"Inoltre, a partire dai tredici anni, Polifemo aveva sviluppato una specializzazione della sua scemenza. Era diventato maniaco sessuale. Si era fatto una cultura racimolando riviste porno di varia provenienza e grado di esplicitazione. Una, in particolare, gli passava per le mani. Si chiamava 'Caballero' e aveva in ogni numero tre o quattro fotoromanzi coi cazzi e tutto. L'andava a leggere, per timore di essere scoperto dal padre democristiano, al palchetto della musica del Politeama, a quel tempo invaso da un micidiale odore di ammoniaca. Poi, non potendo portare a casa 'Caballero', lo lasciava nascosto dietro un cespuglio dove contava di ritrovarlo la volta successiva, cespuglio che i suoi amici impararono subito a trovare. Andavano a prendergli la rivista, la leggevano a loro volta e poi la gettavano via per dispetto. Mai una volta Polifemo tornò arrapato al cespuglio e trovò il suo 'Caballero'."
Roberto Alajmo: Le scarpe di Polifemo
Feltrinelli, Milano - 1998
pag. 67
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