"Parvez era abituato alla censura. Al tempo dello scià, fino a quattro anni prima della rivoluzione, c'era sempre un agente della Savak, la polizia segreta del governo, negli uffici del 'Teheran Journal', come si chiamava allora il quotidiano di Parvez. L'uomo della Savak arrivava alle tre del mattino, con una squadra di interpreti, e passava tutto in rassegna, perfino le inserzioni pubblicitarie. Negli articoli sulle dimostrazioni o sulle marce antigovernative, al 'Teheran Journal' non era consentito adoperare termini come 'studenti' o 'giovani'. La parola da usare era 'teppisti'." Vidiadhar Surajprasad Naipaul: Fedeli a oltranza Adelphi editore, Milano - 2001 traduzione di Navid Carucci pag. 198
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