mercoledì 16 aprile 2008

la voce

"Il lavoro del cantante non è, come invece lo è quello degli altri artisti, avvolto nel mistero.

Si svolge davanti a un pubblico, è spiato da quelle stesse persone cui viene destinato, da quegli stessi individui che deve sedurre, sbalordire e affascinare. Il cantante maneggia davanti a tutti la materia di cui si serve; la plasma e l'esibisce nel medesimo tempo, istantaneamente.

È l'unico artista che si sottomette a questa regola. Il pittore, il musicista, lo scrittore, tutti gli artisti, operano in solitudine, nel silenzio e nella serenità del tempo tutto libero e loro.

Possono correggere, possono rifare, possono anche rivedere e ritoccare l'opera che stanno compiendo...Non è la stessa cosa per il cantante: è quando lo si ascolta, è nell'istante in cui lo si giudica che egli crea dal nulla sia la materia che la forma della sua arte... Il cantante non può concedersi esitazioni o pentimenti, nessuna rettifica. In un attimo fuggente e solo grazie ad un lavoro istintivo, prodigiosamente rapido, nel quale vanno coordinati molti atti fisiologici distinti, egli deve dare alla sua materia non solo la bellezza plastica -c'è molta modellazione "plastica" nel canto- non solo deve dotarla, quella materia vocale, di una bellezza sonora, deve anche caricarla d'emozioni, di idee, di poesia."


Reynaldo Hahn: Lezioni di canto
Marsilio Editore, Venezia - 1990
traduzione dal francese di Giovanni Morelli
pag. 29


catalogazione: C S1 P7
Condividi su Facebook