"All'inizio del viaggio vi è un sogno, un progetto, un'intenzione; dei nomi che stimolano la fantasia, un richiamo della strada, della foresta, del deserto, il pensiero di sfuggire alla normalità per una scappata di qualche ora o di qualche anno. Oppure il desiderio di visitare una regione, di conoscerla meglio, di unire due punti lontani nello spazio, o anche la scelta del puro vagabondaggio. Esistono racconti, resoconti di viaggio, voci, parole scompagnate, un'esortazione ad 'andare a contare i gatti di Zanzibar' piuttosto che le onde di Punta del Este, non potendo immaginare di andare più lontano. Il sogno di arrivare in capo al mondo è ancora potente, alimentato forse nell'inconscio dall'idea che arrivati in quel punto ci si potrà affacciare sull'abisso, o ci si troverà di fronte un muro immenso."
David Le Breton: Il mondo a piedi - Elogio della marcia
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 2008
traduzione di Ester Dornetti
pag. 16
catalogazione: nessuna, libro appena acquistato
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