"Sul finire di quello stesso inverno, nel villaggio di Zardino incominciarono anche a manifestarsi alcuni fatti prodigiosi, o strani, o semplicemente curiosi, che però tutti denotavano in modo inequivocabile --così almeno, dissero le persone esperte -- l'esistenza in paese di una strega. Animali che improvvisamente si ammalavano di mali misteriosi, e stramazzavano a terra; bambini e donne che, dalla sera alla mattina, si ritrovavano senza più voce; segni indecifrabili che apparivano tracciati nella neve in alcuni punti dove questa si era conservata intatta, senza impronte umane e senza tracce di animali attorno: lettere dell'alfabeto scritte rovesciate, messe lì a formare parole misteriose, per chissà quale scopo... Queste cose, ed altre ancora di cui poi si fece cenno nel corso del processo, vennero subito collegate dalle comari con il gran parlare che s'era fatto nelle stalle, in quell'inverno appena trascorso, degli artifici diabolici e stregoneschi con cui Antonia accalappiava i suoi morosi; e non furono soltanto le comari a preoccuparsene ma anche i loro uomini. Si domandarono, in molti: "Come abbiamo potuto non pensarci prima? Avevamo una strega tra di noi, e nemmeno ce ne accorgevamo!"
Sebastiano Vassalli: La chimera
Einaudi Editore, Torino - 1990
pag. 183
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