"L'altro amico di Mario, quello che presto doveva rivelarsi suo nemico, era un certo Enrico Gaia, commesso viaggiatore. In gioventù, per un breve periodo, aveva tentato di fare delle poesie, e s'era trovato allora associato a Mario, ma poi in lui il commesso viaggiatore aveva strangolato il poeta, mentre, nell'inerzia del suo impiego, Mario aveva continuato a vivere di letteratura, cioè di sogni e di favole. Non è un mestiere da dilettante, quello del commesso viaggiatore. Prima di tutto, egli passa la vita lontano dal tavolo, l'unico posto ove si possa fare e versi e prosa; ma poi il commesso viaggiatore corre, viaggia e parla, soprattutto parla fino all'esaurimento."
Giulio Perrone editore, Roma - 2008
pag. 29
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