"Che anche nell'uomo esistano paure innate, è difficile negare. Si tratta, appunto, di quelle paure che erano state uno strumento prezioso di sopravvivenza per i nostri remoti progenitori. Proviamo ad immaginare in quale universo terrificante abitassero gli uomini primitivi. Sprovvisti di zanne e di artigli, vivevano in un ambiente popolato da bestie feroci; se erano costretti a fuggire, la loro velocità era di gran lunga inferiore a quella delle belve che li inseguivano; contro il freddo, non possedevano un vello che li riparasse. C'erano poi gli uragani, il rombo del tuono, il cielo solcato da lampi e fulmini, tutti fenomeni inspiegabili e perciò spaventosi. Poi, la furia del mare. E i fiumi che straripavano. E le foreste che si incendiavano. E la terra che tremava. Di fronte allo scatenarsi della natura, l'uomo primitivo non poteva non sentirsi angosciosamente impotente. Anche noi, in presenza di alcuni di questi fenomeni, proviamo sgomento; ma almeno ne conosciamo l'origine e siamo spesso in grado di prevederne l'andamento. Invece quei nostri remoti antenati si credevano in balia di forze sconosciute e malefiche, che non sapevano come placare. Finiranno per adorarle: gli dèi, ha detto qualcuno, sono stati partoriti dalla paura."
Rosellina Balbi: Madre paura
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1985
pagg. 12-13
catalogazione: nessuna, libro prestato al Bip da Marina Gasparini
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