sabato 26 dicembre 2009

il Natale di Guareschi

"Forse Margherita ha ragione quando dice che occorre la maniera forte coi bambini: il guaio è che, a poco a poco, usando e abusando della maniera forte, in casa mia si lavora soltanto con le note sopra il rigo.
La tonalità, anche nei più comuni scambi verbali, viene portata ad altezze vertiginose e non si parla più, si urla. Ciò è contrario allo stile del «vero signore», ma quando Margherita mi chiede dalla cucina che ore sono, c'è la comodità che io non debbo disturbarmi a rispondere perché l'inquilino del piano di sopra si affaccia alla finestra e urla che sono le sei o le dieci. Margherita, una sera del mese scorso, stava ripassando la tavola pitagorica ad Albertino e Albertino s'era impuntato sul sette per otto. Sette per otto? - cominciò a chiedere Margherita. E, dopo sei volte che Margherita aveva chiesto quanto faceva sette per otto, sentii suonare alla porta di casa. Andai ad aprire e mi trovai davanti il viso congestionato dell'inquilino del quinto piano (io sto al secondo). Cinquantasei! - esclamò con odio l'inquilino del quinto piano.
Rincasando, un giorno del dicembre scorso, la portinaia si sporse dall'uscio della portineria e mi disse sarcastica: È Natale, è Natale è la festa dei bambini - è un emporio generale - di trastulli e zuccherini!
Ecco, - dissi tra me - Margherita deve aver cominciato a insegnare la poesia di Natale ai bambini.
Arrivato davanti alla porta di casa mia, sentii appunto la voce di Margherita:
«È Natale, è Natale - è la festa dei bambini!...».
È la festa dei cretini! -rispose calma la Pasionaria."


Giovanni Guareschi: La favola di Natale
Rizzoli, Milano - 2004
pag. 7

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