"«Qual è il suo fioretto preferito?» domandò socchiudendo gli occhi, abbagliato dalla luce che sembrava abbracciarla con voluttà. «Francese, spagnolo o italiano?»
«Francese. Mi piace sentire le dita libere.» Con un lieve cenno del capo il maestro segnalò una compiaciuta approvazione. Anche lui preferiva il fioretto di tipo francese, senza gavigliani, con l'impugnatura libera fino alla coccia. Si avvicinò ad una delle panoplie della parete e studiò pensieroso le armi. Calcolando l'altezza della giovane e la lunghezza delle braccia, scelse il fioretto adatto, un'eccellente arma con la lama di Toledo, flessibile come un giunco. Adela de Otero la prese, e la osservò con la massima attenzione; chiuse la mano destra intorno all'impugnatura, soppesò il fioretto per valutarlo e poi, voltandosi verso la parete, ne provò la lama, spingendola affinché si curvasse fino a far avvicinare la punta a circa mezzo metro dalla coccia."
Arturo Perez-Reverte: Il maestro di scherma
Il Saggiatore, Milano - 2004
traduzione di Paola Tomasinelli
pagg. 74-75
catalogazione: libreria sotto la finestra
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