Il blog riaprirà a settembre. Buon mese di agosto a tutti i nostri lettori!




"Il napoletano che vive nella psicologia del miracolo, sempre nell'attesa di un fatto straordinario tale da mutare di punto in bianco la sua situazione. L'aspetto ambiguo dell'umanità del napoletano con la sua antitesi di miseria e commedia, di vita e teatro. Le due Napoli, una la montatura e l'altra, quella vera. La Napoli bagnata dal mare e quella dove il mare non arriva, il Vesuvio e il contro-Vesuvio. Eccetera eccetera. Noo, non gli riusciva. Passano il tempo a coccolare e calcolare mistificazioni del genere, a venderle al maggior offerente, a chiedere comprensione e ammirazione come se esigessero un credito, con un'aria imbarazzata ed altezzosa... Che noia però questa Napoli, usata come allegoria morale, come categoria dello spirito! Miti da intellettuale medio."

"Forse non ci rivedremo mai più, aggiunse. La baciò sulla guancia e si diresse alla porta. Prima di partire disse ancora, se devi dimenticarmi fallo in modo che possa sopportarlo.

"Il colonnello si mise anche lui a far progetti: 'Il suicidio di massa si potrebbe farlo passare per una grande catastrofe...un treno che deraglia, cento morti!' Rellonen pensò che un incidente così devastante sarebbe stato un magnifico esempio di azione collettiva, avrebbe dimostrato che i finlandesi non sono capaci soltanto di tirarsi il collo maldestramente in qualche fienile fatiscente, ma sono in grado, quando lo vogliono, di realizzare disastri giganteschi, incidenti tragici e sublimi."

"Gli italiani -
"Over the past fifty years cycling has had a bad press: it was the forgotten mode of transport, the car was king, everybody who didn't have a car was perceived to be poor, and people felt defined by the car they drove. But things are changing; these days mobile phones, Blackberries and iPods are the most important accessories for the image-conscious, and cycling is becoming part of this new fashion. Cycling, and the healthy, environmentally-friendly lifestyle it represents, is now used to advertise mobile phones, laptops, cameras and, ironically, cars."
"Quando la conobbi, Conchi si era appena separata da un ecuadoriano che si chiamava Dos-a-Dos Gonzàlez, il cui nome di battesimo, a quanto pareva, gliel'aveva messo il padre in ricordo di una partita di calcio finita 2 a 2, grazie alla quale la squadra del cuore aveva vinto il campionato del suo paese."

"Il y a des femmes qui jettent. Je jette beaucoup. Pendant quinze ans, j'ai jeté mes manuscrits aussitôt que le livre était paru. Si je cherche pourquoi, je crois que c'était pour effacer le crime, le dévaloriser à mes propres yeux, pour que je 'passe mieux' dans mon propre milieu, pour atténuer l'indécence d'ecrire quand on était une femme, il y a de cela à peine quarante ans. Je gardais les restes des tissues de couture, des restes des aliments, mais pas ça. Pendant dix ans, j'ai brûlé mes manuscrits. Puis un jour on m'a dit: 'Garde-les pour ton enfant plus tard, on ne sait jamais.'"

"Parvez era abituato alla censura. Al tempo dello scià, fino a quattro anni prima della rivoluzione, c'era sempre un agente della Savak, la polizia segreta del governo, negli uffici del 'Teheran Journal', come si chiamava allora il quotidiano di Parvez. L'uomo della Savak arrivava alle tre del mattino, con una squadra di interpreti, e passava tutto in rassegna, perfino le inserzioni pubblicitarie. Negli articoli sulle dimostrazioni o sulle marce antigovernative, al 'Teheran Journal' non era consentito adoperare termini come 'studenti' o 'giovani'. La parola da usare era 'teppisti'."

LIV

"Il fronte si era spostato tanto che anche i treni si erano fermati, i soldati tedeschi feriti si incamminavano attraverso la cittadina da soli, a piedi, quelli che non potevano camminare venivano trasportati sulle barelle, poi si fermavano al traghetto nel primo paesino sul corso dell'Elba, pregavano il traghettatore di traghettarli, stavano lì malridotti, dominava il colore bianco del gesso, sembravano calchi di arte moderna, sembravano resti di quando si toglie dal calco l'involucro di gesso, dunque sulla riva verde di erba fresca e di ranuncoli gialli c'erano gambe e braccia ferite e clavicole rotte e teste fasciate, si frugavano nelle tasche e stavano lì in piedi, tendevano le mani  offrendo soldi e catenine e orologi, e il traghettatore si grattava dietro le orecchie, alla fine però, i tedeschi feriti li traghettava, a gruppi, i soldati feriti avevano l'impressione che di là, dall'altra parte del fiume, ci sarebbero stati ancora i loro eserciti in fuga, che avrebbero avuto ancora una possibilità di arrivare a casa, ma il traghettatore sapeva che là c'erano i partigiani, che aspettavano nelle tagliate e nei canali e nei fossati e nelle cunette con le mitragliatrici e i fucili, e che per loro ormai era finita, amen, e nonostante ciò li traghettava, perché anche se non amava i tedeschi e non poteva amarli, quando vedeva la speranza nei loro occhi, quel momento di felicità, di possibilità di salvarsi, di essere felici, una volta arrivati con le fasce e con i gessi lucenti sull'altra sponda...perché non procurare loro un poco di quella gioia? Proprio come si fa con i condannati a morte, quando l'ultima notte si esaudiscono i loro eventuali ultimi desideri. E i tedeschi misero dei fazzoletti bianchi su dei piccoli pali e si avviarono in marcia come andando verso la terra promessa."

"Libera...cosa può desiderare di più? Sarebbe stato uno scherzo per lei rendersi accettabile la vita accanto a Bernard. Aprirsi a lui fino in fondo, non lasciare niente nell'ombra: ecco la salvezza. Tutto ciò che era nascosto doveva venire alla luce, e subito, fin da stasera. Questo proposito la riempie di gioia. Prima di arrivare ad Argelouse, avrà il tempo di 'preparare la confessione', per usare la frase che la sua religiosissima amica Anne de la Trave ripeteva ogni sabato delle loro felici vacanze. Anne, sorellina mia, cara innocente, non occupi un posto da poco in questa storia! Le creature più pure ignorano quanto di velenoso germogli sotto i loro passi infantili."

"Non ho ucciso mio padre, ma certe volte mi sembra quasi di avergli dato una mano a morire. E se non fosse capitata in coincidenza con una pietra miliare nel mio sviluppo fisco, la sua morte sembrerebbe un fatto insignificante in confronto a quello che è successo dopo. Parlai di lui con le mie sorelle per tutta la settimana seguente al giorno in cui morì, e Sue di sicuro pianse un po' quando gli uomini dell'ambulanza lo rimboccarono in una vivace coperta rossa e lo portarono via. Era un uomo fragile, irascibile e ossessivo, con le mani e il viso giallastri. Includo qui la breve storia della sua morte solo per spiegare come mai le mie sorelle ed io ci trovammo con tanto cemento a nostra disposizione."

"Paolo di Tarso! C'è mai stato nella storia dell'umanità uomo più nevrotico all'origine di una rivoluzione intellettuale, ideologica e filosofica di una tale ampiezza, con così tante conseguenze nocive? Ebreo convertito al cristianesimo, fariseo integralista, divenuto vittima dopo essere stato carnefice e persecutore, inventore della missione evangelica e della colonizzazione culturale, dell'educazione dei corpi al masochismo e della spina nella carne, estende la propria incapacità di vivere alle dimensioni del bacino del Mediterraneo, e poi dell'intero pianeta.

"Il Medioevo si purgava (e si salvava anche, forse) mediante il pellegrinaggio. Anche il nomadismo hippy è stato uno sfogo di purgazione per lo più nella mitezza apparente di un'India riscoperta. Ma tutto questo gran viaggiare turistico, le grandi vacanze dal lavoro che si accaniscono a congiungere oceani e continenti, hanno un senso?"
"La padronanza teorica ha scarsa rilevanza fino a quando il gesto non è stato iscritto nello schema corporeo; e solo dopo essere stato assimilato attraverso l'esercizio fisico ripetuto ad nauseam il colpo diventa a sua volta completamente chiaro all'intelletto. C'è di fatto una comprensione del corpo che supera—e precede—la piena comprensione visiva e mentale. Solo la continua sperimentazione carnale, che costituisce l'allenamento come complesso coerente di «pratiche d'incorporazione», permette di acquisire una certa padronanza tecnica delle regole del pugilato che, appunto, si esime dal costituirle come tali nella coscienza."
"Le cose! -esclamò. Cristo, Grove, ti capita mai di arrivare al punto di non sopportare più le cose? Gli oggetti? Quella tazza. Questa scuola. I vestiti. Le macchine. Tutte le stramaledette cose senza senso di questo mondo. Dovresti vedere la casa in cui vive la mia famiglia. Ah, è molto bella e molto grande e costa a mio padre uno strafottio di soldi, ma io non riesco a fargli capire che è solo una cosa. Una cosa come un'altra. Hai anche solo un'idea di quello che voglio dire?"

"È che Maigret, a differenza dei magistrati del Parquet che sono tutti di estrazione sociale elevata, viene dalla gavetta: ha passato anni come semplice poliziotto per strada, nei grandi magazzini, nei mercati ad affinare lo sguardo dietro alle mani veloci dei borseggiatori, ha trascorso notti in appostamenti all'aperto quando a Parigi esistevano ancora le vecchie fortificazioni intorno a cui, gravido di miseria e malaffare, era l'abbraccio della zone. Ha poi prestato servizio nella buoncostume e nelle stazioni e si può dire che a misura che affinava lo sguardo cresceva in lui quella partecipazione/comprensione per tante miserie che costituisce uno dei suoi tratti salienti: quel suo non voler mai giudicare, quella sua umana vicinanza che non è di chi guardi paternalisticamente le cose dall'alto, visto che «la prostituta del boulevard de Clichy e l'ispettore che la sorveglia hanno entrambi scarpe di cattiva qualità e entrambi hanno i piedi dolenti per aver calcato chilometri di bitume. Devono soffrire la stessa pioggia, la stessa tramontana gelida»."