nel mezzo del boschetto,
gli sconfinati campi solitari
e il calmo mormorio del ruscelletto,
ché veder boschi e campi a sé d'intorno
più non lo dilettava il terzo giorno.
Tra boschi e campi il sonno lo riprese
come una volta, fino a che comprese
che in campagna o in città, dovunque sia,
anche lungi dai balli e dai palazzi,
dalle carte, dai versi, dai sollazzi,
l'aspettava la stessa ipocondria,
che mai dalle calcagna non si toglie,
simile all'ombra o alla fedele moglie."
Aleksandr S. Puškin: Evgenij Onegin
Mondadori Editore, Milano - 1976
traduzione dal russo di Ettore Lo Gatto
pag. 32
martedì 14 luglio 2009
sono un marinaio, io!
"— Così io gli dico, ragazzi, gli dico: «Mi scusi tanto, signore», gli dico all'ufficiale in seconda di quel vapore. «Mi scusi tanto, signore, ma quelli del ministero del Commercio dovevano essere sbronzi, il giorno che le hanno dato il brevetto!» «Che cosa dici, pezzo di ...!», mi fa lui venendomi addosso come un toro inferocito, tutto vestito di bianco che era una bellezza; io allora tiro su il secchio del catrame e glielo rovescio in testa, su quella sua bella faccia di m... e sulla giacca fresca fresca di bucato... «To', piglia questo!», gli dico. «Sono un marinaio, io, ignorante presuntuoso, ficcanaso, leccapiedi, buono a nulla! Ecco l'uomo che sono io!», gli grido... Avreste dovuto vederlo come saltava, ragazzi! Soffocato, accecato dal catrame, era! Così..."
Joseph Conrad: Il negro del Narciso
Rizzoli editore, Milano - 1981
traduzione di Maria Gallone
pag. 21
catalogazione: libreria in ingresso
Joseph Conrad: Il negro del Narciso
Rizzoli editore, Milano - 1981
traduzione di Maria Gallone
pag. 21
catalogazione: libreria in ingresso
lunedì 13 luglio 2009
consentire la speranza
"Il fronte si era spostato tanto che anche i treni si erano fermati, i soldati tedeschi feriti si incamminavano attraverso la cittadina da soli, a piedi, quelli che non potevano camminare venivano trasportati sulle barelle, poi si fermavano al traghetto nel primo paesino sul corso dell'Elba, pregavano il traghettatore di traghettarli, stavano lì malridotti, dominava il colore bianco del gesso, sembravano calchi di arte moderna, sembravano resti di quando si toglie dal calco l'involucro di gesso, dunque sulla riva verde di erba fresca e di ranuncoli gialli c'erano gambe e braccia ferite e clavicole rotte e teste fasciate, si frugavano nelle tasche e stavano lì in piedi, tendevano le mani offrendo soldi e catenine e orologi, e il traghettatore si grattava dietro le orecchie, alla fine però, i tedeschi feriti li traghettava, a gruppi, i soldati feriti avevano l'impressione che di là, dall'altra parte del fiume, ci sarebbero stati ancora i loro eserciti in fuga, che avrebbero avuto ancora una possibilità di arrivare a casa, ma il traghettatore sapeva che là c'erano i partigiani, che aspettavano nelle tagliate e nei canali e nei fossati e nelle cunette con le mitragliatrici e i fucili, e che per loro ormai era finita, amen, e nonostante ciò li traghettava, perché anche se non amava i tedeschi e non poteva amarli, quando vedeva la speranza nei loro occhi, quel momento di felicità, di possibilità di salvarsi, di essere felici, una volta arrivati con le fasce e con i gessi lucenti sull'altra sponda...perché non procurare loro un poco di quella gioia? Proprio come si fa con i condannati a morte, quando l'ultima notte si esaudiscono i loro eventuali ultimi desideri. E i tedeschi misero dei fazzoletti bianchi su dei piccoli pali e si avviarono in marcia come andando verso la terra promessa."
Bohumil Hrabal: La cittadina dove il tempo si è fermato
e/o, Roma - 2009
traduzione di Annalisa Cosentino
pag. 111
domenica 12 luglio 2009
latte caldo
"Che ironia! All'epoca in cui l'onda di latte caldo dell'assenza di futuro e della catastrofe stava per traboccare dalla tazza, io non possedevo le credenziali per poterla bere tutta d'un fiato, e adesso che, dopo un lungo allenamento, avevo ormai acquisito tutte le qualifiche necessarie ed ero tornato, il latte era già stato tutto bevuto, si vedeva il fondo della tazza ormai fredda; e io avevo già oltrepassato i quarant'anni. E, purtroppo, solo quel latte caldo che qualcuno si era già bevuto avrebbe potuto placare la mia sete."
Yukio Mishima: Sole e acciaio
Ugo Guanda editore, Parma - 2000
traduzione di Lydia Origlia
pag. 55
catalogazione: nessuna, libro appena acquistato
Yukio Mishima: Sole e acciaio
Ugo Guanda editore, Parma - 2000
traduzione di Lydia Origlia
pag. 55
catalogazione: nessuna, libro appena acquistato
sabato 11 luglio 2009
innocenza colpevole
"Libera...cosa può desiderare di più? Sarebbe stato uno scherzo per lei rendersi accettabile la vita accanto a Bernard. Aprirsi a lui fino in fondo, non lasciare niente nell'ombra: ecco la salvezza. Tutto ciò che era nascosto doveva venire alla luce, e subito, fin da stasera. Questo proposito la riempie di gioia. Prima di arrivare ad Argelouse, avrà il tempo di 'preparare la confessione', per usare la frase che la sua religiosissima amica Anne de la Trave ripeteva ogni sabato delle loro felici vacanze. Anne, sorellina mia, cara innocente, non occupi un posto da poco in questa storia! Le creature più pure ignorano quanto di velenoso germogli sotto i loro passi infantili."
Francois Mauriac: Thérèse Desqueyroux
Adelphi, Milano - 2009
traduzione di Laura Frausin Guarino
pag. 23
venerdì 10 luglio 2009
the fresshe beautee sleeth me sodeynly
"And with that word Arcite gan espye
Wher-es this lady romed to and fro,
And with that sight hir beautee hurt him so
That if that Palamon was wounded sore,
Arcite is hurt as much as he or more.
And with a sigh he saide pitously,
'The fresshe beautee sleeth me sodeynly
of hir that rometh in the yonder place,
And but I have hir mercy and hir grace,
That I may seen hir at the leste waye,
I nam but deed: tehre is namore to saye.'"
Geoffrey Chaucer: The Canterbury Tales
Penguin Books, London - 1996
pag. 44
catalogazione: libreria in ingresso
Wher-es this lady romed to and fro,
And with that sight hir beautee hurt him so
That if that Palamon was wounded sore,
Arcite is hurt as much as he or more.
And with a sigh he saide pitously,
'The fresshe beautee sleeth me sodeynly
of hir that rometh in the yonder place,
And but I have hir mercy and hir grace,
That I may seen hir at the leste waye,
I nam but deed: tehre is namore to saye.'"
Geoffrey Chaucer: The Canterbury Tales
Penguin Books, London - 1996
pag. 44
catalogazione: libreria in ingresso
giovedì 9 luglio 2009
cemento a disposizione
"Non ho ucciso mio padre, ma certe volte mi sembra quasi di avergli dato una mano a morire. E se non fosse capitata in coincidenza con una pietra miliare nel mio sviluppo fisco, la sua morte sembrerebbe un fatto insignificante in confronto a quello che è successo dopo. Parlai di lui con le mie sorelle per tutta la settimana seguente al giorno in cui morì, e Sue di sicuro pianse un po' quando gli uomini dell'ambulanza lo rimboccarono in una vivace coperta rossa e lo portarono via. Era un uomo fragile, irascibile e ossessivo, con le mani e il viso giallastri. Includo qui la breve storia della sua morte solo per spiegare come mai le mie sorelle ed io ci trovammo con tanto cemento a nostra disposizione."
Ian McEwan: Il giardino di cemento
Einaudi, Milano - 1980
traduzione di Stefania Bertola
pag. 5
mercoledì 8 luglio 2009
la mi somministri qualche documento umano!
"Se l'ipotetico mio lettore, volesse e sapesse insegnarmi questo come, io gli sarei, proprio, riconoscentissimo. Non ch'io corra, pur troppo, pericolo, che, mai, donna venga ad offrirmisi! ma farò adoperare questa soluzione diversa in qualche altra novella, la quale servirebbe di contrapposto alla presente. Caro lettore, sappia Vossignoria Illustrissima, che la mia fantasia è poca e pigra; sarà, presto, esaurita; e, se non mi ajutano, mi ripeterò, maledettissimamente: la mi somministri qualche documento umano! e grazie anticipate! e ci sarà, anche, la mancia. Va behn! ma cosa dicevamo? Ah sì, che Maurizio, quantunque indispettitissimo della pensata della Radegonda, che gli ricadeva sulle braccia, non ebbe però, (con quella fiacchezza d'animo) l'incivil coraggio di dire: 'Questo, poi, no. Tòrnatene a casa. Vattene. Io non intendo, punto, spinger la cosa tant'oltre'. Capì, benissimo, che la Salmojraghi non si sarebbe ridotta a casa, anzi si sarebbe precipitata dall'alto del Duomo o nel naviglio; capì, che bisognava curvare il capo e scontare, per le non sue peccata. 'Lei ha le smanie uterine; e, ne' guai, mi ci troverò io. Maledetta l'ora, in cui la conobbi!"
Vittorio Imbriani: Dio ne scampi dagli Orsenigo
editrice l'Unità, Roma - 1993
pagg. 86-87
catalogazione: libreria in ingresso
Vittorio Imbriani: Dio ne scampi dagli Orsenigo
editrice l'Unità, Roma - 1993
pagg. 86-87
catalogazione: libreria in ingresso
martedì 7 luglio 2009
Paolo, il reo
"Paolo di Tarso! C'è mai stato nella storia dell'umanità uomo più nevrotico all'origine di una rivoluzione intellettuale, ideologica e filosofica di una tale ampiezza, con così tante conseguenze nocive? Ebreo convertito al cristianesimo, fariseo integralista, divenuto vittima dopo essere stato carnefice e persecutore, inventore della missione evangelica e della colonizzazione culturale, dell'educazione dei corpi al masochismo e della spina nella carne, estende la propria incapacità di vivere alle dimensioni del bacino del Mediterraneo, e poi dell'intero pianeta.
Il suo disgusto per l'esistenza diventa un'ossessione che non ha smesso di esportare, di diffondere, di infliggere. Il suo odio di sé si trasforma in odio del mondo tanto più profondo in quanto accompagna il suo risentimento verso la terra con una venerazione per un mondo ideale, costruito di sana pianta, e per un ripiego nevrotico promosso a unica realtà esistente: il Cielo.
Se per caso avesse vissuto la sua nevrosi in un angolo, l'inesistenza intellettuale di Paolo di Tarso avrebbe permesso la formazione di un altro Occidente. Ma egli ha trascinato con sé tutta l'umanità nel disgusto e ha vinto la sua battaglia assieme all'Imperatore Costantino, il suo formidabile acceleratore storico, il suo demiurgo nella civiltà imperiale.
Paolo fa ridere i filosofi epicurei e stoici che lo ricoprono i lazzi quando, sull'agorà di Atene dove, mescolati ai saggi antichi, si ritrovano alcuni curiosi, insegna la resurrezione della carne e la vita eterna. Come con gli efesini, i corinzi, i romani, i galati, i tassalonicesi, i filippesi, instilla con fervore il suo veleno evangelico: disprezza il corpo, detesta il desiderio, condanna il piacere, biasima la sensualità, codifica la sessualità, vanta la verginità e ammette, a denti stretti, solo gli atti indispensabili alla riproduzione della specie.
Il suo sproloquio fornisce all'Occidente i modelli in base ai quali la maggioranza vive ancora oggi più o meno consapevolmente il suo rapporto con la carne: l'avversione, la ripugnanza, l'esecrazione."
Michel Onfray: Teoria del corpo amoroso
Fazi editore, Roma - 2009
traduzione di Gregorio de Paola
pag. 88
lunedì 6 luglio 2009
non si vede molto sotto il chador!
"Lei mi guardò un po' stranita, come se non avesse capito la domanda. Poi si mise a giocherellare con le dita, che teneva seminascoste sotto le pieghe del chador, e rispose: «Be', sono stata con Nassrin. Si ricorda quando ci siamo incontrate alla manifestazione? Di lì a poco mi hanno arrestata. Per fortuna mi hanno dato solo cinque anni -- sapevano che ero un pesce piccolo. Sono uscita presto, dopo appena due anni e mezzo, per buona condotta». Mi lasciò a interrogarmi su quale fosse il significato di buona condotta per chi l'aveva arrestata. Bussarono alla porta; era il signor Latif con il tè. Restammo in silenzio finché non uscì.
«Pensavo sempre a lei e alle nostr lezioni» riprese. Dopo i primi interrogatori l'avevano messa in una cella con quindici donne. Là aveva trovato un'altra delle mie studentesse, Razieh. Con la tazza di tè in equilibrio precario per non far scivolare il chador, continuò: «Razieh mi ha parlato dei suoi corsi su James e Hemingway, e io le ho raccontato del processo a Gatsby. Abbiamo riso un sacco. Sa, lei l'hanno uccisa. Io invece sono stata fortunata.» A meno di un anno dal suo rilascio, Mahtab si era sposata e aveva avuto un bambino; adesso ne aspettava un altro. Era al terzo mese. «Non si vede molto sotto il chador» disse, indicando timidamente la pancia."
Azar Nafisi: Leggere Lolita a Teheran
Adelphi edizioni, Milano - 2004
traduzione di Roberto Serrai
pagg. 248-249
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
«Pensavo sempre a lei e alle nostr lezioni» riprese. Dopo i primi interrogatori l'avevano messa in una cella con quindici donne. Là aveva trovato un'altra delle mie studentesse, Razieh. Con la tazza di tè in equilibrio precario per non far scivolare il chador, continuò: «Razieh mi ha parlato dei suoi corsi su James e Hemingway, e io le ho raccontato del processo a Gatsby. Abbiamo riso un sacco. Sa, lei l'hanno uccisa. Io invece sono stata fortunata.» A meno di un anno dal suo rilascio, Mahtab si era sposata e aveva avuto un bambino; adesso ne aspettava un altro. Era al terzo mese. «Non si vede molto sotto il chador» disse, indicando timidamente la pancia."
Azar Nafisi: Leggere Lolita a Teheran
Adelphi edizioni, Milano - 2004
traduzione di Roberto Serrai
pagg. 248-249
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
domenica 5 luglio 2009
pellegrini, hippy e turisti
"Il Medioevo si purgava (e si salvava anche, forse) mediante il pellegrinaggio. Anche il nomadismo hippy è stato uno sfogo di purgazione per lo più nella mitezza apparente di un'India riscoperta. Ma tutto questo gran viaggiare turistico, le grandi vacanze dal lavoro che si accaniscono a congiungere oceani e continenti, hanno un senso?"
Guido Ceronetti: Insetti senza frontiere
Adelphi, Milano - 2009
pag. 83
Guido Ceronetti: Insetti senza frontiere
Adelphi, Milano - 2009
pag. 83
sabato 4 luglio 2009
sperimentazione carnale
"La padronanza teorica ha scarsa rilevanza fino a quando il gesto non è stato iscritto nello schema corporeo; e solo dopo essere stato assimilato attraverso l'esercizio fisico ripetuto ad nauseam il colpo diventa a sua volta completamente chiaro all'intelletto. C'è di fatto una comprensione del corpo che supera—e precede—la piena comprensione visiva e mentale. Solo la continua sperimentazione carnale, che costituisce l'allenamento come complesso coerente di «pratiche d'incorporazione», permette di acquisire una certa padronanza tecnica delle regole del pugilato che, appunto, si esime dal costituirle come tali nella coscienza."
Loïc Wacquant: Anima e corpo
DeriveApprodi, Roma - 2002
traduzione dal francese di Ilaria Bussoni e Stefania De Petris
pag. 69
catalogazione: libreria vicino al computer
Loïc Wacquant: Anima e corpo
DeriveApprodi, Roma - 2002
traduzione dal francese di Ilaria Bussoni e Stefania De Petris
pag. 69
catalogazione: libreria vicino al computer
venerdì 3 luglio 2009
cose
"Le cose! -esclamò. Cristo, Grove, ti capita mai di arrivare al punto di non sopportare più le cose? Gli oggetti? Quella tazza. Questa scuola. I vestiti. Le macchine. Tutte le stramaledette cose senza senso di questo mondo. Dovresti vedere la casa in cui vive la mia famiglia. Ah, è molto bella e molto grande e costa a mio padre uno strafottio di soldi, ma io non riesco a fargli capire che è solo una cosa. Una cosa come un'altra. Hai anche solo un'idea di quello che voglio dire?"
Richard Yates: Una buona scuola
minimum fax, Roma - 2009
traduzione di Andreina Lombardi Bom
pag. 132
Richard Yates: Una buona scuola
minimum fax, Roma - 2009
traduzione di Andreina Lombardi Bom
pag. 132
giovedì 2 luglio 2009
Jo non ha niente addosso
"Un pomeriggio Desmond e Robin erano sdraiati sul letto con addosso solo gli slip. Robin stava scorrendo controvoglia una vecchia copia del 'New Statesman' che si era portato da casa e Desmond fissava ipnotizzato le persiane chiuse, dove i raggi solari si infiltravano tra le crepe come metallo fuso, quando bussarono alla porta. Era Sally.
«Siete decenti?»
Robin rispose: «No.»
«Siete nudi?»
«No.»
«Allora va bene.»
Sally entrò nella stanza. Nessuno dei due ragazzi si mosse per coprirsi. Era uno sforzo eccessivo con quel caldo. Comunque si intravvedevano chiaramente le mutandine di Sally sotto la camicia prestatale da Robin che indossava al posto della vestaglia.
«Che cosa vuoi?» chiese Robin.
«Compagnia. Jo dorme. Fammi un po' di posto.»
Sally si sedette sul letto di Robin.
«Ahi, attenta alle mie scottature» disse lui.
Desmond chiuse gli occhi e ascoltò per un poco i sussurri, le risatine, i fruscii e cigolii che provenivano dall'altro letto.
«Nel caso non ve ne foste accorti,» disse alla fine, «io sto cercando di fare la siesta.»
«Perché non vai nel mio letto, allora?» disse Sally. «Lì è tutto tranquillo.»
«Buona idea,» rispose Desmond, alzandosi e indossando l'accappatoio. Quando se ne fu andato, Sally fece una risatina repressa.
«Cosa c'è?» chiese Robin.
«Jo non ha niente addosso.»
«Proprio niente?»
«Proprio niente.»
David Lodge: L'uomo che non voleva alzarsi e altri racconti
Bompiani editore, Milano - 1997
traduzione di Mary Buckwell Gislon e Rosetta Palazzi
pagg. 27-28
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
«Siete decenti?»
Robin rispose: «No.»
«Siete nudi?»
«No.»
«Allora va bene.»
Sally entrò nella stanza. Nessuno dei due ragazzi si mosse per coprirsi. Era uno sforzo eccessivo con quel caldo. Comunque si intravvedevano chiaramente le mutandine di Sally sotto la camicia prestatale da Robin che indossava al posto della vestaglia.
«Che cosa vuoi?» chiese Robin.
«Compagnia. Jo dorme. Fammi un po' di posto.»
Sally si sedette sul letto di Robin.
«Ahi, attenta alle mie scottature» disse lui.
Desmond chiuse gli occhi e ascoltò per un poco i sussurri, le risatine, i fruscii e cigolii che provenivano dall'altro letto.
«Nel caso non ve ne foste accorti,» disse alla fine, «io sto cercando di fare la siesta.»
«Perché non vai nel mio letto, allora?» disse Sally. «Lì è tutto tranquillo.»
«Buona idea,» rispose Desmond, alzandosi e indossando l'accappatoio. Quando se ne fu andato, Sally fece una risatina repressa.
«Cosa c'è?» chiese Robin.
«Jo non ha niente addosso.»
«Proprio niente?»
«Proprio niente.»
David Lodge: L'uomo che non voleva alzarsi e altri racconti
Bompiani editore, Milano - 1997
traduzione di Mary Buckwell Gislon e Rosetta Palazzi
pagg. 27-28
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
mercoledì 1 luglio 2009
soffrire la stessa pioggia
"È che Maigret, a differenza dei magistrati del Parquet che sono tutti di estrazione sociale elevata, viene dalla gavetta: ha passato anni come semplice poliziotto per strada, nei grandi magazzini, nei mercati ad affinare lo sguardo dietro alle mani veloci dei borseggiatori, ha trascorso notti in appostamenti all'aperto quando a Parigi esistevano ancora le vecchie fortificazioni intorno a cui, gravido di miseria e malaffare, era l'abbraccio della zone. Ha poi prestato servizio nella buoncostume e nelle stazioni e si può dire che a misura che affinava lo sguardo cresceva in lui quella partecipazione/comprensione per tante miserie che costituisce uno dei suoi tratti salienti: quel suo non voler mai giudicare, quella sua umana vicinanza che non è di chi guardi paternalisticamente le cose dall'alto, visto che «la prostituta del boulevard de Clichy e l'ispettore che la sorveglia hanno entrambi scarpe di cattiva qualità e entrambi hanno i piedi dolenti per aver calcato chilometri di bitume. Devono soffrire la stessa pioggia, la stessa tramontana gelida»."
Marco Vitale: Parigi nell'occhio di Maigret
Edizioni Unicopli, Milano 2000
pagg. 79-80
catalogazione: libreria dietro il computer
Marco Vitale: Parigi nell'occhio di Maigret
Edizioni Unicopli, Milano 2000
pagg. 79-80
catalogazione: libreria dietro il computer
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