"Freud alla sua fidanzata: "Mi fa soffrire l'essere impotente a testimoniarti il mio amore." E Gide: "Tutto, nel suo comportamento pareva dire: dato che non mi ama più, non m'importa più niente. Orbene, io l'amavo ancora, e anzi, non l'avevo mai amata tanto; ma non mi era più possibile dargliene la prova. E questa era la cosa più terribile."
I segni non sono delle prove, dal momento che chiunque può produrne di falsi o di ambigui. Ecco quindi che, paradossalmente, ripiego sull'onnipotenza del linguaggio: poiché niente rende sicuro il linguaggio, io farò del linguaggio la sola e ultima certezza: non crederò più all'interpretazione. Dal mio altro, accoglierò ogni parola come un segno di verità; e, quando a parlare sarò io, non metterò in dubbio che egli prenda per vero ciò che dirò. Di qui, l'importanza delle dichiarazioni; io voglio incessantemente carpire all'altro la formula del suo sentimento e, da parte mia, incessantemente gli dico che lo amo: niente è lasciato alla suggestione, alla divinazione: perché una cosa sia saputa, bisogna che sia detta; ma anche appena detta, essa è, molto provvisoriamente, vera."
Roland Barthes: Frammenti di un discorso amoroso
Einaudi, Torino - 1979
traduzione di Renzo Guidieri
pag. 187
Nessun commento:
Posta un commento
benvenuti nella nostra biblioteca. Benvenuti due volte se venite accompagnati da un libro!