"[...] cominciò a pensare ossessivamente al problema di cosa fosse successo a tutte le biro che aveva comprato negli ultimi anni. Seguì un periodo di coscienziosa ricerca, durante il quale visitò tutti i maggiori centri di perdite di biro della Galassia: alla fine tirò fuori una bizzarra teoria che all'epoca fece colpo sull'immaginazione della gente. Da qualche parte nel Cosmo, sosteneva Voojagig, insieme a tutti i pianeti abitati da umanoidi, rettiloidi, pescioidi, alberoidi ambulanti e sfumature superintelligenti del colore azzurro, c'era anche un pianeta interamente consacrato alla forma di vita biroide. Era proprio quel pianeta la meta delle biro trascurate, le quali, attraverso forellini nel tempo, vi si recavano certe di poter finalmente fruire di uno stile di vita unicamente biroide, che rispondesse a stimoli altamente biro-orientati, e che in generale garantisse l'equivalente biresco di una vita felice. Finché si trattò di teorie tutto andò benissimo, ma quando Veer Voojagig si mise di punto in bianco ad affermare di aver trovato questo pianeta, e di aver lavorato lì come autista di limousine al servizio di una famiglia di biro verdi a scatto di tipo economico, fu immediatamente portato via e internato."
Douglas Adams: Guida galattica per gli autostoppisti
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1999
traduzione di Laura Serra
pagg. 147-148
catalogazione: nessuna, libro appena acquistato
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